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Enrico Vanzina, Marco Buticchi, Paolo Mereghetti, la giornalista Tonia Cartolaro, Bruno Morchio, l’ammiraglio Pierluigi Rosati con Graziella Lo Vano, Carlo Piano, Pietrangelo Buttafuoco, Mauro Mazza e Sebastiano Mondadori sono i protagonisti della rassegna invernale febbraio – marzo dei Martedì Letterari del Casinò di Sanremo, dieci appuntamenti con la Letteratura d’autore

DiPaul Polidori

Feb 13, 2023

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“Ci attende un nuovo anno denso di importanti momenti dedicati alla Letteratura, spazi per
incontrarsi e confrontarsi con una rosa dei protagonisti del Sapere contemporaneo, che
caratterizza l’immagine della nostra azienda da più di novant’anni. Nella proposta sempre
diversificata e al tempo stesso sempre in linea con la nostra tradizione si legge l’attenzione
prestata alla Cultura che accresce e diversifica anche la nostra proposta di intrattenimento. “
Afferma il consigliere del Cda Dott.sa Barbara Biale.
Sabato 18 febbraio alle ore 18.00 Enrico Vanzina, autore regista , sceneggiatore, conosciuto e
apprezzato a livello internazionale , dopo aver ricevuto il Gran Trofeo Premio Semeria per la
narrativa torna al Casinò. Lo fa con il suo nuovo libro:” Il cadavere del canal Grande” (Harper
Collins) Introduce l’autore con Marzia Taruffi, curatrice della rassegna , il dott. Carlo Sburlati.
Giocando con i miti del Settecento, contaminando I tre moschettieri con Le relazioni pericolose, La
locandiera di Goldoni con Kill Bill di Tarantino, Il cadavere del Canal Grande è un romanzo storico
sorprendente e meraviglioso, con un meccanismo giallo perfetto, personaggi indimenticabili a
partire dalla protagonista femminile, colpi di scena che lasciano a bocca aperta. Un libro che rivela
ancora una volta l’eclettico e straordinario talento di Enrico Vanzina.

Jean de Briac ha un sogno, fare il pittore. Ma suo padre, un nobile francese assai più interessato al
guadagno e alle mucche che all’arte, non voleva sentirne parlare. Così Jean ha rubato un cavallo
dalla scuderia paterna e ha galoppato fino a Venezia, dove è riuscito a farsi prendere a bottega dal
pittore che ama di più, il maestro Giambattista Tiepolo. La vita tra i canali e gli affreschi gli sembra
tutto quello che ha sempre desiderato, finché un giorno va a sbattere contro una bellissima
ragazza. Lei lo guarda e prima di svanire tra la folla gli affida un sacchetto di velluto con la
preghiera di consegnarlo il prima possibile alla signora Ginevra, la proprietaria della locanda Alle
due spade. Jean lo apre: contiene uno smeraldo di dimensioni stupefacenti. Pochi minuti dopo dal
Ponte di Rialto si alzano delle grida, “c’è un cadavere nel Canal Grande”. È la ragazza del
sacchetto… Dopo una notte turbata da un sonno inquieto Jean si reca alla locanda. Incontrerà
Ginevra, la donna più sensuale che abbia mai visto, e finirà in un misterioso intrigo che coinvolgerà
i potenti di tutta Europa e il più celebre veneziano di sempre: il cavalier Giacomo Casanova. Dopo
avere raccontato Roma e Milano, Enrico Vanzina chiude la sua trilogia noir dedicata alle città
italiane.
Suo padre, Steno, era un regista. Suo fratello, Carlo, era un regista. Lui, invece, è eclettico fa lo
sceneggiatore, l’autore, il regista, lo scrittore. Ha scritto circa cento film, alcuni famosissimi. Ha
vinto il Nastro d’argento, la Grolla d’oro, il Premio De Sica e il Premio Flaiano. Ma il cinema e la tv
non sono la sua unica occupazione. Ha collaborato con il «Corriere della Sera» e scrive ogni
settimana su «Il Messaggero». Ha pubblicato diversi libri, tra cui Il gigante sfregiato (Newton
Compton, 2013), suo primo romanzo giallo, Le finte bionde, Una famiglia italiana (Mondadori),

Colazione da Bulgari (Salerno Editrice), La sera a Roma (Mondadori 2018), Mio fratello Carlo
(HarperCollins Italia, 2019). Diario Diurno (HarperCollins) 2021.

