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IL DIVORATORE DI ANIME – Capitolo 191

DiPietro Sciandra

Dic 29, 2017

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Capitolo 191

Non c’è tempo da perdere. Don Francesco ha le ostie ed il Santo Graal. Per fortuna i nemici dei tre membri del sacro tridente sono stati ingannati. Credendolo un falso Graal; il Divoratore che aveva bevuto l’acqua santa nel Santo Graal; tutto ciò non dà alcun potere. Perché come ora noi tutti sappiamo, cari lettori, l’immortalità del Santo Graal viene attivata bevendo sangue di uomo innocente condannato a morte nel Santo Graal e per fare questo servono anche delle ostie; segnale divino rappresentato dal miracolo eucaristico in cui non credeva don Francesco a tal punto da voler abbandonare la Chiesa. Dovendosi ricredere nella infinita potenza di Dio; don Francesco che è tuttora prete, egli ha dovuto mettere alla prova la sua estrema prova di fede in Dio. Soprattutto perché altrimenti morirebbe il suo caro amico Matteo che morendo egli non permetterebbe di poter resuscitare il caro amico di don Francesco ovvero il commissario Emiliano De Luca. Don Francesco prende le ostie e le sporca con il sangue di Matteo. Don Francesco fa gocciolare un po’ di sangue di Matteo dentro al Santo Graal. Don Francesco mette le ostie sporche del sangue di Matteo, sangue preso dalle ferite gravissime di Matteo. Dopo aver fatto gocciolare alcune gocce di sangue di Matteo dentro al Graal. Don Francesco mette le ostie sporche di sangue di Matteo dentro al Graal che contiene altro sangue di Matteo. Qualcosa di miracoloso sta per succedere. Le ostie cominciano a brillare. Don Francesco dice, alzando il calice che contiene il sangue di Matteo ma anche le ostie sporche di sangue di Matteo:

Con Cristo, per Cristo, in Cristo!”

Il Graal emana una luce che non è di questo mondo. Don Francesco prende le ostie insanguinate del sangue di Matteo da dentro al Graal e don Francesco mette le ostie insanguinate sulle ferite mortali di Matteo. Matteo guarisce miracolosamente come se egli non fosse mai stato ferito. Matteo è guarito dai poteri del Graal a sua immensa sorpresa. Ora bisogna pensare al commissario. Matteo e don Francesco vanno verso il cadavere del commissario. Don Francesco davanti a Matteo dice:

Con Cristo, per Cristo e in Cristo!”

Don Francesco mette tutte le ostie insanguinate da dentro al Graal addosso al commissario. Il Graal emana una luce immensa. Incredibile ma vero. Il commissario che era morto; egli si sta risvegliando dalla morte. Il commissario non riesce a dire nulla; e pensare che il commissario De Luca era addirittura ateo. Il commissario abbraccia don Francesco. Matteo abbraccia don Francesco e il commissario. Matteo dice a don Francesco ed al commissario:

Noi tre del sacro tridente siamo di nuovo insieme perché Dio ha voluto tutto questo e noi siamo stati devoti di seguirlo! La nostra missione non finisce qui! Il mio antenato Simone aveva ucciso il primo “divoratore di anime” nel 1888! Ora sta a me uccidere il nuovo “divoratore di anime”! Io devo salvare il mondo dal nemico di Dio!”

Il commissario riportato in vita dai poteri del Graal scoperti da don Francesco; il commissario dice a don Francesco ed a Matteo:

Don Francesco! Matteo! Io non sono stato resuscitato di certo per perdere! Noi dobbiamo affrontare la nostra battaglia finale!”

