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“L’unica differenza tra me e un pazzo è che io non sono pazzo!”
Un viaggio nel mondo di Salvador Dalì? Allacciatevi alle sedie perché il pittore surreale e pronto a travolgervi con una nuova visione dell’arte e dei rapporti umani, dall’amore all’amicizia, fino al cibo e alla gestione di statisti totalitari un po’ scomodi e sanguinari.
Come? Lo scopriremo a teatro ne “Il Ritorno di Dalì”, il nuovo spettacolo di Demian Antonio Aprea, artefice della scrittura e della regia di quest’opera che dopo aver debuttato al Teatro Porta Portese sarà nuovamente in scena questo venerdì 27 Maggio sul palco del teatro Ugo Betti di Roma. Lo stesso Aprea reimpersona istrionicamente l’artista surreale spagnolo e i personaggi più influenti della sua vita in un monologo biografico e divertente.
E’ proprio il personaggio di Dalì che emerge in tutte le sue sfaccettature da questa narrazione, un Dalì che si definisce la sua più grande’“Opera d’Arte” al di sopra dei suoi stessi fantasiosi quadri, che ha inciso nell’abbattimento delle formule pittoriche preesistenti assieme a Picasso e ai pittori astratti con cui d’altronde provocatoriamente viene in conflitto.
Aprea ci riporta in un’epoca affascinante popolata di personaggi mitici come Picasso, Garcia Lorca, Hitler, Freud e curiosi come Gala e il servitore Arturo; crea e dà vita ad un personaggio unico e geniale in tutte le sue forme colorando la scena in modo vivace, surreale ed eclettico. Gli fa da amplificatore naturale l’intervento mirato a tratti epico del violoncello di Gabriele Fioritti, grande esecutore creativo che sostiene la magia evocata da Aprea.
Staccate la spina e liberate finalmente mente e polsi perchè “da oggi non potrete più fare a meno dei suoi orologi molli”!