Martedì 21 febbraio ore 16.30 nel Teatro del Casinò Marco Buticchi, il maestro italiano
dell’avventura, presenta il suo nuovo lavoro:”Il serpente e il faraone” ( Longanesi). Partecipa lo
storico Matteo Moraglia. Letture scelte da Franco La Sacra direttore artistico e da Loredana De
Flaviis, attrice, de “Il Teatro dell’Albero”.
Una cavalcata inarrestabile dalle sabbie dei deserti degli antichi egizi alle colline del Mediterraneo
alla ricerca del più prezioso tesoro di ogni tempo. Un fiume tumultuoso che corre senza sosta dai
fasti dei faraoni alle radici del male del secolo scorso.

“Dalle sabbie dell’Egitto del faraone eretico Akhenaton sino ai tragici eventi del Novecento, una
storia il cui filo rosso ha inizio nella tomba di un re bambino vissuto quasi tremila e cinquecento
anni fa. 4 novembre 1922: nella Valle dei Re, viene scoperta la tomba di Tutankhamon. La febbre
dell’antico Egitto infiamma il mondo intero. L’egittologo Howard Carter e il suo finanziatore, il
conte di Carnarvon, si trovano d’improvviso al centro dell’attenzione e, accanto alla curiosità di
scoprire i segreti di una civiltà così lontana e misteriosa, si scatenano ben presto invidie, voci
malevole e leggende di maledizioni.In Europa, intanto, nonostante il primo conflitto mondiale sia
da poco terminato, sembra si corra incontro a una nuova, terribile guerra. A ravvivare le braci è, in
particolare, il crescente antisemitismo, alimentato anche dal servizio segreto zarista, l’Ochrana,
che fa redigere un falso documento – i Protocolli dei Savi anziani di Sion – per gettare discredito
sulla finanza ebraica. Ma quando le manovre occulte di queste forze eversive sembrano a un
punto morto, la scoperta del sepolcro del faraone bambino giunge come una provvidenziale
soluzione. Non soltanto per via dei favolosi tesori che contiene, ma anche per i papiri perduti, quei
papiri che – a detta dei responsabili della spedizione archeologica, Carnarvon e Carter –
«sarebbero stati in grado di stravolgere i fondamenti delle religioni».1341 a.C.: Nasce
Tutankhamon, figlio di Akhenaton, il faraone eretico. Crescere a corte per il piccolo erede al trono
è un continuo districarsi tra insidie e congiure, ma il peggio accade quando suo padre è costretto a
scomparire. Nei pochi anni che gli restano, Tut custodirà gelosamente i papiri segreti che narrano
il vero destino del faraone Akhenaton e del fratellastro, l’ebreo Mosè. Una verità preziosa, ma
scomoda per il giovanissimo sovrano, suo malgrado al centro di spietate manovre e
cospirazioni. Una cavalcata inarrestabile dalle sabbie dei deserti degli antichi egizi alle colline del
Mediterraneo alla ricerca del più prezioso tesoro di ogni tempo. Un fiume tumultuoso che corre
senza sosta dai fasti dei faraoni alle radici del male del secolo scorso.”

Marco Buticchi, il maestro italiano dell’avventura, è nato alla Spezia e ha viaggiato moltissimo per
lavoro, nutrendo così anche la sua curiosità, il suo gusto per l’avventura e la sua attenzione per la
storia e il particolare fascino dei tanti luoghi che ha visitato. È il primo autore italiano pubblicato
da Longanesi nella collana «I maestri dell’avventura » (accanto a Wilbur Smith e Clive Cussler), in

