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MOTORI RUGGENTI – Capitolo 16

DiPietro Sciandra

Set 8, 2019

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IN FOTO PISTA DI DAYTONA BEACH/FLORIDA

Capitolo 16 

Daytona Beach/Florida. La gara NASCAR qui sta per partire. Si sente un urlo:

“Signori…Accendete i motori!”

La gara Daytona 500 sta per partire. I motori ruggiscono e i piloti accelerano da subito lo sventolare della bandiera verde che permette la via libera di tutta l’andatura massima possibile. Martin prende il comando, seguito da Geoff Bodine, Kenny Wallace, Jeff Burton, Skinner, Grissom e Jeff Gordon. La gara procede senza incidenti. La corsa è lunghissima e qui tutto può accadere, specialmente rischiando di più del solito perché per cercare di ottenere un risultato migliore del solito bisogna anche prendersi qualche rischio maggiore dal solito. Facendo sempre le stesse azioni e soprattutto le stesse manovre prevedibili non si può essere in grado di battere gli avversari. Intanto si urtano Craven e Elliott. Bandiera gialla. Le auto rientrano a fare rifornimento. Le auto rientrano in pista accodandosi dietro l’auto che fa il passo. Il commissario di gara sventola la bandiera verde. Si riparte. Ci sono continui sorpassi. Ma improvvisamente…Earnhardt finisce contro il muro con la sua auto. Tutto il pubblico è in piedi. Bandiera gialla. Le condizioni di Earnhardt sembrano critiche. I soccorsi intervengono subito. Earnhardt Junior è preoccupatissimo, gli viene detto per radio dal suo capo squadra:

“Dale! Tuo padre è andato contro il muro a grandissima velocità! Io sono preoccupato per tuo padre! Io non oso sbilanciarmi! Stai calmo e pensa alla corsa perché correndo con la preoccupazione di tuo padre potresti sbagliare in pista e rischiare grosso pure tu!”

Earnhardt Junior preoccupato dice al suo capo squadra per radio:

“Mio padre come sta? Dale Earnhardt ce la farà?”

Il capo squadra di Earnhardt Junior dice a Earnhardt Junior via radio:

“I soccorsi sono intervenuti subito, ma tuo padre è andato contro il muro molto violentemente e lui non accenna a muoversi e dare segni di vita!”

Tutto il pubblico presente è preoccupato per le condizioni di Earnhardt ma anche tutti i telespettatori che seguono la gara in televisione sono preoccupati per le condizioni di salute di Earnhardt in seguito al suo terribile incidente. Ma viene purtroppo la triste notizia annunciata:

“Dale Earnhardt è morto! Noi tutti ci stringiamo in questo dolore! Ma la gara deve continuare!”

Dale Earnhardt Junior non riesce nemmeno a piangere la morte di suo padre talmente la notizia non gli sembri ancora vera talmente la brutta sorpresa. Tra il pubblico c’è chi piange per la morte di Earnhardt; ma anche tra i telespettatori che stanno guardando questa gara in televisione; apprendendo la brutta notizia della morte di Earnhardt qui a Daytona Beach. Sgombrata la pista dal rottame di Earnhardt e purtroppo messo Earnhardt in ambulanza malgrado privo di vita. Tutti gli spettatori e i telespettatori fanno fatica a continuare a seguire la gara dopo la morte di Earnhardt. La Daytona 500 deve continuare. Jeff Gordon ha preso il comando. Subito dietro di lui ci sono Martin, Jarrett, Petty, Mayfield e Cope. La gara prosegue con la paura per tutti, specialmente con la consapevolezza e la paura di poter morire come Earnhardt andando contro il muro. Earnhardt Junior dice per radio al suo capo squadra:

“Io non posso dispiacermi per la morte di mio padre proprio ora che io sto ancora correndo questa gara dopo che lui qui ci sia morto! Io sono come mio padre e io continuerò a correre finché io vivrò! Io sono un pilota di auto da corsa e soprattutto io sono il figlio del più grande pilota di questa categoria! Io devo da ora correre per me e per mio padre che diventò 7 volte campione NASCAR! Cominciate tutti a tremare!”

