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IL DIVORATORE DI ANIME – Capitolo 190

DiPietro Sciandra

Dic 29, 2017

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Capitolo 190

Trovato il Santo Graal nel sotterraneo del Vaticano che era celato dai Cavalieri Rossi passando per il passaggio segreto sottostante la scultura della Pietà di Michelangelo; passaggio segreto che mena non solo al nascondiglio dei Cavalieri Rossi ma anche al posto segreto in cui si cela il Santo Graal. Il Santo Graal esiste veramente ed esso è sempre stato sotto al Vaticano; il nascondiglio più sicuro al mondo e soprattutto quello più giusto e santo al mondo. Il Divoratore ora ha il Santo Graal nelle sue mani. Don Francesco ed il commissario sono tranquilli. I 4 Cavalieri Rossi si fidano di don Francesco e del commissario. Matteo De Angelis non ha minima idea di come comportarsi con Riccardo Croce. Ombra sembra perplesso. Medusa non si fida di nessuno; lei pensa che qualcuno nasconda qualche intenzione o qualche segreto sul Santo Graal. Riccardo Croce è felice per ciò che egli ha ottenuto. Il problema ora è come sperimentare il Santo Graal? Nei sotterranei del Vaticano non c’è acqua santa né acqua normale. Risalendo in superficie; Ombra, Medusa e il Divoratore, con il possesso del Santo Graal in mano; il Divoratore immerge il Santo Graal nell’acquasantiera. Il Divoratore sta per bere nel Santo Graal l’acqua santa. Il Divoratore beve l’acqua santa, addirittura bere l’acqua santa fa diventare più forte il “divoratore di anime”. Intanto, don Francesco, il commissario e Matteo stanno assistendo alla scena di Riccardo Croce. I 4 Cavalieri Rossi erano rimasti nel sotterraneo; pure per dimostrare la loro profonda fiducia nei confronti del commissario e di don Francesco e soprattutto per non insospettire il Divoratore. Nulla sta succedendo. Il Divoratore non poteva sapere che il Santo Graal era ricoperto di una vernice scura sia all’esterno che all’interno della coppa per coprire l’oro. Il Santo Graal era fatto di oro ricoperto di una vernice scura per coprirlo e renderlo una comune coppa solo per berci per renderne più facile il modo per nasconderlo e soprattutto per farlo passare inosservato alla gente che lo aveva tra le mani o davanti agli occhi così nessuno avrebbe mai pensato di avere il Santo Graal davanti a sé. Ad un certo punto, don Francesco dice al Divoratore:

Sai tu, che il Santo Graal è fatto d’oro? Tu hai bevuto nella coppa d’oro di Dio!”

Riccardo Croce dice a don Francesco:

Tu mi stai prendendo in giro! Questa coppa non è d’oro! Tu vuoi solo spaventarmi! Tu vuoi ingannarmi perché tu sai che io odio l’oro e che io non berrei mai in una coppa d’oro!”

Ombra dice al Divoratore:

Maestro! Il Santo Graal non dovrebbe essere d’oro ma di legno!”

Medusa dice al Divoratore:

Amore mio! Il Santo Graal forse è stato sostituito da una falsa coppa per ingannarti e farti credere di averti dato ciò che tu volevi per farsi consegnare il commissario e tenerti a bada con un falso Graal!”

Matteo dice a Medusa:

Se questo fosse il falso Graal; tu credi che questa coppa starebbe qui sotto?”

Ombra dice a Matteo:

Si, questo non è il vero Graal! Voi tutti avete ingannato il mio maestro! Tu hai dato il diario al mio maestro in modo che lui si fidasse di te; in modo che lui ti consegnasse il commissario e poi facendogli credere di avere il Santo Graal, tu e i tuoi amici gli avete consegnato un falso Graal per tenerlo a bada in modo che lui non diventi immortale, invulnerabile e che egli non diventi il padrone dell’universo!”

Matteo dice a Ombra:

Tu stai trattando me da truffatore! Esatto?”

Ombra che non può sapere le condizioni per attivare l’immortalità con il Santo Graal; Ombra risponde a Matteo:

Si, tu sei un bugiardo, un truffatore ed un vigliacco; perché tu avresti avuto paura a sfidare il mio signore da onnipotente; ecco perché tu gli hai fatto avere un falso Graal!”