cui sono apparsi con grande successo di pubblico e di critica Le Pietre della Luna (1997), Menorah
(1998), Profezia (2000), La nave d’oro (2003), L’anello dei re (2005), Il vento dei demoni (2007), Il
respiro del deserto (2009), La voce del destino (2011), La stella di pietra (2013), Il segno dell’aquila
(2015), La luce dell’impero (2017), Il segreto del faraone nero (2018), Stirpe di navigatori (2019),
disponibili anche in edizione TEA, oltre a Casa di mare (Longanesi 2016), un appassionato ritratto
del padre, Albino Buticchi. Nel 2020 esce L’ombra di Iside (Longanesi) a cui segue l’anno successivo
Il mare dei fuochi (Longanesi).
Nel dicembre 2008 Marco Buticchi è stato nominato Commendatore dal Presidente della
Repubblica per aver contribuito alla diffusione della lingua e della letteratura italiana anche
all’estero.
Il 28 febbraio nel Teatro dell’Opera del Casinò alle ore 18.00 Paolo Mereghetti illustra il suo “Il
Mereghetti 30 anni di cinema (Baldini & Castoldi).
Non esiste in Italia (e non solo) un repertorio tanto ampio e documentato sulla settima arte come
il dizionario di Paolo Mereghetti. A 30 anni dalla sua prima uscita, rimane un faro capace di
illuminare la storia del cinema, i suoi protagonisti grandi e meno grandi, i suoi film noti e meno
noti. Nella sua versione definitiva arriva a quota 35mila schede, con i film nuovi usciti negli ultimi
due anni (aggiornati ai primi di settembre 2022), con un’abbondantissima selezione dei tanti titoli
che le piattaforme sfornano quasi quotidianamente, ma anche con un capillare recupero di
tantissimi «vecchi» film, dalle pietre miliari del muto, dalle donne per troppo tempo dimenticate
(Kinuyo Tanaka, Ann Hui) ai «maestri» da riconsiderare e far conoscere (Mario Soldati, Joaquim
Pedro de Andrade, Jean-Paul Rappeneau, Sadao Yamanaka, Tex Avery, Christian Petzold, Bertrand
Blier, Koji Fukada) ai campioni del cinema popolare fino ad arrivare a Claude Lanzmann e ai suoi
film che interrogano la Storia. E poi i grandissimi maestri, che per questa edizione sono stati rivisti
riscrivendo completamente le schede dei loro film e riempiendo le possibili mancanze delle
filmografie, da Ingmar Bergman a Akira Kurosawa, da Martin Scorsese a Kenji Mizoguchi, da Nagisa
Oshima a Francis Ford Coppola a Federico Fellini a King Hu a Bernardo Bertolucci a Miklós Jancsó.
Giornalista e critico cinematografico italiano (n. Milano 1949). Dopo aver conseguito la laurea in
Filosofia con una tesi su O. Wells è stato collaboratore di diverse riviste quali Ombre rosse, Positif,
Segnocinema, Reset e Linus. È autore del più celebre e diffuso dizionario dei film realizzato in
lingua italiana Il Mereghetti che cura dal 1993. Nel 2001 ha vinto il Premio Flaiano per la critica
cinematografica. Attualmente collabora con il Corriere della Sera, Radiotre e Rai 3.
Martedì 7 marzo martedì ore 16.00 In collaborazione con lo Zonta di Sanremo, con la
partecipazione della Zonta di Ventimiglia, Bordighera, Imperia e la Fidapa incontro con Tonia
Cartolaro. La scrittrice e giornalista amato e apprezzato volto di SkyTg 24 si sofferma con il suo
libro su “ Leadhers donne e storie di straordinaria normalità” ( Sandelli).
Le protagoniste di questo libro sono sette donne straordinariamente normali. Il patto che ha fatto
con loro Tonia Cartolano aveva una sola premessa: che il loro racconto scaturisse da un lungo caffè
e da una bella chiacchierata. “LeadHers” è nato così: dalle chiacchierate e dagli incontri, senza filtri
e senza mediazioni. Sette protagoniste che, ciascuna a modo suo e con la sua storia, raccontano a
parole (e a fatti) che una donna in gamba può realizzarsi tanto quanto un uomo. Senza pregiudizi,
differenze né categorie. E soprattutto senza cercare di assomigliare agli uomini, capaci, come sono
le donne, di una leadership non migliore di quella maschile, ma diversa. Unica. L’autrice parte dalla
meta raggiunta per narrare quel che sono state, da dove sono partite e come hanno fatto ad

