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Così il Critico chiarisce l’opera dell’artista: “Foglie di acacia dai profili arcaici che somiglino a remote scritture – commenta Paolo Battaglia La Terra Borgese – esprimono la volontà misteriosa e magica per la comunione fra testi e i suoi dipinti. Nella vis combinatoria della scienza ancora non scritta, il paesaggio della natura si carica di indizi simbolici e ottiene una specie di catasto o mappa universale dei concetti, così di tale intensità da non essere più percepibili al visitatore moderno. Quelle che D’Amico presenta come semplici foglie di acacia celano un linguaggio straordinariamente ricco che, tecnicamente, al pari delle sue altre figure, raggiunge una rara efficacia, sia che insista sui paesaggi boschivi, sulla espressione di un volto, sia che abbozzi la linea di un nudo o della sincerità di labbra femminili.
Esiste in D’Amico un artista lirico che sceglie di accompagnare le proprie poesie con le soavità di suono dei suoi pennelli. Vuole che le gente intenda, che manifesti, prenda coscienza che l’amore è dilagante quantunque questo drammatico tempo attuale ogni giorno ripeta soprusi, prevaricazioni, infamie, sordidi interessi e assoluto materialismo.
Artista sensibile e intelligente, un gigante vigoroso e tenace che scuote il lassismo delle coscienze e delle percezioni. Vuol far assurgere a una realtà, spesso considerata esterna, attraverso gli stimoli sensoriali, analizzati e interpretati artisticamente mediante processi psichici, intellettivi, intuitivi. Non si tratta di una scusa per promuovere affetti pittorici. Il suo è un gesto costruttivo per sostenere in pubblico un ideale, un’ideologia di non violenza che invita all’amore universale. Descrivendo figure e simboli, indica una speranza alla vita, una vita migliore che ci riporti fratelli ed esorti all’adempimento di una legge morale, della carità, della tolleranza.
Ama i toni spiegati. Il colore rosso, come sangue, come eternità e vita, nella diversa composizione spettrale e, anche, nella luce stessa di cui è maestro, è contenuto nei dipinti di maggiore importanza, volutamente, per non distrarre dal contesto. Sono opere d’arte che autentiche parlano da sole e arricchiscono l’osservatore pervadendolo interiormente, sono parole d’amore.
I volti, i nudi di donna e i paesaggi, sono tutte opere concretizzate artisticamente. E Le foglie d’acacia parlano da sole, affrontano il mistero dell’incognito attraverso un importante simbolo della Tradizione iniziatica. Testimoniano, ancora una volta, l’intelligenza evoluta di questo artista che ha saputo rendere uguale al presente le eccitazioni degli uomini più antichi.
L’arte di D’Amico, in sostanza, pone in movimento e spinge a vigorose considerazioni di coscienza. E mentre che la sua arte ottiene tali risultati, egli dimostra di raggiungere livelli di alto valore: sia artistici, sia umani.”