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IL DIVORATORE DI ANIME – CAPITOLO 7

DiPietro Sciandra

Ago 11, 2016

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IL DIVORATORE DI ANIME

Capitolo 7

Per questo ho citato quel proverbio medievale, perché chi vuole sapere troppo è in pericolo. Riccardo ebbe però il coraggio di affrontare una situazione di estremo pericolo volendo conoscere tanto di Dio in ogni particolare.

La chiesa fa sapere ciò che vuole diffondere, Riccardo aveva superato questo limite con un attaccamento troppo morboso e sensibile. Così Riccardo si condannò da solo per essere andato oltre ciò che era risaputo. Riccardo commise un grosso errore, imparò molti segreti di Dio per usarli contro di lui. Riccardo era con Dio e contro Dio, perché lo amava tantissimo, ma era anche costretto a combatterlo per non soffrire per sempre, anche se in ogni caso la condanna della sofferenza eterna era esecutiva visto il terribile tradimento di Riccardo verso Dio, anche se era in fondo per amore. Tradire per non soffrire, con il tradimento finisce veramente l’amore o no?

Anche in campo sentimentale si dice che chi tradisce non ama più, perché bisogna pensare alla propria amata anche quando non c’è. Il torto è proprio questo. Quindi ciò è facile amare quando hai vicino la tua amata, il vero amore è amare la propria amata quando è lontana, pensarla sempre.

Riccardo commise l’errore di tradire Dio per amore proprio e non per amore di Dio. Difatti per non soffrire Riccardo odiò Dio e decise di combatterlo e di amarlo al tempo stesso.

Possibile una cosa simile? Ciò significa che Riccardo non smise mai di amare Dio, purtroppo fu costretto, si fa per dire, a combatterlo per non piangere sempre alla vista della croce, o alla vista di affreschi che raffigurassero Gesù che soffrisse o lo trafiggessero con una lancia come in un affresco di Barna Senese nella Collegiata di San Gimignano (Siena/Italia).

Non potendo più sopportare questi dolori per il troppo amore, Riccardo decise di dimostrare a Dio di essere più forte di lui, così l’angelo ribelle volle combatterlo per dimostrargli di sconfiggere il proprio dolore e di supremazia nei suoi confronti per far notare a Dio che lo faceva soffrire e Riccardo spinto dall’orgoglio, la superbia e dal dolore disse prima di diventare Satana:

Dio, io ti adoro tanto e ti sono fedele, diffondo il tuo verbo, mi batto per te, la mia anima è al tuo servizio, odio chiunque non sia cristiano, farò del male a chi ti bestemmierà, ti pregherò sempre e non solo nel bisogno, perché così tu sarai sempre con me! In cambio cosa mi dài? Mi fai soffrire? Io sono il tuo servo e tu mi fai soffrire? Soffro a vedere il mio Dio sulla croce, la religione dovrebbe essere felicità, non dolore! Piango sempre a vederti i chiodi nelle mani appeso ad una croce, perché dobbiamo essere un’anima sola? Non posso continuare così! Cristo! Io ti rinnego! Ti odio! Non ti voglio più!! Non posso servirti e in cambio devo piangere in eterno per te! Ti combatterò, odierò sempre la tua croce fonte di dolore e distruzione della mia anima! La mia anima si sta consumando per servirti e per soffrire! Io regnerò al tuo posto con il mio impero del male, distrarrò chiunque dalla tua strada, catturerò le anime di donne distraendole da te e le sedurrò a tuo dispetto, darò ciò che tu togli, combatterò gli uomini e copiando i loro modi di combattere mi impossesserò delle loro anime e sarò implacabile come la morte in un campo di lebbrosi! Diventerò io il tuo antagonista, e il mio eterno amore che ti avevo promesso si trasformerà in eterno odio! Mi vendicherò per esserti stato servitore fedele e per avermi fatto soffrire come ricompensa!”

Così Riccardo diventò il nuovo “divoratore di anime”.

Per questo prima io ho citato il Graal, perché Riccardo aveva compreso il valore del Graal, ovvero la sete di conoscere Dio e conoscerlo sempre di più. Riccardo sapeva ed amava troppo Dio, l’amore che diventa odio per vendetta.

Spesso nelle storie d’amore succede così; quando non si è corrisposti per dispetto si odia la donna che prima si amava, per vendetta si vuole far soffrire la donna che ti ha fatto soffrire. Renderle la vita impossibile diventa il tuo obiettivo principale, ogni cosa semplice gliela farai diventare complicata, i favori invece di farglieli le farai pesare quelli che le avevi fatto, dicendole che non si fosse mai meritata nulla. Quindi, c’è da pensare; quando si odia per amore; potrebbe significare che si ama così tanto da voler considerare in ogni modo la persona che tanto ci fa soffrire? Come si spiega? Esistono quindi il completo odio e il completo amore? Possibile che due sentimenti così opposti e diversi abbiano qualcosa in comune? Secondo me si, visto che in ogni modo consideri la persona che attira la tua anima.

Una cosa è da notare; quando odi dopo aver amato non capisci più quella persona, ma come io amo e lei fa così? Forse perché ti delude talmente tanto che ti sconvolge la vita totalmente.

Quindi è da chiedersi una cosa molto rilevante, ovvero amare può essere una colpa? Non si può rispondere! Una cosa si può dire, certo che forse la colpa di Riccardo era di amare troppo Dio e non di credere in Dio; chi ama crede o no?

Certo, che però se Riccardo avesse creduto solo e non amato non sarebbe diventato Satana. Quindi la colpa di Riccardo potrebbe essere di aver amato Dio? Allora amare può essere una colpa o no? In questo caso forse si, perché bisogna credere in Dio e non amare Dio. Riccardo evidentemente non pensando alla sua sensibilità credeva che amare non potesse essere una colpa.

Per far capire una cosa; per esempio gli amori clandestini potrebbero nascere su questo principio; ovvero che amare non sia una colpa.

L’amore di Dio è completamente una cosa che non ha niente a che vedere con l’amore terreno. Amare Dio è tutto, è bello per te e per gli altri, sai combattere senza temere la morte; perché chi ama non teme la morte.

Riccardo si batteva sempre per la giustizia al punto da diventare un giustiziere protetto da Dio perché sapeva di amare Dio e di combattere nel suo nome e con la sua volontà. Per questo motivo Riccardo capì che il potere di credere fortemente in Dio era in grado di dargli una forza sovrumana, difatti la vera forza deriva dallo spirito e non dai muscoli. Perché i muscoli sono una potenza, mentre la forza si può manifestare dallo spirito che è superiore a tutto; soprattutto se si possiede una tecnica di combattimento formidabile si può contrastare chi è più forte fisicamente; la tecnica che sconfigge la forza. Lo spirito può darti motivazioni così marcate da non farti temere nulla, come il desiderio di giustizia, battersi per amore, per difendere la propria amata, per difendere i propri cari. Questo è lo spirito combattivo, ovvero la forza interiore che è così profonda da non farti temere i pericoli, perché sai che combatti sempre per una causa giusta.

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Dir. artistica Emanuela Petroni
Salve, posso esserti utile ?