Intanto, ecco arrivare i 4 Cavalieri Rossi al Vaticano. I 4 Cavalieri Rossi hanno trovato il sacco di Matteo alla casa di Riccardo Croce. I 4 Cavalieri Rossi hanno anche l’alabarda di don Francesco. Il compito dei Cavalieri Rossi finisce qui. I tre membri del sacro tridente devono affrontare nella battaglia finale i tre membri Sin Alma. Ora don Francesco è armato della sua alabarda ma non del suo crocifisso dorato che è rimasto nelle mani di Medusa dopo che ella lo avesse tolto dal collo di Riccardo Croce che gli era stato messo da don Francesco per allontanarlo. Non potendo don Francesco sconfiggere ed uccidere il Divoratore perché don Francesco poteva solo allontanare da sé il Divoratore non potendolo uccidere perché don Francesco era disarmato. Ora però Matteo ha di nuovo il suo sacco contenente le sue armi e non i serpenti di Medusa. Difatti Matteo è pronto per la battaglia finale ad usare la sua frusta, la sua croce da lancio e la sua daga. Ma la croce d’oro servirà a Matteo? Questo noi cari lettori lo sapremo molto presto. Tre contro tre. Male contro bene. Una sfida senza eguali e mai avvenuta. Il destino del mondo sta per compiersi in un modo o in un altro, da un lato o da un altro, da una dimensione o da un’altra. I Cavalieri Rossi sono fuori dalla lotta. Cambio di avversari. Don Francesco contro Medusa. Il commissario contro Ombra. Matteo finalmente contro il Divoratore. Don Francesco dice a Medusa:

Tu avevi ucciso il mio caro amico commissario con i tuoi serpenti velenosi, ma io l’ho resuscitato con il Santo Graal! Io ho anche salvato la vita a Matteo De Angelis con il Santo Graal!”

Medusa dice a don Francesco:

Ecco perché il commissario è vivo! Io mi stavo chiedendo come tutti qui; come potesse essere vivo il commissario morto avvelenato dai morsi dei miei letali serpenti, e poi come può non essere morto Matteo dopo le ferite mortali riportate dopo che lui fosse stato sconfitto da Ombra?”

Don Francesco dice a Medusa:

Io ho usato il sangue di Matteo prima per guarire Matteo e poi per resuscitare il commissario; ecco perché Matteo che stava morendo dissanguato egli non è morto; e il commissario che era morto avvelenato dai morsi velenosi dei tuoi serpenti, il commissario è stato riportato in vita!”

Medusa dice a don Francesco:

Ma tutto questo è impossibile! Tu non puoi aver riportato in vita il commissario morto avvelenato dai morsi dei miei serpenti e impedire a Matteo di morire dissanguato per tutte le ferite ch’egli aveva!”

Don Francesco dice a Medusa:

Nulla è impossibile a Dio! E soprattutto a chi segue e crede veramente in Dio ed in tutti i suoi poteri! Tutto questo si chiama fede, cosa che tu e tutti i Sin Alma non potete avere come voi non avete neppure più la vostra anima!”

Medusa dice a don Francesco:

Ma allora il mio amatissimo Riccardo non è stato ingannato! Quella coppa è veramente il Santo Graal!”

Don Francesco dice a Medusa:

L’acqua santa non avrebbe mai dato alcun potere bevendola nel Santo Graal!”

Medusa dice a don Francesco:

Ahh! Io avevo ragione a non fidarmi di tutti voi! Qualcosa che voi bramavate c’era di sicuro! Io avevo fatto bene a scambiare il mio sacco contenente i miei serpenti con il sacco contenente le armi di Matteo! Se tu morirai, tu non potrai mai più né guarire né resuscitare i tuoi amici! Io ti ucciderò maledetto prete!!”

Don Francesco dice a Medusa:

Maledetta sei tu! Tu che adori i serpenti invece di adorare le persone e Dio! Tu sei la regina della distruzione e dell’empietà! Io non avrò mercé per te!”

Il combattimento tra Medusa e don Francesco sta per cominciare. Medusa tenta di lanciare i serpenti contro don Francesco. Questa volta don Francesco è armato della sua preziosissima alabarda, con la quale egli può scansare i serpenti che gli vengono lanciati dalla perfida Medusa. Intanto il commissario sta per affrontare Ombra. Ombra dice al commissario:

Ma non puoi essere tu!? Tu sei morto avvelenato dai morsi dei serpenti di Medusa, o no?”