arrivare dove sono. E pagina dopo pagina, grazie a quegli incontri, prova a rispondere a domande
essenziali sulla leadership al femminile e sul suo potenziale.
Tonia Cartolaro è nata ad Avellino l’8 agosto 1978. Dopo la maturità classica al Liceo di Sala
Consilina si iscrive all’Università degli Studi di Saleno con Eduardo Scotti. Nel 2002 ha conseguito la
laurea in Scienze della Comunicazione con tesi Teoria e Tecniche del linguaggio gionalistico. Nel
2004 si è specializzata in Giornalismo presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano con il
massimo dei voti e la lode con una tesi su “Bruno Brancher tra mala e poesia”. E’ uno dei volti più
noti di SkyTg24. E’ docente all’ateneo di Milano.

Venerdì 10 marzo ore 18.00 nel teatro dell’Opera lo scrittore giallista Bruno Morchio presenta il
suo nuovissimo noir “La Fine è ignota” ( La nave di Teseo)
Mariolino Migliaccio ha poco più di trent’anni e neanche un soldo. Grande amante del cinema
americano, fa l’investigatore privato e, senza licenza né ufficio, riceve i clienti in un bar dei
carruggi. Da quando sua madre – che faceva la prostituta – è stata uccisa da un cliente, Mariolino
ha perso tutto, tranne l’infallibile fiuto. Conosce ogni angolo di Genova e sa rovistare nei posti
giusti per svelare i segreti della città. Non è un caso che Luigi il Vecchio, boss che gestisce una casa
di tolleranza travestita da centro benessere, lo abbia assoldato per cercare Liveta, una delle “sue
ragazze” sparita chissà dove. Quando Mariolino si renderà conto che non è stato ingaggiato per
cercarla ma per risolvere una grana ben più grossa dell’organizzazione criminale, sarà troppo tardi
per tirarsi indietro. Bruno Morchio attraversa i chiaroscuri di Genova, regalandoci un nuovo
indimenticabile personaggio. Tra vite in bilico ed esistenze a perdere, con lo sguardo piantato
nell’orizzonte, questo detective degli ultimi non dimentica mai da dove viene.
Bruno Morchio è nato nel 1954 a Genova, dove vive e ha lavorato come psicologo e
psicoterapeuta. È autore, tra l’altro, di una fortunata serie gialla che ha per protagonista
l’investigatore privato Bacci Paga  Per Rizzoli ha pubblicato anche Il testamento del Greco e Un
piede in due scarpe, disponibili in BUR, e La fine è ignota (2023).
Martedì 14 marzo ore 16.30 In collaborazione con ANMi ( Associazione Nazionale Marinai d’Italia)
il Pres. Naz AnMi, l’ Ammiraglio Pierluigi Rosati introduce la figura dell’ammiraglio Luigi Rizzo eroe
di guerra, insignito di due medaglie d’oro al valore militare. Graziella Lo Vano nel suo libro :”La
laguna taceva” propone, all’interno dei fatti storici, la vita privata di Rizzo e della sua famiglia e
l’incontro con quella che diverrà la compagna di vita Giuseppina Marinaz.
I Martedì Letterari continuano il 21 marzo ore 16.30 con Carlo Piano con Il cantiere di Berto. (
Edizioni E/O).
Il romanzo del Ponte di Genova
Una corsa contro il tempo per ricostruire il ponte crollato a Genova, un amore che si affaccia
quando i capelli stingono nel bianco. E un cane che non ha nome. Ci vuole coraggio per decidere il
nome di un cane. Ci vuole tanto coraggio anche per sfiorare le labbra di una donna, quando se ne
è dimenticata la dolcezza. La vita di Berto, professione geometra, enigmista per passione e tante
altre cose, sta per cambiare. Questo, almeno, lui spera.

Sono i mesi frenetici del grande cantiere sul Polcevera, dove tra le macerie germinano come steli
le diciotto pile che sorreggeranno il nuovo ponte. I riflettori sono puntati su Genova, governanti
d’ogni casta sfilano in passerella, la gente si assiepa davanti al recinto per assaporare la rinascita
del viadotto. C’è bisogno di riscatto. Si chiamerà Genova-San Giorgio, ma ancora nessuno lo sa.
Neppure l’architetto di chiara fama che l’ha disegnato. C’è una ferita da rimarginare, quella della
fiducia smarrita nella tragedia. L’ha smarrita anche Berto, assieme a tanti altri, in una mattinata
burrascosa di mezza estate. Sembrava autunno inoltrato, ma era la vigilia di Ferragosto.

