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Capitolo 167
SEGUITO DEL DIARIO DI BELMONTE
Roma, 24 aprile 2002
“Io sono Paolo De Angelis; discendente di Simone De Angelis. Ho un figlio di nome Matteo che ha compiuto 20 anni. Matteo ha un carattere ribelle, indomabile, refrattario alla prudenza, detesta le ingiustizie e non sopporta i prepotenti.
Io sono sicuro che la mia famiglia; o meglio la mia dinastia nasconda un grande segreto, devo scoprirlo ed essere pronto, considerato che mio figlio un giorno debba compiere una missione unica nel suo genere. La cosa più importante che ho scoperto è che con un tranello fu possibile l’uccisione del Divoratore di Anime. Il Divoratore di Anime fu incastrato usando la sua paura dell’oro. Cosa piuttosto curiosa. Chi non vorrebbe qualcosa d’oro, segno di ricchezza, stupore, nobiltà.
Considerato quanto ho scoperto, l’oro è anche simbolo del potere della Chiesa. Forse, però c’è anche qualcosa di personale. Perché qualcuno debba odiare l’oro? Ho letto sul suo diario che l’oro era tutta la sua vita; ma poi viene interrotta la narrazione e rimane misteriosamente incompleta. Perché un attaccamento morboso diviene un odio esasperato? Io ho tratto delle supposizioni, che il barone Ferrari avesse i suoi stessi interessi. Forse ce li aveva anche in fatto di donne e forse è stato proprio lui ad uccidere la sua amata, la marchesa Luisa Ducati. Sicuramente la marchesa poteva rivelare qualche segreto e per questo fu uccisa.
La cosa che più mi affascina è questo Belmonte; come ha potuto tirare fuori una personalità del genere?
Forse si tratta di tirarla fuori nella metà oscura. Io sono sicuro che ogni persona non sia solo una persona; ovvero ogni individuo è tanti individui.
Il Divoratore di Anime è il classico esempio, lui è tante persone e nessuna, perché vorrebbe essere tutti, per cercare la felicità, ma in realtà non è nessuno di quelli. Maurizio Belmonte era buono, cattivo, angelico, perfido, caritatevole, assassino, generoso, usuraio, amico, nemico, cavaliere di Cristo, antagonista di Cristo, angelo del Signore, Divoratore di Anime. Forse potrei persino continuare a citare tutti i volti, tutte le “anime” del Divoratore di Anime, ma quale era veramente la sua? Forse la sua anima era proprio quella della marchesa Ducati? L’amore?”