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IL DIVORATORE DI ANIME – CAPITOLO 40

DiPietro Sciandra

Ott 3, 2016

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IL DIVORATORE DI ANIME

Capitolo 40

Più il Sin Alma si accorge del violento cambiamento e più rimpiange il passato, perché si sente sempre più distrutto, e certe volte potrebbe addirittura desiderare di non essere più al mondo. Il Sin Alma non riesce a vedere al futuro, perché è vero che la speranza è l’ultima a morire, ma qui non si tratta di speranza, ma di un’anima uccisa e che non può tornare a vivere, se non con un intervento divino; per questo ho parlato di acqua santa, perché certe volte bere un po’ di acqua santa ogni tanto, potrebbe aiutare, ma se non c’è la fede, diventa sempre più difficile salvare un’anima. Anche per questo il Sin Alma non è più umano nella sua psiche, perché nessun umano rimane fermo ad un giorno e sapendo di non poter cambiare le cose si trovi costretto a combattere contro la sua anima; la cosa peggiore per un uomo.

Più combatti contro te stesso e più soffri, come succede anche a Piranha, che non poteva continuare ad odiare l’acqua, ma solo farla diventare parte di sé. Il Sin Alma è sempre in cerca di una vendetta che non può avere, per questo il suo spirito non può trovare pace, perché non può nemmeno prendersela con nessuno e deve soffrire all’infinito, diventando la morte sua liberazione. Quando un’anima è dannata, la morte non può liberarlo, perché diventerebbe un premio per lui e per questo deve continuare a soffrire anche dopo la morte del corpo.

Piranha ha desiderato la morte, ma non poteva distruggersi una seconda volta, e stavolta per colpa sua; per il Sin Alma il coraggio non è più un problema, perché sa che il corpo non gli serve più; per quanto possa essere peccato mortale. Il suicidio per il Sin Alma non è solo una liberazione per trovare la pace, ma dimostra di essere stato sconfitto dalla morte, non del corpo, ma dell’anima; quindi il Sin Alma suicida accetta la sua irreversibile sconfitta con la morte.

Certe cose sono molto complesse da comprendere.

Piranha sa che si trova costretto a combattere contro il suo destino, sapendo di non poter fronteggiare una forza molto più grande di lui. La crescita di Piranha è sempre più drammatica per sé e per gli altri; perché lui si sente costretto a fare agli altri ciò che è successo a lui e solo così si sente libero. Però libera se stesso e sacrifica sempre innocenti.

Quindi, Piranha non potendo tornare indietro nel tempo; ovviamente, può solo vivere senza tempo la sua tremenda maledizione che gli fermò la vita e l’anima; perché una cosa molto importante da ricordare è che un’anima per essere immortale deve morire ed essere prigioniera. Questo è il peggiore dei modi con il suo altissimo prezzo; ovvero essere un mostro senza anima per vivere in eterno; con l’anima maledetta. Invece il migliore dei modi è naturalmente seguire Dio, la grande salvezza dell’anima e l’immortalità, essere sempre liberi in ogni scelta e non obbligati da spiriti maligni e quindi forze maggiori. L’inferno ed il paradiso non esistono; perché è sempre sulla Terra, sia da vivi che da morti, tutte le anime buone e cattive rimangono sulla Terra e si devono purificare e migliorare.

Mettendo da parte l’inferno ed il paradiso di Dante Alighieri, possiamo scoprire da soli che tutto ciò è sulla Terra; perché ciò che ci piace devono farcelo odiare e ciò che odiamo devono farcelo piacere; c’è bisogno di fare ciò dopo la morte?

Quindi possiamo pensare che tutto ciò era solo superstizione per tenere a bada le persone più cattive e più ingenue. Giustamente si può pensare che la giustizia di Dio metterà in ordine le cose separando buoni e cattivi, ma secondo me, una volta morti tutti saranno sulla Terra, maledetti i cattivi e destinati alla pace i buoni. Dopo questa parentesi, i Sin Alma non meritano la pace, forse solo Dio può decidere dove mandarli, perché non avendo più un’anima non possono andare in paradiso, forse all’inferno, anche se non hanno scelto di fare il male. Forse i Sin Alma dovrebbero stare in eterno in purgatorio. Mettendo da parte ora tutto ciò, collegando il grande Dante ai Sin Alma, era per rendere più leggendari i Sin Alma, ed al tempo stesso ricordare che sono reali e non di fantasia. Dante fu un grande maestro di vita, ma non solo, anche un filosofo ed una specie di psichiatra arcaico, perché lui analizzò in maniera rudimentale determinati comportamenti anormali di alcune persone e le classificò nella Divina Commedia. Quindi Dante non era solo un poeta, ma soprattutto un eccellente osservatore. Questo è molto interessante pensare se Dante avesse saputo dei Sin Alma dove li avrebbe messi, chissà in quale girone, secondo voi?

Forse un girone apposta per loro; chissà. La Divina Commedia è più interessante di quanto si possa pensare, perché fu un grande punto di partenza per l’umanità.

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Dir. artistica Emanuela Petroni
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