Matteo dice a Ombra:

Combatti!”

Ombra dice a Matteo:

Io sono la persona più felice al mondo in questo momento! Tu morirai oggi tra le mie mani!”

Matteo è pronto per affrontare Ombra. Intanto Medusa dice al commissario:

Tu ed il tuo stupido prete avete ingannato il mio sovrano dei Sin Alma! Io ti distruggerò!”

Il commissario dice a Medusa:

Io non ho ingannato nessuno e poi il mio amico prete non è stupido!”

Intanto Medusa prende il sacco a tracolla addosso a Matteo. Matteo dice a Medusa:

Ehi! Tu che vuoi dal mio sacco? Qui dentro non c’è nulla che ti appartenga!”

Medusa dice a Matteo:

Tu sbagli! Il tuo sacco in realtà è il mio! Io ho scambiato il tuo sacco con il mio! Guarda cosa c’è nel sacco!”

Matteo apre il sacco ed incredulo e spaventato, Matteo vede nel sacco dei serpenti. Matteo getta il sacco a terra. Medusa raccoglie il sacco che Matteo credeva il proprio, invece Matteo per tutto il tempo stava portando con sé il sacco di Medusa contenente i serpenti. Ma allora dove si trova il sacco di Matteo? Medusa aveva scambiato il sacco di Matteo, dopo che Matteo aveva consegnato il diario di Riccardo Croce a Riccardo Croce; Medusa avendo da parte il suo sacco preparato prima contenente i serpenti, Medusa aveva scambiato il sacco di Matteo con il proprio così che Matteo pensava di portare con sé le proprie armi; invece Matteo stava portando con sé i serpenti di Medusa. Quando Matteo aveva posato il suo sacco dopo aver consegnato il diario di Riccardo Croce a Riccardo Croce; Matteo aveva posato il suo sacco per terra. Al momento opportuno; non fidandosi di Matteo, Medusa ha preso il sacco di Matteo e Medusa ha messo il sacco contenente i serpenti al posto del sacco di Matteo. Il sacco di Matteo è stato scambiato prima di venire qui nel sotterraneo del Vaticano. Quindi Matteo non può avere né la sua frusta né la sua daga e poi nel sacco c’erano anche la croce da lancio ed anche la croce d’oro. Matteo ora deve affrontare Ombra a mani nude. Medusa è veramente perfida; una furbizia che nessuno poteva di certo anticipare. Matteo è schifato e spaventato per essersi portato a presso i serpenti di Medusa invece delle proprie armi. Matteo ora è disarmato e quindi a pari condizioni di Ombra. Il commissario deve affrontare Medusa che quest’ultima ha in mano il sacco con i suoi serpenti. Medusa estrae i serpenti dal suo sacco e quindi non dal sacco di Matteo. Il commissario che era prigioniero ovviamente egli è tuttora disarmato. Don Francesco che non poteva portare con sé la sua alabarda alla casa di Riccardo Croce; don Francesco è tuttora disarmato. Don Francesco dice al Divoratore:

Tu devi arrenderti! Bere acqua santa dal Santo Graal non ti ha reso immortale ed invulnerabile! Tu sei come prima; nessuno sa veramente come usare il Santo Graal per rendersi immortali!”

Il “divoratore di anime” dice a don Francesco:

Tu dici che bere acqua santa nel Santo Graal non renda immortali! Questo non è il vero Santo Graal e questo Santo Graal non è nemmeno di oro!”

Don Francesco che ha saputo tutto in realtà ma non potendo dire la verità completa al Divoratore che essendo lui senza scrupoli non si fermerebbe davanti a nulla; don Francesco che ha addosso una croce d’oro, don Francesco si toglie la croce d’oro appesa al proprio collo e con la croce d’oro, don Francesco scalfisce il Santo Graal con la croce d’oro. Tutto quello che era stato tenuto nascosto sulle sembianze del Santo Graal era vero; difatti graffiando il Santo Graal con la croce d’oro di don Francesco; il Santo Graal sotto la vernice nascondeva la sua vera sembianza di colore dorato. Il Santo Graal è veramente d’oro ed esso era stato ricoperto di una tintura scura per renderlo più facilmente nascondibile ed inosservato; una grande idea geniale dei Cavalieri Rossi che per nulla erano preoccupati per questo motivo; difatti ingannare il Divoratore che il Santo Graal non fosse dorato e non dicendogli il modo per attivare l’immortalità con il Santo Graal ma facendogli credere che bastasse bere dell’acqua santa nel Santo Graal; il Divoratore sarebbe stato neutralizzato. Così facendo, il Divoratore avrebbe rinunciato per sempre al Santo Graal che egli tanto desiderava da sempre. Don Francesco dice al “divoratore di anime”:

Tu hai bevuto l’acqua santa in una coppa fatta d’oro!”