Earnhardt Junior che era in quarantunesima posizione; Earnhardt Junior dal crollo mentale della morte di suo padre durante questa gara; invece di piangere e mortificarsi; Earnhardt Junior diventa ancora più aggressivo. La gara intanto procede senza incidenti. Jarrett e Martin si superano a vicenda per il comando. Schrader e Michael Waltrip si urtano. Bandiera gialla. Tutti rientrano a fare rifornimento. La gara riprende. Bandiera verde si riparte. Earnhardt Junior continua a guadagnare posizioni. Con la morte di Earnhardt, i piloti in gara non sono più 42 ma 41. Musgrave raggiunge Jarrett e Martin. Ward Burton e Rudd si avvicinano a Musgrave. 18 giri al termine. Earnhardt Junior raggiunge Musgrave. La gara procede senza incidenti. Earnhardt Junior si trova ostacolato da Ward Burton e Rudd. 13 giri al termine. Earnhardt Junior si sta impegnando per vincere questa gara per sé e per suo padre che è morto qui oggi. Earnhardt Junior si mette in scia di Ward Burton. Ward Burton si innervosisce spostandosi. 9 giri al termine. Martin conduce la gara seguito da Jarrett, Rudd e Jeff Gordon. Earnhardt Junior si avvicina a Jeff Gordon mettendosi in scia. Ma Rudd e Jarrett invece di accelerare rallentano; Rudd si affianca a sinistra di Earnhardt Junior e Jarrett si affianca a destra di Earnhardt Junior. Earnhardt Junior è ostacolato sia a sinistra che a destra essendo chiuso in mezzo tra due macchine avversarie. Martin sembra quasi indisturbato per la vittoria, ma troppo presto per ammetterlo. Bandiera bianca, ultimo giro. Earnhardt Junior è ora quarto. Earnhardt Junior accelera di colpo ma immediatamente rallenta di colpo. Rudd e Jarrett non trovandosi più Earnhardt Junior nel mezzo, entrambi sbandano uscendo di pista. Earnhardt Junior è ora secondo, tentando di raggiungere Martin. Martin pensa di aver già vinto la Daytona 500, essendo morto Earnhardt, la vittoria potrebbe essergli meno ostacolata; perché come si può essere dispiaciuti per la morte di un pilota avversario si può anche essere contenti per essersi tolti di mezzo un avversario troppo più forte; anche se ignobile come sentimento nei confronti di un pilota avversario morto. Martin è inseguito da Earnhardt Junior. Earnhardt Junior si mette in scia di Martin. Martin e Earnhardt Junior si affiancano urtandosi di lato per spingersi fuori pista a vicenda. Gli scontri per ostacolarsi sono molto violenti. Earnhardt Junior è affiancato al muro della curva prima del traguardo. Martin è nella corsia interna della curva. Martin tenta di schiacciare Earnhardt Junior sul muro per rallentarlo. Ma Earnhardt Junior ha una idea geniale data dall’istinto. Appena Martin si sta preparando per schiacciare Earnhardt Junior da sinistra verso destra, quindi dall’interno all’esterno dell’ultima curva prima del traguardo; Earnhardt Junior finge di superare Martin. Ma inchiodando di colpo; invece di trovare la macchina con a bordo Earnhardt Junior; Martin trova il muro schiantandosi. Earnhardt Junior riaccelerando di colpo supera Martin che è finito contro il muro. Superato Martin da Earnhardt Junior, Earnhardt Junior vince la Daytona 500. Questa gara è stata vinta da Earnhardt Junior e non da Earnhardt non perché sia morto Earnhardt qui oggi durante questa gara; ma perché il talento immenso di Earnhardt Junior sommato alla rabbia e alla disperazione della morte del padre per l’incidente accadutogli qui finendo contro il muro ad altissima velocità; invece di trasmettere a Earnhardt Junior la disperazione, la morte del padre gli ha trasmesso maggior grinta e di fargli compiere ciò che il padre non ha potuto compiere. Earnhardt Junior è riuscito a vincere la Daytona 500 lo stesso giorno della morte di suo padre durante questa gara. Sul podio al primo posto Earnhardt Junior che ha al secondo posto Martin e al terzo posto Musgrave; Earnhardt Junior non ha tanta voglia di festeggiare avendo vinto questa gara essendo morto suo padre; ovvero “l’intimidatore” Earnhardt. Earnhardt Junior mentre viene acclamato pensa:

“Papà! Io non ho vinto questa gara perché tu sei morto, ma perché io sono degno figlio tuo e tu mi hai insegnato a diventare più forte con le avversità e non a buttarmi giù! Non ci si può arrendere! Tu avevi ragione che tu avresti corso finché avevi vita e non ti saresti mai ritirato dalle corse! Tu sei morto correndo e io ho vinto pure per te!”

Dale Earnhardt Junior con le lacrime, piangendo sul podio non riesce a festeggiare la sua vittoria ottenuta lo stesso giorno in cui è morto suo padre in gara fracassandosi contro il muro della curva sulla pista qui a Daytona Beach. 

Il numero 3 venne ritirato dalle corse NASCAR dopo la morte di Dale Earnhardt nel 2001 a Daytona Beach in Florida. Il numero 3 non doveva mai più correre per rispetto a Dale Earnhardt che fu l’unico pilota 7 volte campione NASCAR. Quando ci si doveva riferire al numero 3 delle auto di serie NASCAR inequivocabilmente ci si poteva riferire solamente “all’intimidatore” Dale Earnhardt. 

FINE


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Dir. artistica Emanuela Petroni
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