Sul greto del torrente Polcevera c’è da compiere un’impresa per riparare il torto. Tra i mille operai
di questo cantiere, di questo luogo sospeso tra dolore e speranza, ci lavora anche lui: Berto fa il
caposquadra e non è un mestiere comodo. Ci vuole sangue freddo e anche un po’ di incoscienza
ad arrampicarsi sui casseri rampanti a quaranta e passa metri d’altezza, soprattutto se la pancetta
fa da zavorra e gli anni corrono a velocità bastarda.

I politici smaniano per tagliare il nastro, la magistratura indaga sulle colpe del disastro, i parenti
delle vittime invocano giustizia, la società che aveva in gestione il vecchio viadotto resiste agli
assalti trincerandosi dietro legioni d’avvocati. Il governo traccheggia sulle decisioni da prendere e
la gente di Certosa, e non solo quella, si scopre sgomenta. Berto sente sfuggire le ultime occasioni
e sa che non torneranno indietro.
Ci vuole coraggio a decidere. E lui deve scovarlo per evitare lo scempio: del ponte, dell’amore, del
suo cagnaccio e della vita stessa.
Carlo Piano
Carlo Piano avrebbe dovuto forse fare l’architetto, dicono, ma così non è andata. Che aggiungere?
Può darsi interessi qualche particolare biografico: nato a Genova – più precisamente a Pegli, nella
periferia di Ponente – nel 1965 sotto il segno dell’Acquario, si è laureato in Lettere. Diventato
giornalista, ha lavorato nelle redazioni di diversi quotidiani e settimanali a Milano. L’11 settembre
2001 si trovava a fare uno stage al New York Times, e non può dimenticare quelle urla lancinanti:
My God e tutto il resto di dolore… Il 14 agosto 2018 si trovava al mare in Liguria e non potrà mai
dimenticare lo sgomento del ponte che crollava con il suo carico di vite.
Collabora con La Repubblica, La Stampa e Il Secolo XIX.
Ha scritto per Feltrinelli, assieme al padre Renzo, Atlantide, pubblicato anche in inglese da Europa
Editions e vincitore del premio letterario Caccuri. Sempre per Feltrinelli è uscito il libro illustrato
Alla ricerca di Atlantide. Ha inoltre curato due libri per Skira sulla bellezza che si nasconde anche
nelle periferie: il Giambellino a Milano e Marghera. Gli piacciono i cani, ma non quelli piccoli e
dall’abbaio isterico. Gli piacciono i cantieri, perché ogni giorno sono diversi da quello precedente.
Così ha scritto questo romanzo.
Martedì 28 marzo ore 16.30 Mauro Mazza presenta la sua ultima fatica letteraria: “ Lo stivale e il
cupolone” ( IL Timone). Partecipano S.E. Mons. Antonio Suetta Vescovo diocesano e il dott. Carlo
Sburlati, giornalista, scrittore.

C’è sempre stato un legame speciale tra Italia e Vaticano. Tra alti e bassi, abbiamo alle spalle venti
secoli di convivenza tra il cuore del cattolicesimo e la terra gentile che gli ha dato sede e ha avuto
in cambio fede. La coppia Stivale-Cupolone ha resistito a tutto, anche alla occupazione di Roma da
parte degli italiani a suggello del Risorgimento. Ora è cambiato tutto, radicalmente. La separazione
è un dato di fatto. La crisi italiana è figlia di quella europea. La classe dirigente – politica e culturale

