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IO E IL GOLF – Capitolo 7

DiPietro Sciandra

Gen 8, 2018

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Capitolo 7

Il mio handicap 28 era messo sempre di più a dura prova. Il giorno 28 marzo 1999, al Parco De’ Medici Golf Club. Questo torneo si chiama Trofeo Loewe Cup, 18 buche stableford. Stableford sarebbe più giusto scriverlo staebleford, perché nel 1931 a Liverpool in Inghilterra, il dottor Frank Staebleford inventò una formula alternativa alla gara a colpi, inventata da lui che porta il suo cognome, quindi questa è una dicotomia, ovvero un nome proprio di persona che diventa un nome comune di cosa. Il sistema staebleford consiste nell’assegnare i punti ad ogni buca in base al punteggio riportato. Difatti il sistema è il seguente: dal doppio bogey, ovvero due colpi oltre il par ovvero i colpi regolamentari per completare la buca non si assegnano punti. Per il bogey, ovvero un colpo oltre il par della buca fa guadagnare un punto. Chiudendo la buca in par, quindi con i colpi regolamentari della buca, questo fa guadagnare 2 punti. Invece chiudendo in birdie, ovvero un colpo in meno del par della buca, questo fa guadagnare 3 punti. Chiudendo con 2 colpi in meno del par della buca, ovvero con l’eagle questo fa guadagnare 4 punti. Addirittura chiudendo con l’albatros, ovvero 3 colpi in meno del par della buca, questo fa guadagnare 5 punti. Con il regolamento del torneo con l’handicap tutto questo cambia in base alle abilità del giocatore.

Da ora i miei risultati potevano diventare veramente soddisfacenti. Io non avevo più paura di fare brutte figure perché io mi sentivo veramente pronto a competere. Alla buca 1 par 4 di 390 metri, io cominciai con una X, ovvero senza completare la buca. Alla buca 2 par 3 di 191 metri, io ottenni un doppio bogey 5. Alla buca 3 par 5 di 485 metri, io chiusi con il triplo bogey 8. Alla buca 4 par 3 di 150 metri, io ebbi una X. Alla buca 5 par 4 di 273 metri, io ebbi una X. Alla buca 6 par 4 di 313 metri, altra X. Alla buca 7 par 3 di 172 metri, io chiusi in doppio bogey 5. Alla buca 8 par 5 di 486 metri, altra X per me. Alla buca 9 par 4 di 368 metri, io chiusi con il doppio bogey 6. Alla buca 10 par 4 di 383 metri, io chiusi in triplo bogey 7. Alla buca 11 par 4 di 377 metri, altra X per me. Alla buca 12 par 3 di 170 metri, io chiusi addirittura in par 3. Alla buca 13 par 4 di 334 metri, io chiusi in triplo bogey 7. Alla buca 14 par 5 di 485 metri, io chiusi in doppio bogey 7. Alla buca 15 par 3 di 146 metri, io chiusi con il bogey 4. Alla buca 16 par 4 di 322 metri, altra X per me, quindi buca non completata. Alla buca 17 par 4 di 358 metri, io chiusi in bogey 5. Alla buca 18 par 5 di 505 metri, io chiusi con il triplo bogey 8. Il mio punteggio finale è di 17 punti stableford. La mia posizione finale è 23° su 38 giocatori.

Io ero molto soddisfatto; perché questo era il mio migliore piazzamento ottenuto in tutti questi anni dal 1993; anno in cui io cominciai ad usare i miei primi 4 bastoni, ovvero il legno 3, i ferri 6 ed 8 ed il putter. La mia sacca non era più della marca Ping, sacca che io regalai ad un mio zio che lui usò per metterci le sue canne da pesca. La mia sacca oramai aveva tutti i 9 ferri, il legno 3 con la testa di metallo che io conservai, il pitch wedge ed il sand wedge (bastone usato per approcciare da 60 metri, ma solitamente usato per uscire dal bunker intorno al green) ed il mio adorato putter. La mia sacca è della marca McGregor (in foto). Io cominciavo a pensare che qualcosa mi mancasse, oltre al legno 1, detto anche driver (guidatore), anzi che qualcuno mi mancasse; ovvero un mio caddie (persona che porta la sacca da golf ad un giocatore durante una partita a cui il o la caddie può dare dei consigli sul gioco senza essere compagno di squadra).

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Dir. artistica Emanuela Petroni
Salve, posso esserti utile ?