Il Divoratore che comincia a sentirsi sempre peggio, cominciando a perdere il controllo, il Divoratore dice a don Francesco:

Io ho bevuto dell’acqua santa in una coppa fatta tutta di oro? Io mi sto sentendo molto male; io sto tremando e sto avendo paura!”

Approfittando della perdita di controllo del “divoratore di anime”; don Francesco deve approfittare maggiormente aumentando la paura del Divoratore. Non essendo in grado di combattere in queste condizioni, il Divoratore trema sempre di più non potendosi muovere. Don Francesco che ha in mano una croce di oro, don Francesco mette intorno al collo il crocifisso dorato a Riccardo Croce. Riccardo Croce si sente sempre peggio. Riccardo Croce non si può muovere e nemmeno tentare di liberarsi dal crocifisso intorno al collo. Intanto, il commissario sta affrontando Medusa che gli lancia addosso dei serpenti. Il commissario è disarmato ed egli deve tentare di scansare i serpenti per non farsi mordere. Medusa si mette addosso dei serpenti usandoli come armi sulle braccia ed andando incontro al commissario. Medusa si getta addosso al commissario. Il commissario viene ripetutamente morso dai serpenti di Medusa. Il commissario comincia a sentirsi veramente molto male; perché tutti i serpenti di Medusa sono altamente velenosi. Il commissario comincia a sudare e sentire freddo contemporaneamente perché il veleno gli sta facendo effetto e rapidamente soprattutto in vari punti del corpo in cui il commissario è stato morso dai serpenti di Medusa. Il commissario sta morendo avvelenato. Nemmeno il Santo Graal potrebbe guarire il commissario né riportarlo in vita; perché noi cari lettori sappiamo la condizione che serve per attivare il Santo Graal. Ignari Matteo e don Francesco del pericolo mortale che sta correndo il commissario; Matteo sta affrontando Ombra che ha addosso il costume da topo. Ombra si muove velocemente ed egli è in grado di mordere Matteo. Matteo viene ripetutamente morso da Ombra. Ombra si mette il costume da scarafaggio. Ombra può attaccare gettandosi addosso a Matteo ed usare le antenne e le zampe per colpire Matteo che viene colpito. Ombra si mette il costume da lucertola. Ombra può colpire Matteo con la coda e mettere a terra Matteo. Ombra può colpire Matteo con la lunga lingua che esce come una lancia biforcuta dalla bocca del suo costume. Matteo viene colpito duramente dalla coda e dalla lingua di Ombra con il costume da lucertola. Ombra si mette il costume da ragno. Ombra può lanciare delle ragnatele fatte di metallo tagliente ed affilate come fossero dei boomerang. Matteo viene colpito duramente ed egli resta ferito. Ombra è troppo forte per Matteo. Intanto il commissario Emiliano De Luca è morto avvelenato dai continui morsi dei serpenti di Medusa. Don Francesco che non sa ancora nulla della morte del commissario e suo grandissimo amico; don Francesco che aveva messo intorno al collo del Divoratore un crocifisso dorato, il Divoratore che prima aveva bevuto dell’acqua santa dentro al Santo Graal che era ricoperto di una tintura scura per non fare vedere che il Santo Graal fosse fatto tutto d’oro; levando la tintura con la croce d’oro in possesso di don Francesco sul Santo Graal; a Riccardo Croce o “divoratore di anime” era stato svelato che il Santo Graal che sembrava scuro in realtà era fatto tutto di oro per nasconderlo meglio e farlo passare inosservato facendolo credere una coppa qualsiasi. Don Francesco aveva svelato a Riccardo Croce che lui avesse bevuto a sua insaputa in un calice fatto tutto d’oro. Sapendo questo il Divoratore cominciava a sentirsi molto male, odiando egli l’oro. Don Francesco approfittando di questa situazione, don Francesco mise intorno al collo il crocifisso d’oro con cui don Francesco aveva graffiato il Santo Graal per levare la tintura e per mostrare il vero materiale del Graal, l’oro. Messo intorno al collo il crocifisso dorato a Riccardo Croce da parte di don Francesco, Riccardo Croce impazzisce all’idea di aver bevuto l’acqua santa in una coppa dorata e sopra tutto ad avere addosso intorno al proprio collo un crocifisso fatto tutto d’oro. Don Francesco non ha armi per mettere fine alla vita di Riccardo Croce e le sole mani nude di don Francesco non possono uccidere un avversario così forte. Intanto Matteo è stato battuto da Ombra; ma Matteo è ancora vivo anche se gravemente ferito. Ombra è quattro mostri in uno solo; e per Matteo la sfida era troppo fuori dalle sue capacità per sconfiggere un essere del genere. Il commissario Emiliano De Luca è morto avvelenato dai continui morsi dei serpenti usati contro di lui da Medusa. A parte Medusa che ha ucciso il commissario, ancora nessun altro sa della morte del commissario. Matteo è stato sconfitto da Ombra, essendo Ombra quattro mostri in uno solo, Matteo da solo e disarmato non poteva avere alcuna possibilità di poterlo sconfiggere. Matteo è stato ripetutamente colpito da tutti gli attacchi troppo imprevedibili di un essere tenebroso come Ombra che egli può cambiarsi i quattro costumi. Matteo è rimasto ferito gravemente anche dalle ragnatele di metallo lanciate da Ombra, che esse sono come delle lame lanciate come boomerang. Non avendo la frusta, la daga e la croce da lancio; Matteo non poteva vincere contro un mostro come Ombra. Matteo è gravemente ferito. Ombra ha sconfitto Matteo. Intanto, don Francesco ha in suo potere Riccardo Croce o “divoratore di anime”. Come mettere fine al Divoratore? Solo la sua paura per l’oro non basta per ucciderlo, ma solo per tenerlo lontano. Lui è il più forte di tutti i suoi Sin Alma. Medusa che ha ucciso il commissario con i serpenti velenosi; Medusa raggiunge il “divoratore di anime” per vedere se lui ha bisogno di aiuto. Il “divoratore di anime” è fuori controllo per aver bevuto l’acqua santa nella coppa fatta d’oro e per avere addosso il crocifisso dorato che gli aveva messo addosso don Francesco. Medusa raggiunge don Francesco ed il Divoratore, Medusa dice:

