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IO E IL GOLF – Capitolo 33

DiPietro Sciandra

Feb 15, 2018

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Capitolo 33

Il giorno sabato 18 marzo 2000, io giocai all’Arco Di Costantino Golf Club (in foto) a Roma. Il mio avversario è Aldo Ceraso, anche se mio fratello Pasquale Sciandra abbandonò la partita dopo aver giocato solo 4 buche, rispettivamente chiuse in 9 colpi, 12 colpi, 17 colpi e 12 colpi. Aldo Ceraso che è un bravissimo medico; lui si perse il telefono cellulare lungo il percorso, una volta giocando a golf insieme a me. Per fortuna, ritornando indietro sul percorso lui ritrovò sul terreno di gioco il suo telefono cellulare. Rimanendo in tema di telefono cellulare, durante un allenamento della mia squadra di golf artiglio d’argento al campo pratica pitch and putt del Parco De’ Medici Golf Club, io nascosi il telefono cellulare a mio cugino Pasquale Stavola, miei complici erano Stefano Fatucci e mio fratello Pasquale Sciandra. Mio cugino Pasquale cominciava a diventare pallido non trovando il suo telefono cellulare. Divertitoci con lo scherzo, io riconsegnai il telefono cellulare a mio cugino Pasquale. Invece, una volta lo scherzo fu fatto a Stefano Fatucci, ma al campo driving range, ovvero postazioni da golf con i tappeti di erba artificiale, con un tee, ovvero il supporto per la palla, supporto che in questo caso è parte integrante del tappeto di erba artificiale, essendo il supporto di gomma. Queste postazioni sono solitamente coperte da una struttura di legno con tettoie di legno. Durante, questo allenamento a tirare le palle contenute in un cestino, cestino di palle, le cui palle vengono emesse da un distributore automatico, inserendoci un gettone del costo di 5.000 lire italiane, questo costo che diventerà addirittura 5 euro e non 2.50 euro. Questo cestino di palle preso da Stefano Fatucci fu nascosto da Pietro Sciandra accanto alla sacca da golf di Pietro Sciandra. Stefano Fatucci cercava per tutte le postazioni del campo pratica, chiedendo a chiunque si stesse allenando se egli avesse visto il suo cestino di palle. Alla fine, divertitoci con lo scherzo, i complici di Pietro Sciandra erano Pasquale Sciandra e questa volta Pasquale Stavola. Alla fine, io riconsegnai il cestino di palle da golf del campo pratica che queste palle sono solitamente contrassegnate da una linea rossa che copre la sua circonferenza, palle da golf del campo pratica che sono vietatissime dal regolamento del golf di essere usate sul percorso da golf sia in caso di gioco privato che di allenamento e soprattutto in torneo.

Venendo alla partita di golf all’Arco Di Costantino Golf Club a Roma, partita stroke play giocata sabato 18 marzo 2000, questa volta non sul percorso executive di 9 buche; ovvero 9 buche al di fuori del percorso di 18 buche da campionato, queste 9 buche sono più corte di 9 buche di un percorso da 18 buche. Infatti, questa partita stroke play avvenuta sabato 18 marzo 2000 tra Aldo Ceraso e Pietro Sciandra si svolse sulle buche “in” dell’Arco Di Costantino Golf Club. Le buche “in” sono le buche da 10 a 18. Invece le buche “out” sono le buche da 1 a 9. Gli americani che sconvolgono sempre tutto, gli americani chiamano le buche “out” con la parola “front” e gli americani chiamano le buche “in” con la parola “back”. Difatti le buche da 1 a 9 sono frontali avendo le partenze di fronte al club house (casa dell’associazione), invece le buche da 10 a 18 hanno i green verso il club house. Difatti le buche da 1 a 9 sono in fuori e le buche da 10 a 18 sono in dentro. Per gli americani le buche da 1 a 9 sono di fronte e le buche da 10 a 18 sono all’indietro. Tutto questo è riferito alle posizioni dei green rispetto al club house che essi sono in un verso esterno e poi in un verso interno.

Signori, impugnate i bastoni.

Buche “in” dell’Arco Di Costantino Golf Club a Roma, 9 buche stroke play tra Aldo Ceraso e Pietro Sciandra.

Buca 10 par 3 di 187 metri. Pietro Sciandra chiude in doppio bogey. Aldo Ceraso chiude in triplo bogey. Buca 11 par 4 di 343 metri. Pietro Sciandra chiude in other 12. Aldo Ceraso chiude in other 10. Buca 12 par 4 di 303 metri. Pietro Sciandra chiude in other 11. Aldo Ceraso chiude in other 13. Buca 13 par 4 di 312 metri. Pietro Sciandra chiude in par, fantastico. Aldo Ceraso chiude in other 8. Buca 14 par 5 di 437 metri. Pietro Sciandra chiude in triplo bogey. Aldo Ceraso chiude in doppio bogey. Buca 15 par 4 di 326 metri. Pietro Sciandra chiude in other 10. Aldo Ceraso chiude in triplo bogey. Sfida sempre più avvincente e più interessante con i due avversari sempre con un distacco di vantaggio che va sempre più diminuendo. Buca 16 par 3 di 190 metri. Pietro Sciandra chiude in doppio bogey. Aldo Ceraso chiude in triplo bogey. Buca 17 par 4 di 350 metri. Pietro Sciandra chiude in doppio bogey. Aldo Ceraso chiude in triplo bogey. Tutto può succedere. Nelle partite stroke play o medal play, entrambe le definizioni sono per il gioco a chi impiega meno colpi del percorso. In queste partite tutto può cambiare l’esito dell’incontro finché non è stato giocato l’ultimo colpo. Basta una buca disastrosa di un avversario o una buca miracolosa di un avversario per cambiare la sorte della partita. Buca 18 par 5 di 549 metri. Pietro Sciandra chiude in other 12. Aldo Ceraso chiude in triplo bogey. Attenzione, signori e signore. Pietro Sciandra chiude in +30 66. Aldo Ceraso chiude in +36 72. Pietro Sciandra vince la partita di soli 6 colpi di differenza.

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Dir. artistica Emanuela Petroni
Salve, posso esserti utile ?