Il commissario dice a Ombra:

Don Francesco con il Santo Graal mi ha riportato in vita! Ed io sono ritornato su questo mondo per cancellare la tua sgradita presenza nel mondo degli esseri umani!”

Ombra dice a Emiliano De Luca:

Ma almeno quel bastardo di Matteo sarà morto!”

Il commissario dice a Ombra:

Io devo deluderti per la seconda volta! Matteo è stato salvato da don Francesco sempre grazie al Graal! Sia lodato Dio! Per dirlo io che ero ateo!”

Ombra dice al commissario:

Ma allora il Graal era il vero Graal! Come è possibile questo? Tu sapevi come usarlo! L’acqua santa non c’entrava nulla, perché non era l’acqua santa ad attivare l’immortalità del Graal! Quindi tu non hai mentito, ma solamente tu hai lasciato credere al Divoratore ciò che lui credeva; ecco come il Divoratore è stato ingannato!”

Don Francesco dice a Ombra:

Si, esatto! Bravo! Tu hai capito tutto! Per essere il sovrano dell’oscurità tu hai compreso il massimo potere della luce di Dio!”

Ombra dice al commissario:

Tu morirai! Don Francesco morirà! Matteo morirà! La prossima volta che tu morirai sarà per sempre!”

Il commissario dice a Ombra:

Questo è da vedere! Combatti!”

La mortale sfida tra il commissario De Luca ed Ombra sta per cominciare. Il commissario attacca con i pugni e poi con dei calci. Ombra ha addosso il costume da topo. Ombra si muove velocemente ed egli è difficile da catturare. Ombra morde il commissario. Nulla di grave. Il commissario attacca con dei calci. Ombra viene colpito. Ombra indossa il costume da ragno. Ombra lancia le ragnatele di metallo. Il commissario viene colpito ed egli resta ferito. Ombra indossa il costume da lucertola. Ombra colpisce il commissario con la coda. Ombra colpisce il commissario con la lingua biforcuta. Il commissario è ferito. Ombra indossa il costume da scarafaggio. Ombra dice al commissario:

Questa volta tu morirai per sempre!”

Il commissario dice a Ombra:

Io ti schiaccerò, scarafaggio!”

Ombra attacca il commissario con le sue zampe e con le sue antenne ferendo il commissario. Il commissario ha una grossa sorpresa per Ombra che è vestito da scarafaggio. Il commissario dopo che era stato liberato da Ombra a casa di Riccardo Croce; il commissario che aveva un piano era proprio questo; ovvero andando dalla casa di Riccardo Croce al Vaticano; nel tragitto, il commissario che ormai egli era libero, il commissario si era fatto dare da alcuni suoi poliziotti per strada quante più manette possibili. Difatti, il commissario estrae quattro manette ed il commissario le usa per bloccare tutte le zampe di Ombra che è vestito da scarafaggio. Ombra che indossa il costume da scarafaggio, Ombra non può muoversi né fare attacchi perché tutte le sue zampe sono immobilizzate dalle manette messegli alle zampe dal commissario. Il commissario dice a Ombra:

Nessuno mi crederà che io abbia arrestato uno scarafaggio così grande! E pensare che i poliziotti si lamentino degli scarafaggi in commissariato!”