Il commissario è morto morso dai miei letali serpenti! Noi abbiamo vinto, amore mio!”

Il Divoratore che trema per aver addosso il crocifisso dorato, il Divoratore dice a Medusa:

Io sto perdendo! Io ho paura! Io sono fuori controllo!”

Don Francesco terrorizzato dice:

No! Il mio caro commissario è morto!”

Intanto Ombra raggiunge Medusa ed il Divoratore. Ombra dice a Medusa ed al Divoratore:

Io ho sconfitto Matteo! Lui è gravemente ferito e forse lui morirà dissanguato e condannato a morire per mano mia!”

Don Francesco corre dal commissario che è morto avvelenato dai serpenti di Medusa usati contro di lui come armi viventi. Don Francesco piange alla vista del commissario a terra senza vita. Don Francesco urla:

Dio! Dio! Come è possibile? Un uomo così giusto ed innocente condannato a morte! Anche Matteo morirà per il troppo sangue che lui sta perdendo ed io non potrò fare nulla!”

Dopo un po’, don Francesco riflette, forse guidato dalla fede e non dalla disperazione. Don Francesco pensa:

Io non credevo che l’ostia fosse il corpo di Cristo! Poi con il miracolo eucaristico dell’ostia che diventò carne insanguinata, io ritrovai la mia fede che io avevo perso al punto di abbandonare la mia chiesa!”

