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Paola Gula ai Martedì Letterari venerdì 29 luglio ore 21.00
Rinviato all’autunno l’appuntamento con il Direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano per sopraggiunti impegni lavorativi, la rassegna “Una sera d’estate con i Martedì Letterari” presenta un appuntamento frizzante ma al tempo stesso “misterioso” con Paola Gula, nota giornalista enogastronomica, giurato de “La prova del Cuoco” trasmissione di punta della rete ammiraglia. La giornalista, assessore alla Cultura nel comune di Garessio presenta “Caffè corretto” (Golem).
Caffè Corretto
Luca Fanti è uno scrittore che ha perso la sua vena artistica, mentre quella di Carlo Baiocco sembra essere inesauribile o forse frutto di un misterioso ghost writer. Silvia Giano gestisce il suo Baretto in modo impeccabile, grazie soprattutto alla sua bellezza che è imbarazzante almeno quanto il caffè che serve. Meravigliosa e inconsistente, secondo le opinioni dei suoi avventori. Ma niente è come sembra e a mano a mano che la storia di Caffè Corretto si dipana, partendo da Roma per approdare a Mindino, una sperduta borgata del basso Piemonte, ogni personaggio riserverà delle sorprese, dimostrando di essere molto diverso da come si presenta. Silvia è davvero superficiale come tutti pensano? Luca non riuscirà mai più a scrivere un romanzo? Carlo Baiocco merita tutta la fama e i consensi che raccoglie? Chi si nasconde dietro il misterioso ghost writer che si cela dietro il nome “Caffè Corretto”?
Dopo l’ottimo riscontro dei lettori per “ Favola Imbandita e” La cantina dei tre lumi spenti,” Paola Gula torna in libreria con una storia ch ci riporta nella sua terra, le valli piemontesi generose e intrise di storia che si riflettono nel” Caffè corretto.”
I protagonisti che animano questo romanzo sono, in primis, Luca Fanti, scrittore in rapida discesa, che non riesce più a scrivere nulla. E Silvia Giano, una bella ragazza, che gestisce uno strano bar, detto Baretto, dove si consumano i peggiori caffè della città. E allora perché tanti clienti? Per Silvia, ovvio,
Una vicenda che sorprende e affascina si stempera tra Roma e Mindino, unedno ai personaggi le peculiarità dei territori, le ambientazioni , le tipicità enogastronomiche creando un “mondo” non solo fantastico dove i personaggi si muovono cercando di trovre la soluzione ai misteri che devono affrontare ma anche dove si valorizzano le eccellenze di una millenaria tradiizone di cultura dei prodotti della terra.
Dal libro:
“Prese il bicchiere con il gambo come le aveva insegnato lui e lo portò alla bocca. Si bagnò le labbra come promesso, ma non le bastò, e ne bevve un piccolo sorso. Scivolare. Si, scivolare era proprio la parola giusta, ma appena sentì sulla lingua la suadenza del vino, i profumi che aveva percepito fino a quel momento, le esplosero in bocca con una forza e una persistenza che non aveva mai conosciuto.”
Paola Gula, è nata a Ceva ed è una notissima giornalista enogastronomica, già giudice de “La prova del Cuoco” su Rai Uno e affermata scrittrice dopo il successo di Favola imbandita (Golem Edizioni 2019), La cantina dei tre lumi spenti (Golem Edizioni 2020) e … e di passione q.b. (Golem Edizioni 2020).
Dice di sé: “Le cose che amo di più: bere, mangiare, leggere, scrivere… e non necessariamente in questo ordine!
La passione per la letteratura, l’enogastronomia, la scrittura, l’analisi sensoriale e le lingue sono gli ingredienti del mio lavoro degli ultimi anni. Fin dai tempi dell’università ho cercato di mettere insieme i miei interessi e alla fine sono riuscita a coniugarli. Cibo, vino, birra, liquori per me non sono soltanto un modo per star bene, ma raccontano un pezzo della nostra storia, sono cultura. Il cibo cotto è la prima espressione dell’uomo evoluto. Quello che, con il sorriso, lo distingue dagli animali. Con il tempo ho scoperto anche che è difficile trovare un poeta, un filosofo o uno scrittore che non ne abbiano parlato, perché il cibo fa parte della nostra umanità evoluta come la poesia e la musica”.
Dalla quarta di copertina
«Ma posso farti una domanda? Una cosa che mi sono sempre chiesta.» Quella doveva essere la sera delle confidenze. «Spara.» «Non ti dà fastidio non essere te stessa e dover recitare la parte della scema?» Silvia ci pensò un po’ prima di rispondere. «Hai detto bene. Recitare. Appena esco di casa per andare al bar, recito. Per questo non mi dà fastidio più di tanto che pensino che io sia una stupida. Mi dimentico di me stessa e gioco. E se è quello che ci vuole per farci riempire la cassa, ben venga. E comunque essere me stessa lì dentro non servirebbe a nessuno. Il bar sarebbe vuoto: quale uomo vorrebbe avere a che fare con un topo di biblioteca pasticcione e trasandato?» Giorgia valutò con occhio critico la sorella coperta da una vecchia tee shirt e dei pantaloncini giallo canarino che era già riuscita a macchiare. Sembrava lo facesse apposta a imbruttirsi per contrastare la donna fatale e perfetta in cui si trasformava appena varcata la soglia di casa.
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