Ombra è immobilizzato dalle manette del commissario. Ombra che indossa il costume da scarafaggio, Ombra non può attaccare con le zampe, ma Ombra può attaccare con le antenne che sono lunghe, dure ed appuntite. Ombra fa la carica per infilzare ed uccidere il commissario; non potendo Ombra usare le zampe perché tutte ammanettate, tranne le gambe umane su cui Ombra può reggere il suo peso. Ombra si lancia spingendosi con le sole zampe non ammanettate che in realtà esse sono le sue gambe umane, contro il commissario per infilzarlo con le antenne lunghe, dure ed appuntite. Ombra si lancia contro il commissario per ucciderlo, infilzandolo con le antenne. Non c’è nemmeno un secondo da perdere; vita o morte. Vita di uno e morte di un altro, il problema è di chi la vita e di chi la morte. Il commissario vede un gigantesco lampadario con un puntale dorato. Il commissario nota una corda che serve per fare scendere e salire il lampadario per eventuale pulitura o sostituzione di lampadine od in caso di qualche riparazione. Il commissario che sta aspettando Ombra che si sta lanciando contro di lui; il commissario si deve mettere velocemente accanto alla corda per tirare su o per calare il lampadario. Ombra che può correre con le sole gambe senza poter usare le zampe da scarafaggio; ma comunque Ombra può infilzare il commissario con le lunghe, dure ed appuntite antenne da scarafaggio. Mentre Ombra sta correndo per andare addosso al commissario per infilzarlo con le lunghe antenne da scarafaggio; il commissario deve fare i calcoli per evitare di mancare Ombra facendogli cadere addosso il gigantesco lampadario dorato con un lunghissimo puntale. Per quanto possa sembrare strano; ma il commissario deve fare da esca. Ovvero il commissario deve attirare Ombra sul punto in cui dovrebbe cadere il lampadario gigante. Come attirare Ombra in quel punto? Come può il commissario attirare Ombra in quel punto e lasciare la corda per fare precipitare il lampadario addosso a Ombra? Il commissario deve inventare uno stratagemma. Difatti il commissario deve mettersi sotto il punto in cui dovrebbe cadere il lampadario per attirare Ombra facendogli credere di non muoversi per affrontarlo. Il rischio così potrebbe essere enorme. Allora il commissario deve trovare una soluzione più sicura per battere Ombra ma che essa potrebbe uccidere il commissario stesso. Ovvero, invece di aspettare Ombra sotto al punto in cui dovrebbe schiantarsi il lampadario; il commissario deve andare al punto in cui si trova la corda, lasciare la corda e poi correndo incontro a Ombra il commissario deve andare verso il punto in cui dovrebbe cadere il lampadario. C’è una grossa e pericolosa differenza facendo così; perché lasciando la corda che fa cadere il lampadario e correre verso il punto in cui cadrà il lampadario, il commissario rischierebbe di morire schiacciato dal lampadario e non Ombra. Un solo secondo di ritardo potrebbe decidere la morte del commissario e non di Ombra. Il commissario è troppo deciso a sconfiggere il male ed in questo caso il commissario è molto determinato ad uccidere Ombra facendogli cadere addosso il gigantesco lampadario con il lungo ed affilato puntale dorato. Il commissario corre dirigendosi verso la corda per fare calare il lampadario, facendosi inseguire da Ombra che può solamente correre con le gambe, avendo tutte le zampe ammanettate. Ombra può infilzare il commissario con le lunghe antenne. Il commissario corre verso la corda che fa scendere il lampadario; Ombra insegue il commissario per infilzarlo con le antenne. Il commissario sta rischiando di essere schiacciato ed infilzato dal lampadario; Ombra vede il commissario per infilzarlo. Il lampadario con il suo tremendo peso precipita come un masso gigante. Il lampadario è a pochissima distanza dalla testa del commissario che sta rischiando di morire schiacciato ed infilzato dal lampadario. Pochissimi secondi prima, il commissario che sta aspettando che Ombra gli si butti addosso per infilzarlo, il commissario si sposta di pochissimo ed il lampadario si schianta su Ombra infilzandolo sulla testa con il puntale dorato e dopo Ombra muore sotto lo schianto dell’enorme lampadario. Ombra è morto prima infilzato sulla testa dal puntale dorato e dopo schiacciato dal peso di tutto il lampadario. Il commissario dice a Ombra oramai morto:

Io ti avevo detto che io ti avrei schiacciato! Perché tu non mi hai creduto? Tu sei stato schiacciato come uno scarafaggio!”