Facendo questo ragionamento di suprema fede in Dio, don Francesco comincia a collegare delle cose, ostia, sangue, potere di Dio, vita eterna, Santo Graal. Ora don Francesco è veramente messo in condizione di dimostrare a sé stesso la propria fede in Dio. Solo il Santo Graal può riportare in vita il commissario e curare le gravissime ferite di Matteo che Matteo è imminente prossimo alla morte. Sentendo la frase di innocente condannato a morte per mano sua, frase pronunciata da Ombra nei confronti di Matteo; don Francesco che sa tutto su come attivare l’immortalità tramite il Santo Graal; il suo sapere guidato non solo dalla sua immensa intelligenza, dal suo intuito ma soprattutto dalla sua immensa fede; don Francesco ora sa cosa fare. Non dimentichiamo, cari lettori, che tutto questo sta succedendo nella chiesa del Vaticano. Don Francesco deve solo trovare delle ostie. Don Francesco va in giro alla ricerca di ostie per curare le ferite mortali di Matteo e per riportare in vita il commissario. Intanto il Divoratore è stato liberato da Medusa dal crocifisso dorato che il Divoratore aveva intorno al collo. Ombra sorveglia il suo maestro Divoratore e la sua regina Medusa. Venendo informati i 4 Cavalieri Rossi che don Francesco stia cercando delle ostie. Uno dei 4 Cavalieri Rossi vede don Francesco. Il Cavaliere Rosso dice a don Francesco:

Cosa ti serve, amico?”

Don Francesco:

Dio sia lodato! Mi serve la mia alabarda, il sacco di Matteo che è stato scambiato da Medusa e lasciato alla casa di Riccardo Croce, ma subito mi servono delle ostie per i miei amici!”

Capendo di cosa don Francesco stia parlando, il Cavaliere Rosso dice a don Francesco:

Vieni con me! Io ti troverò delle ostie! Quindi tu sai come attivare l’immortalità! Tu hai scoperto tutto; capendo che il segreto fosse il segnale del miracolo eucaristico in cui tu non credevi tanto tempo fa e che tu facesti molto bene a parlarmene! Va’ a salvare i tuoi amici! Prendi queste ostie perché tu sai cosa farne! Intanto io e gli altri 3 Cavalieri Rossi ti porteremo in chiesa la tua arma e il sacco di Matteo!”

