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Capitolo 133
Roma, 8 febbraio 1888
“Caro diario; oggi mi sento abbastanza allegro. Ma non è solo questo, difatti oggi pomeriggio sono entrato in una chiesa e mi sono messo a parlare con un prete per chiedergli delle mie curiosità. Non mi ero mai accorto di quanto fosse bello girare per chiese a Roma; non è per sminuire le altre città, ma Roma è una città sacra ed impareggiabile; c’è il papa Leone XIII. Per me le chiese di Roma non sono come quelle delle altre città; perché qui a Roma è come se assumessero una funzione di tesori sacri, non è solo il fatto di essere una chiesa; ma essendo una chiesa di Roma si acquista un valore mitologico e fuori dalla portata delle altre anime cristiane. Chi vive a Roma si deve rendere conto di che importante città sia. Roma non è solo la capitale d’Italia, ma è la capitale del mondo cristiano. Chi crede veramente in Dio, deve venire almeno una volta nella sua vita a Roma. Il pellegrinaggio spirituale è la cosa più profonda di Roma e la più pura. Anche se Roma ha i suoi enormi problemi politici; ogni città li ha in un modo o nell’altro; in quantità minore o maggiore.
Quindi Roma non ha nulla da rimproverarsi; perché il male è ovunque, e forse Roma è più soggetta a questo; perché dove c’è il bene assoluto, potrebbe esserci il male assoluto, il diavolo.
Secondo me è legittimo che il diavolo si trovi a Roma; perché nessuna altra città del mondo potrebbe avere un diavolo peggiore di Roma.
Così; per maggiori dettagli; oggi ho parlato con don Marco.
Io ho detto:
“Buon pomeriggio, don Marco! Io sono il signor Belmonte e volevo chiedervi alcune cose; se potete!”
Don Marco:
“Salute a Voi, signor Belmonte! Cosa posso fare per Voi? Volete confessarvi?”
Io:
“Ecco, non proprio; anzi vorrei essere io a porvi delle domande!”
Don Marco:
“Ovvero? Cosa volete?”
Io:
“Questo è molto delicato come argomento; è meglio il confessionale!”
Don Marco:
“Va bene, andiamo!”
Dopo avere preso posto nel confessionale; don Marco mi ha chiesto:
“Allora, figliolo! Cosa c’è che ti turba?”
Io:
“Non sono turbato; sono curioso, è differente! Cosa sapete di preciso…sul…diavolo?”
Don Marco:
“Mio Dio! Che domande sono? Che strana curiosità!?”
Io:
“Non volevo spaventarvi! Cosa deve succedere per diventare Satana?”
Don Marco:
“Nessuno può deciderlo di propria volontà; è lo spirito maligno più potente al mondo e fonte di ogni peccato! Lui teme il nostro potere e dobbiamo difenderci e proteggere le nostre anime e quelle dei nostri fedeli! Non c’è altro da sapere!”
Io:
“Dunque è il nemico della Chiesa e basta; non c’è altro?”
Don Marco:
“Non è il nemico della Chiesa; ma del mondo intero, egli odia Dio e l’uomo!”
Io:
“Come può esistere un mostro simile?”
Don Marco:
“Ciò che so te l’ho detto; ora basta! Ti do la mia benedizione ed evita di chiedermi altre cose del genere!”
Io:
“Grazie, don Marco; sia lodato Dio!”
Quando sono uscito da quella chiesa mi sono sentito molto strano; non so se don Marco avesse avuto paura per qualcosa; oppure gli ho chiesto cose troppo pesanti. Resta il fatto che era molto nervoso ed agitato nel darmi la benedizione. Non so se volesse mandarmi via per evitare il discorso, oppure lui tema qualcosa che non posso sapere. Non pensavo che un prete potesse avere paura di simili discorsi. Chissà, forse don Marco sapeva altro ma non ha voluto dirmelo. Perché i preti hanno così paura; od almeno questo? Non pensavo che un prete potesse avere paura del diavolo; anzi, se non ce l’ha lui il coraggio per affrontarlo; chi ci difende? Forse i preti sanno meno di quello che penso in riguardo, o forse potrebbe essere troppo pericoloso farlo sapere, non so. Tutto questo mi appassiona, ma mi fa anche paura. Forse è meglio lasciare perdere. A presto, caro diario.”