Ombra è morto ed il commissario è il vincitore. Intanto Medusa continua a lanciare i serpenti a don Francesco. Ad un certo punto, Medusa prende dei serpenti da dentro il sacco e li usa come delle vere fruste muovendoli velocemente per colpire il malcapitato don Francesco. Don Francesco viene ripetutamente colpito ma non morso. Don Francesco ricorda di aver messo intorno al collo di Riccardo Croce la sua croce d’oro che poi la croce d’oro è tuttora in possesso di Medusa. Don Francesco dice a Medusa:

Tu dovresti avere addosso qualcosa che è mia, non è vero?”

Medusa dice a don Francesco:

Ah, si! La croce d’oro che tu avevi messo al collo di Riccardo Croce per allontanarlo da te, perché tu avevi paura di lui!”

Don Francesco ha una idea geniale. Don Francesco dice a Medusa:

Tu in fondo sei sempre una bellissima donna; fammi vedere come ti sta il crocifisso dorato intorno al collo; tanto tu non temi l’oro come il tuo amato Riccardo; non è vero?”

Medusa per farsi ammirare, Medusa si mette il crocifisso dorato al collo che era di don Francesco che don Francesco aveva messo al collo di Riccardo Croce e che poi Medusa per liberarlo lei aveva tenuto in tasca. Mentre Medusa si mette il crocifisso dorato che era di don Francesco intorno al collo; don Francesco che è riuscito a far cadere Medusa nel suo tranello; don Francesco con la sua alabarda afferra il crocifisso dorato in mano a Medusa, trascinando Medusa verso il sacco dei serpenti di Medusa, don Francesco spinge Medusa di faccia dentro il sacco contenente i suoi stessi serpenti. Medusa viene morsa e sfigurata sul viso dai suoi serpenti. Medusa comincia subito a sentirsi molto male perché lei è stata morsa contemporaneamente da quasi tutti i serpenti che erano rimasti nel sacco. Medusa suda freddo e trema. Gli innumerevoli morsi dei serpenti che erano nel sacco hanno morso Medusa ripetutamente sul viso avvelenandola e sfigurandola con le tantissime ferite causate dai morsi dei suoi stessi serpenti. Medusa muore avvelenata morsa sul viso dai suoi serpenti grazie all’incredibile stratagemma inventato da don Francesco. Intanto Matteo De Angelis sta affrontando Riccardo Croce. Matteo dice a Riccardo:

Stavolta niente costumi! Tutti e due siamo a viso scoperto!”

Riccardo dice a Matteo:

Io ho capito perché tu hai detto così! Uomo Giaguaro eri tu! Tu debole eri e debole tu sei rimasto! Quell’incontro era una prova, ma stavolta io ti ucciderò!”

Matteo attacca con la frusta. Riccardo blocca la frusta e tirandola, Riccardo fa cadere Matteo. Riccardo è troppo forte per sconfiggerlo con la frusta, che Riccardo avvolgendola la strappa di mano a Matteo. Riccardo ha tolto la frusta a Matteo. Matteo prende la croce da lancio da dentro al sacco. Matteo lancia la croce da lancio contro Riccardo. Riccardo scansa la croce e poi Riccardo afferra al volo la croce da lancio. Matteo non sa più cosa fare sentendosi disperato. Riccardo possiede ora due armi di Matteo. Matteo ha solamente nel sacco la daga e la croce d’oro. Riccardo non ha bisogno di usare le armi di Matteo in suo possesso. Riccardo è troppo forte per aver bisogno delle armi di Matteo e poi Riccardo sa combattere in tantissimi modi. Riccardo attacca Matteo colpendolo con durissimi calci e violenti pugni. Matteo resta tramortito. Matteo è in gravissima difficoltà; perché questa volta Riccardo sta combattendo con odio e non per mettere alla prova Matteo, soprattutto sapendo la sua vera identità e le sue vere intenzioni non avendo alcuna maschera. Riccardo dice a Matteo:

Tu morirai oggi! Come hai potuto tu pensare di fare parte del mio impero se io ti avevo sconfitto in pochissimi secondi?”