Avendo in mano le ostie, avendo scoperto il segreto dell’immortalità che era celato dal miracolo eucaristico dell’ostia che diventò carne insanguinata perché il prete di allora che aveva l’ostia non credeva veramente che l’ostia fosse il corpo di Cristo. Don Francesco che ha avuto il grandissimo appoggio di aiuto del Cavaliere Rosso che lui aveva incontrato cercando delle ostie per riportare in vita il commissario e per curare le ferite mortali di Matteo. Con le ostie in mano avute dal Cavaliere Rosso incontrato nel Vaticano; don Francesco si dirige velocemente verso Matteo che sta morendo dissanguato e non verso il commissario che è morto avvelenato. Intanto Medusa, Ombra ed il “divoratore di anime” sono tutti e tre insieme in perfetta salute; anche se Riccardo Croce ha temuto di essere sconfitto da don Francesco; ma in realtà don Francesco ha solo allontanato il Divoratore e tenuto a bada con il crocifisso dorato che è rimasto nelle mani di Medusa dopo che lei lo aveva tolto a Riccardo Croce; non potendo Riccardo Croce levarselo da solo, non potendolo toccare perché il solo contatto con l’oro lo indebolisce e lo disturba. Intanto i 4 Cavalieri Rossi sono ritornati alla casa di Riccardo Croce per cercare il sacco di Matteo che era stato scambiato con il sacco di Medusa da Medusa contenente i serpenti di Medusa e che a sua insaputa Matteo credeva di portarsi con sé il proprio sacco contenente le proprie armi, invece Matteo stava portando con sé il sacco contenente i serpenti di Medusa, i quali serpenti sarebbero non solo serviti alla stessa Medusa; ma non sapendo, credendo di prendere le proprie armi da dentro il sacco contente i serpenti, Matteo sarebbe stato morso e quindi morto avvelenato dai serpenti contenuti nel sacco di Medusa che Matteo aveva con sé, credendolo il proprio. Veramente perfida e letale Medusa, nevvero? Per fortuna Matteo non è stato morso; ma guardando solamente nel sacco senza mettere la mano per prendere una sua arma od almeno credendo così; Matteo non è stato morso da nessun serpente; altrimenti anche egli sarebbe stato morso dai serpenti di Medusa e quindi morto avvelenato come il commissario. Invece Matteo è ancora vivo; ma c’è sempre il commissario che è morto e don Francesco ha scoperto come resuscitare il commissario tramite il Santo Graal che era fatto d’oro ma camuffato con una vernice che non lo facesse sembrare d’oro per camuffarlo e nasconderlo meglio in tutti questi secoli per farlo sembrare un comune calice come tantissimi altri. Molto furbi i Cavalieri Rossi di secolo in secolo a verniciare il Graal di un colore diverso dall’oro. Ecco perché don Francesco riuscì ad ingannare Riccardo Croce che odia tutto ciò che è fatto di oro; a farlo bere nel Graal che è fatto d’oro ma camuffato con altra tintura che nascondeva il vero colore ed il vero materiale del Graal; oro che è punto debole del “divoratore di anime”. Il “divoratore di anime” può essere sconfitto con l’oro, ma solamente l’oro non sconfigge il Divoratore. L’inganno del Graal ricoperto di altra vernice per nascondere l’oro sotto la vernice è servito per convincere Riccardo Croce a fargli bere la sola acqua santa nel Graal che ciò non dà alcun potere; perché noi cari lettori ora sappiamo che l’immortalità del Graal viene attivata solo bevendo sangue umano di un uomo condannato a morte innocentemente e questo con l’aiuto di ostie che devono essere imbevute nel calice contenente il sangue con i requisiti già spiegati e porgerle sulla persona che si desidera riportare in vita. Don Francesco non poteva certo immaginare che il miracolo eucaristico a cui lui deve tuttora la sua fede; tant’è vero che don Francesco stava per abbandonare la Chiesa e tornare alla vita laica e ciò gli fece cambiare idea proprio come a quel prete che non credeva che le ostie fossero il corpo di Cristo e appunto con il miracolo eucaristico come prova indiscutibile di Dio; le ostie diventarono carne insanguinata. A don Francesco questo episodio miracoloso sta a dimostrare la potenza di Dio e ciò fa capire a don Francesco il modo di poter resuscitare il suo caro amico Emiliano De Luca. Ma non bisogna dimenticare che serve il sangue umano di un uomo innocente condannato a morte. Matteo è innocente e sta per morire, perdendo sangue dalle sue profonde ferite. Quindi bisogna usare il sangue di Matteo per resuscitare il commissario; ma anche bisogna usare le ostie che don Francesco ha ottenuto da uno dei Cavalieri Rossi che don Francesco ha incontrato nel Vaticano cercando le ostie che sono indispensabili per il rito da eseguire per resuscitare il commissario e per curare le ferite mortali che sono al punto tale da rendere Matteo imminente alla morte dopo che Matteo abbia affrontato e perso contro Ombra; avendo dovuto combattere Matteo senza le proprie armi perché Matteo che credeva il proprio sacco contenente le proprie armi; in realtà il sacco in possesso di Matteo era di Medusa che esso conteneva i serpenti velenosi di Medusa che quest’ultimo sacco era stato sostituito da Medusa alla casa di Riccardo Croce; dopo che Matteo avesse preso il diario di Riccardo Croce dal sacco per consegnarlo a Riccardo Croce e lasciando il sacco incustodito da parte; Medusa che non si fidava minimamente di Matteo, né di don Francesco e né dei Cavalieri Rossi; Medusa aveva preso le sue misure di sicurezza per uccidere i suoi nemici e soprattutto per proteggere il suo carissimo amato Riccardo Croce altrimenti detto anche “divoratore di anime”. Medusa ha avuto una idea veramente degna del suo perfido cervello di regina dei serpenti.

Ora non c’è più tempo da perdere. Perché se le ferite di Matteo non vengono curate dalle ostie insanguinate dallo stesso sangue di Matteo; morendo Matteo, il commissario non potrà più essere riportato in vita. La salvezza di Matteo dipende dal compimento di poter resuscitare il commissario, ovvero morendo Matteo, il commissario non potrà essere resuscitato e quindi entrambi sarebbero morti per sempre.

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Dir. artistica Emanuela Petroni
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