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PALERMO | Razzismo finanziario: Paolo Battaglia La Terra Borgese sposa il moto unitivo scolpito eccellentemente sulle tele della pittrice Solveig Cogliani

DiChiara Fiume

Mar 6, 2019
Paolo Battaglia La Terra Borgese, critico d'arte

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Solveig Cogliani, “Le Cicogne sono immortali 1” – 2019, acrilico su tela, cm 100×200

PALERMO | Razzismo finanziario: Paolo Battaglia La Terra Borgese sposa il moto unitivo scolpito eccellentemente sulle tele della pittrice Solveig Cogliani

Paolo Battaglia La Terra Borgese contro il razzismo finanziario – perché secondo lui il razzismo è unicamente finanziario – e così il 9 Marzo alle 18 si recherà alla storica galleria palermitana Spazio Contemporaneo Agorà. Il critico d’arte presenterà al pubblico la mostra della pittrice romana Solveig Cogliani. ‘Le cicogne sono immortali, con la voce narrante di Antonio Buttazzo è l’evento frutto della collaborazione tra l’Università Pegaso e la Galleria Agorà, l’Associazione Antonio e Lidia Bellomo, la Cosessantuno Artecontemporanea e Inquadrart, istituzioni che uniscono le accezioni del presente tutte per monitorare i linguaggi più sperimentali e innovativi dell’arte e della cultura contemporanea.

Ecco come il critico d’arte Paolo Battaglia La Terra Borgese bulina l’opera pittorica di Solveig Cogliani:

“C’è in Solveig Cogliani, e perfino nel suo aspetto, qualcosa che trascende il tempo e che è in armonia con la straordinaria storia della sua pittura sublime. Un albo di tele a commento d’una storia della migrazione umana pare non abbia qui bisogno di interpretazione: un grande viaggio dove ciò che si può discutere non è la sua fondamentale necessità, bensì la scelta delle opere esposte e la nitida sciarada nell’efficacia pittorica. Quanto alla scelta delle opere, essa presta fatalmente il fianco alla critica, perché l’autrice si trova nella condizione di chi, nella dovizia più abbagliante, immune da ogni rappresentazione crudele, è tenuto alla frugalità più spartana. Nondimeno l’Artista si è procurata di rispettare l’imperiosa graduatoria imposta alle intrecciate esigenze dei valori storici e stilistici e di quelli individuali, sociali e psicologici. Solveig Cogliani si è chiamata a figurare, in quest’antologia iconografica, con qualcuna delle sue opere più vitali e caratteristiche, la migrazione come ideale mito di cittadinanza terrestre. Per ottenere nitido il pensiero ed efficacia nelle colorazioni, la Pittrice non ha risparmiato né tempo né sacrifici. Gli accuratissimi impasti guardano al sogno e allo spazio. E parlano, sembrano la voce di Cogliani che dichiara: io non voglio che un mio lavoro rassomigli ad altra cosa che a se stesso. E in effetti i sicuri rapporti nell’armonia dei colori richieggono  grande esperienza, e qui la pittura risulta vigorosa e brillante su, e intorno, ogni profilo. Si forma alla superfice una specie di cristallizzazione che annienta il tempo della colpevole storia, e fissa la Bellezza, con quelle vaghe e morbide tinte sotto, che acquistano molta opacità e trasparenza per consentire spazio solo al sogno del giusto. È strabiliante la magia del colore bianco sui dipinti: ferma il disegno, dona la scena, detta la luce e immagina le forme. Ogni oggetto e anche ciascuna delle sue parti hanno un colore proprio. Assolutamente delicate sono le sfumature espresse che si specchiano coi colori propri delle cose e producono eccellenti la luce riflessa, senza il ricorso a magisteri chimici. Oltre a ciò il colore proprio di ciascun oggetto s’indebolisce e si modifica in ragione della lontananza, per effetto dell’aria frapposta, producendo un colore locale. Color proprio, dunque, quello di ciascun oggetto; riflesso quello che risulta dalla loro vicinanza; locale, invece, quello che risulta dalla loro distanza. Opponendosi sia al realismo che all’astrazione pura, Solveig Cogliani inneggia così all’arte come intuizione, non sottomette lo spettatore all’argomento figurativo, bensì lo situa affinché tragga da sé, con la sua immaginazione e le eccitazioni ricevute, a certa stregua quota dello spazialismo di Lucio Fontana. Questi quadri incantano, fanno assorbire la ricchezza del linguaggio di un pensiero sincero e coraggioso, oltre il razzismo finanziario.”

Solveig Cogliani, nasce a Roma il 10 aprile 1967. Si forma con studi classici e giuridici, laureandosi nel 1989 presso la Sapienza. Il suo percorso è segnato dall’incontro con numerosi artisti M. Bentivoglio, E. Calabria, A. Ilacqua, E. Masci, S. Oliva, R. Savinio e L. Tardia. Dopo una fase di sperimentazione, si laurea in pittura alla RUFA di Roma, con il prof. A. Romoli. Sensibile alle tematiche sociali e culturali, dal 2004 partecipa a varie mostre collettive in Italia e all’estero (Inghilterra, Svizzera, Turchia, Cina). Dal 2006 torna frequentemente in Sicilia, per lavorare la ceramica e con performaces, tra le quali, per la Fondazione Orestiadi – Gibellina con gli Esos Theatre.  In Italia collabora con molte gallerie. Con la Michelangelo organizza numerose esposizioni (Nei colori di Roma, presentata da D. Maestosi; Diarius, al Maschio Angioino di Napoli, a cura di F. Gallo Mazzeo; a Castel dell’Ovo). Presenta, nel 2010, l’opera Pop Star al Vittoriano di Roma, dove torna, nel 2015 con “la Grande Guerra” a cura di C. Strinati.  Inaugura Villa Altieri a Roma con “Sanpietrini e tetti”, a cura di L. Beatrice. E’ presente in numerosi musei, tra i quali quello della Fondazione Roma Mediterraneo. Partecipa alla Biennale di Venezia del 2011; nel 2014 riceve il Premio Spoleto Festival. Partecipa al progetto Imago Mundi di Benetton, a cura di L. Beatrice. È collaboratore esterno degli Annali della Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon. Realizza un’opera per Radio Vaticana. Nel 2014, è presente in Artisti di Sicilia, a cura di V. Sgarbi. E’ ritratta in A Kind of Woman, Electa Mondadori. Dal 2015 partecipa al Cubo Festival con installazioni di land art. Partecipa a BIAS 2018. A Palermo, con la galleria Cossessantuno porta il progetto  “Le cicogne sono immortali”, avviando una collaborazione con Agorà.

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Dir. artistica Emanuela Petroni
Salve, posso esserti utile ?