Matteo dice a Matteo:

Io pensavo che facendomi passare per uno dei tuoi simili io ti avrei sconfitto!”

Riccardo dice a Matteo:

Veramente tu pensavi che tu indossando un costume ed una maschera io ti avrei preso con me?”

Matteo dice a Riccardo:

Perché no? Cosa mi mancava?”

Riccardo dice a Matteo:

Tu avevi paura di me! Io ti sentivo! Tu non eri vero ma tu fingevi! Ecco perché io non ti ho preso con me!”

Matteo dice a Riccardo:

Si questo è vero! Ma tu come hai notato una cosa del genere?”

Riccardo dice a Matteo:

Tu avevi troppa fretta di affrontarmi e di sapere l’esito dell’incontro e chi ha fretta di vincere ha fretta di andarsene e per questo io avevo capito che tu fossi un intruso e non uno di noi!”

Riccardo ha Matteo alla sua mercé. Matteo sta rischiando di essere ucciso. Matteo ricorda di avere la croce d’oro nel sacco; combattendo e subendo tutti quei violenti colpi da Riccardo; Matteo non poteva ricordare una cosa del genere. Matteo estrae la croce d’oro dal sacco e Matteo mette la croce d’oro intorno al collo di Riccardo. Riccardo impazzisce e perde il controllo. Riccardo trema non riuscendosi a muovere e quindi nemmeno poter attaccare. Matteo deve approfittare di questa irripetibile occasione. Matteo estrae la daga dal sacco e Matteo infilza con la daga Riccardo sul petto. La paura per la croce d’oro ha terrorizzato il “divoratore di anime” e Matteo ha approfittato della perdita di controllo di Riccardo per infilzarlo con la daga. Riccardo Croce è stato sconfitto. Riccardo Croce muore infilzato dalla daga di Matteo De Angelis. Il nuovo “divoratore di anime” è stato ucciso dal nuovo discendente della famiglia di Simone De Angelis ovvero Matteo De Angelis. Don Francesco ha ucciso Medusa con i suoi stessi serpenti. Il commissario ha ucciso Ombra facendogli cadere addosso un gigantesco lampadario che prima lo ha infilzato con il lunghissimo ed appuntito puntale e poi il lampadario ha schiacciato Ombra con tutto il suo peso. I tre membri del sacro tridente hanno vinto contro il regno dei Sin Alma del terribile Riccardo Croce o anche detto “divoratore di anime”. Papa Giovanni Paolo II aveva riposto bene la sua fiducia nei tre membri del sacro tridente, ovvero Matteo De Angelis, don Francesco ed il commissario Emiliano De Luca. Il male ha perso ed il bene ha vinto. Le difficoltà non sono di certo mancate ed anche le tragedie non sono mancate; perché il commissario fu rapito, poi il commissario morì e poi il commissario fu resuscitato. Matteo stava morendo, se Matteo fosse morto, il commissario non sarebbe stato riportato in vita da don Francesco con il Graal e lo stesso don Francesco sarebbe morto affrontando da solo i tre membri Sin Alma che di certo essi non lo avrebbero lasciato in vita. Per concludere questa stupenda avventura; cari lettori, state attenti se qualcuno di voi dovesse aver paura dell’oro; perché tra voi lettori potrebbe esserci il nuovo “divoratore di anime”. State attenti, cari lettori, perché tra di voi qualcuno potrebbe chiamarsi De Angelis. Tutto potrebbe ricominciare…

E i Cavalieri Rossi? E il Graal? I quattro Cavalieri Rossi rimasti in vita hanno perlustrato il Vaticano e poi i Cavalieri Rossi hanno ritrovato il Graal che aveva usato don Francesco. I quattro Cavalieri Rossi custodiscono ancora il Santo Graal in un sotterraneo del Vaticano. Chissà, forse i Cavalieri Rossi potrebbero avere bisogno di nuovi confratelli per custodire e non usare il Graal…

FINE

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Dir. artistica Emanuela Petroni
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