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Capitolo 175
Città del Vaticano…alcuni giorni dopo.
Don Francesco si era fatto fissare un appuntamento con il cardinale Morelli; lo stesso della RI.SE.VA. (riunione segreta vaticana) che gli aveva dato anche il poema sui Cavalieri Rossi. Don Francesco voleva più informazioni possibili; considerato che il papa Giovanni Paolo II gli avesse dato un compito impareggiabile per importanza. Ricevuto dal cardinale, don Francesco espone i suoi quesiti:
“Vi ricordate del poema I Cavalieri Rossi?”
Il cardinale:
“Si, certo; allora?”
Don Francesco:
“Chi erano esattamente e perché erano così a rischio?”
Il cardinale:
“Prima di ogni cosa, essi sono esistiti veramente! Dopo la caduta dei templari, la Chiesa non poteva correre altri rischi, così un nuovo gruppo di cavalieri che operava in segreto doveva prendere il posto dei templari e dei crociati! Il compito dei Cavalieri Rossi non era solo di proteggere il mondo dal peccato e assumere il ruolo di polizia della Chiesa; ma come servizi segreti della Chiesa! I templari erano stati arrestati e bruciati, molti anche torturati! Dopo tutto questo, alcuni anni dopo, la Chiesa decretò in gran segreto l’Ordine dei Cavalieri Rossi, detti anche Cavalieri del Sacro Sangue! Il Sacro Sangue a cosa ti fa pensare?”
Don Francesco:
“Sacro Sangue…Santo Graal!”
Il cardinale:
“Esatto, sembra che il vero motivo dell’arresto dei templari e soprattutto l’uccisione del gran maestro dei templari Jacques De Molay non fu il motivo storico che è ufficialmente riconosciuto; ovvero eresia, riti satanici, ribellione alla Chiesa, tradimento e chissà cos’altro gli accusatori inventarono! La realtà è una, ovvero Jacques aveva trovato il Santo Graal e non voleva dire dove si trovasse e preferì morire che rivelare l’ubicazione del Santo Graal!”
Don Francesco:
“Molto affascinante…Ma che c’entrano i Cavalieri Rossi in tutto questo?”
Il cardinale:
“I Cavalieri Rossi avevano il sacro compito di sostituire i crociati sconfitti in Terra Santa e soprattutto dovevano prendere il posto dei templari in segreto…Ma la cosa più importante è che i Cavalieri Rossi dopo ciò che successe ai templari si impegnarono a combattere le eresie, i riti satanici, distruggere i nemici del cattolicesimo ed odiare tutte le altre religioni diversa dalla loro e creare un’unificazione con una guerra santa mai riconosciuta! Il cattolicesimo sarebbe dovuto divenire prima o poi l’unica religione sul pianeta!”
Don Francesco:
“Una follia! Un’utopia! Ma perché tanta segretezza e tanto mistero?”
Il cardinale:
“Sembra che prima di morire, Jacques De Molay avesse consegnato il Santo Graal ad un tizio che poi divenne uno dei membri dei Cavalieri Rossi!”
Don Francesco:
“A quanto pare Jacques De Molay aveva fatto tanto per evitare che il Santo Graal finisse nelle mani della Chiesa ed alla fine ci era finito lo stesso!”
Il cardinale:
“Non credo, perché la Chiesa non seppe mai del Graal; quindi Jacques De Molay non era morto invano, perché i Cavalieri Rossi custodirono di generazione in generazione il Santo Graal all’oscuro dalla Chiesa e poi non seppero mai i veri poteri del Graal!”
Don Francesco:
“Poteri?! Quali poteri?”
Il cardinale:
“Si diceva che il Santo Graal non fosse solo la più grande prova del potere di Dio; ma persino la chiave dell’immortalità!”
Don Francesco:
“Come?”
Il cardinale:
“Si diceva che bevendo acqua o forse acqua santa nel Santo Graal si sarebbe diventati immortali! Ma…non è mai stato dimostrato o scoperto qualcuno che lo fosse diventato! I Cavalieri Rossi sapevano solo di dover proteggere quell’oggetto dal mondo o forse persino il contrario!”
Don Francesco:
“Il contrario? Che significa il contrario?”
Il cardinale:
“Chi lo sa?”
Don Francesco:
“La cosa che più mi ha incuriosito è perché l’autore del poema si firmò con la parola “un amico”?”
Il cardinale:
“Non l’hai capito?…Un amico si intendeva uno di loro; quindi il poema lo aveva scritto un Cavaliere Rosso ai Cavalieri Rossi!”
Don Francesco:
“Molto interessante…Ma che significa che i Cavalieri Rossi non seppero mai i veri poteri del Graal?”
Il cardinale:
“Innanzitutto i cavalieri fecero il giuramento di nasconderlo per tenerlo lontano dal mondo, altrimenti non sarebbe servito il sacrificio di Jacques De Molay; poi essi non ebbero modo di tentare di scoprire i suoi poteri perché se l’avessero fatto avrebbero potuto persino rischiare di usarlo a fin di male ed avrebbero tradito la loro fede in Cristo!”
Don Francesco:
“Lei come sa tutto questo?”
Il cardinale:
“Io faccio parte del Sacro Ordine dei Cavalieri Rossi e non sono mai cessati di esistere!”
Don Francesco:
“Allora Lei è uno di loro?! Non sono scomparsi tutti nel tempo?”
Il cardinale:
“Siamo più di quanti potresti pensare, ma c’è una grande selezione! Inoltre è comunque una società segreta ed il Vaticano negherà in ogni caso di esserne a conoscenza!”
Don Francesco:
“Dunque, Lei sa dove si trova il Graal?”
Il cardinale:
“In ogni caso non potrei dirlo!”
Don Francesco:
“Lei ha giurato, ma se io volessi far parte dei Cavalieri Rossi?”
Il cardinale:
“Impossibile! Si diventa Cavalieri Rossi per scelta di vocazione e non per mettere le mani sul Graal!”
Don Francesco:
“Allora non c’è speranza, vero?”
Il cardinale:
“Comprendo il tuo ardore, ma loro sono un numero chiuso che si tramanda da secoli!”
Don Francesco:
“Come si può ottenere questo permesso? E poi chi lo dà?”
Il cardinale:
“L’Ordine è come un vero esercito e dipende dalla richiesta del numero necessario; ma meno essi sono e meglio è; e poi le loro missioni sono più pericolose di quanto potresti pensare!”
Don Francesco:
“Perché pericolose?”
Il cardinale:
“Perché essi devono cercare, sgominare ed uccidere i seguaci di Satana!”
Don Francesco:
“Ha detto uccidere?!”
Il cardinale:
“Si, è per questo che la Chiesa nega tutto; perché non può essere complice al mondo d’oggi di una massacro in nome di Dio! Tutto ciò scatenerebbe un grave malcontento ed una crisi di fede del popolo cristiano ed una grande polemica che comporterebbe allo sconquasso totale ed alla perdita del potere ecclesiastico in tutto il mondo!”
Don Francesco:
“Ora capisco…Jacques De Molay fu il salvatore del mondo di tutti i tempi, ma per farlo fu costretto a morire piuttosto di parlare sotto tortura! Quindi la vera storia è che per non rivelare l’ubicazione del Graal preferì morire e seppellire con sé le proprie informazioni! La cosa che più mi spaventa è come si sia sparsa la voce che il Graal rendesse immortali?”
Il cardinale:
“Questo è il più grande mistero dell’umanità!”
Don Francesco:
“Io nel mio periodo di crisi di fede mi ricredetti quando lessi di quel sacerdote che vide l’ostia diventare carne insanguinata!”
Il cardinale:
“Il Santo Graal toglierebbe ogni dubbio persino ad un ateo; perché si sa solo, o forse ci si aspetta che vada al di fuori di ogni ambizione umana; ovvero il sogno più profondo di ogni mortale…l’immortalità!”
Don Francesco:
“Perché proprio il Santo Graal dovrebbe portare l’immortalità? Anche altri oggetti di Cristo potrebbero essere il Santo Graal; difatti alcune fonti portano al piatto dell’ultima cena, al catino con cui Gesù lavò i piedi ai suoi discepoli; alcuni dicono persino un vaso o persino un antico vassoio che conteneva un cibo!”
Il cardinale:
“Tutte queste potrebbero essere ipotesi più che plausibili…Ma la verità è sempre solo una!”
Don Francesco:
“Cosa potrebbe succedere nel peggiore dei casi se il Santo Graal cadesse nelle mani sbagliate?”
Il cardinale:
“Le mani sbagliate sarebbero di chiunque…è questo il problema!”
Don Francesco:
“Ma allora, quelle dei custodi? Come ci si può fidare?”
Il cardinale:
“I custodi sono i Cavalieri Rossi e come ti ho detto esistono ancora nei sotterranei del Vaticano; è lì che si riuniscono, perché nemmeno gli altri membri del clero devono vederli!”
Don Francesco:
“Come si diviene Cavaliere Rosso? Perché di loro ci si può fidare che non usino il Graal a fin di male?”
Il cardinale:
“Il numero di cavalieri è molto limitato, è segreto, si svolge un rito segreto e soprattutto chi veramente se la sente deve rinunciare a tutto il mondo esterno e soprattutto ai familiari!”
Don Francesco:
“Vuol dire che non è una carica piacevole?”
Il cardinale:
“Chi sa della loro esistenza potrebbe provare invidia per loro e soprattutto considerarli eroi, ho scritto io il poema “I Cavalieri Rossi”!”
Don Francesco:
“Non posso crederci!?”
Ripresosi, riprende don Francesco:
“Ecco perché Lei sa tutto su di loro, li conosce di persona!”
Il cardinale:
“Quando scoprii un archivio segreto del Vaticano; e soprattutto non essendo sempre d’accordo con il papa come già sai, decisi di entrare nell’Ordine dei Cavalieri Rossi per cambiare le cose una volta per tutte; perché sembra che in questi tempi la Chiesa deva addirittura aver paura ad emettere un giudizio quando invece nel medioevo aveva persino il potere assoluto su tutto il mondo cristiano cattolico!”
Don Francesco:
“Ciò che Lei dice è molto interessante; ma le epoche cambiano e con i patti lateranensi furono decise le cose una volta per tutte!”
Il cardinale:
“Questo è il punto, sarebbe dovuta diventare l’Italia dentro al Vaticano e non il Vaticano dentro l’Italia! Non dimenticare che lo Stato della Chiesa si formò molto prima dell’Italia, circa 1400 anni prima e perché noi dobbiamo avere solo 0.44 kmq?”
Don Francesco:
“Il potere della Chiesa non si misura con l’estensione territoriale, ma con l’estensione spirituale; quindi più fedeli abbiamo e più siamo potenti!”
Il cardinale:
“Io non sono pienamente d’accordo, perché noi meritiamo molto di più!”
Don Francesco:
“Quanto di più? Al punto da scatenare una guerra?”
Il cardinale:
“No, questo mai! Il nostro sacro compito è di proteggere la gloria di Cristo, distruggere i suoi nemici, mantenere l’ordine religioso e custodire il Santo Graal evitando che qualcuno ne venga in possesso!”
Don Francesco:
“Come è possibile che un Ordine segreto sia sopravvissuto nei secoli mantenendo un minimo di cavalieri? Se qualcuno avesse voluto rinunciare?”
Il cardinale:
“Nessuno rinunciò mai…se lo avesse fatto…sarebbe stato ucciso! Per quanto riguarda la continuazione dell’Ordine invece, fu possibile grazie alla grande fede dei nostri membri del clero; perché erano, sono e saranno sempre tutti monaci combattenti!”
Don Francesco:
“Ecco cosa garantisce la fiducia in loro, l’essere monaci combattenti…”
Don Francesco riprende:
“Purtroppo; devo andare…Grazie di tutto!”