  • sta trasformando il Vecchio Continente in un dirittificio, in balìa di una tecno-scienza che
    promette l’avvento dell’homo-Deus, stadio estremo dell’utopia rivoluzionaria. Ma non tutto è
    perduto. Uomini e donne di buona volontà, con l’aiuto del Cielo, possono fare miracoli. È già
    accaduto. Potrebbe accadere di nuovo.
    Mauro Mazza (Roma, 1955) Ha seguito per la Rai i maggiori avvenimenti dell’ultimo decennio del
    secolo scorso, prima di dirigere Tg2, RaiUno e RaiSport. E’ autore di numerosi saggi e pamphlet di
    storia e cultura politica (I ragazzi di Via Milano, Fergen 2006; Vent’anni e una notte, con A. Urso,
    Castelvecchi 2013; In coscienza, Pagine 2019). Ha scritto di religione (Bergoglio e pregiudizio,
    Pagine 2018), di letteratura del Novecento (Papini, l’inquietudine di un secolo, Volpe 1981; Uomo
    infinito, Pellegrini 2014; Sciascia, nient’altro che la verità, con P.F. Bruni, Nemapress 2021) e di
    televisione (Tv, moglie, amante, compagna, con B. Agnes, Rai-Eri 2004). Diario dell’ultima notte è il
    suo terzo romanzo, dopo L’albero del mondo (2012) e Il destino del papa russo (2016) editi da Fazi,
    coi quali ha ottenuto importanti riconoscimenti, tra cui il Premio Casinò di Sanremo Antonio
    Semeria. Per la lepre ha pubblicato “Diario dell’ultima notte” 2021 .

Mercoledì 29 marzo ore 18.00 nel teatro dell’Opera Pietrangelo Buttafuoco illustra il suo “Sono
cose che passano.” ( La Nave di Teseo)
Nel secondo dopoguerra il barone di dubbia nobiltà Rodolfo Polizzi sposa Ottavia principessa di
Bauci e la porta con sé a Leonforte, un paese dell’entroterra di Sicilia. In quell’estate del 1951
dove, poco lontano, sull’isola di Vulcano Roberto Rossellini s’innamorava di Ingrid Bergman e, a
Capo d’Orlando, Lucio Piccolo con i fratelli Casimiro e Agata Giovanna – zii di Ottavia – ricevevano
il jet set internazionale, a casa del candido Rodolfo arrivava Lucy Thompson, la compagna di
college della moglie a svegliare i trascorsi di gioventù della principessa, tutti di strani riti e sabba
studenteschi. Sotto gli occhi della signorina Lia, entusiasta testimone di una stagione elettrizzante,
mentre il barone Polizzi si ammala e la principessa si lascia sedurre da un capomastro, l’intera
Leonforte si trasforma in un pandemonio. Ma qualche anno dopo Carlo Delcroix, un eroe soldato –
cieco e mutilato – la spinge a una scelta cruciale, ma forse vana.
Un romanzo seducente e infuocato come la Sicilia, un divorzio all’italiana che Pietrangelo
Buttafuoco trasforma in un moderno Faust al femminile.
Giornalista e scrittore italiano, laureatosi in Filosofia, ha intrapreso la carriera giornalistica
scrivendo per Il Secolo d’Italia, ha poi collaborato con testate quali L’Italia settimanale (di
cui è stato direttore nel 1996), Il Giornale, Il Foglio e Panorama. Finalista al Premio
Campiello con Le uova del drago (2005) e noto volto televisivo (Il grande gioco,
2009; Questa non è una pipa, 2011-12), Buttafuoco è stato presidente del Teatro Stabile
di Catania (2007-12) e attualemente scrive per i quotidiani la Repubblica e Il Foglio. Tra le
altre pubblicazioni si ricordano: L’ultima del diavolo (2008), Fimmini (2009), Il Lupo e la
Luna (2011), Fuochi (2012), Il dolore pazzo dell’amore (2013), entrambe nel
2014, Buttanissima Sicilia e I cinque funerali della signora Göring, Il feroce

saracino (2015), entrambi nel 2016, Le uova del drago e La notte tu mi fai impazzire, tutti
nel 2017, I baci sono definitivi, Strabuttanissima Sicilia e L’insoluto. Piccolo dizionario
biografico per ricordare l’Italia di oggi (con S. Nazzaro), Salvini e/o Mussolini (2020)
e Sono cose che passano (2021).

Venerdì 31 marzo Ore 18.00 Sebastiano Mondadori illustra “Verità di Famiglia”. Riscrivendo la
storia di Alberto Mondadori. (La nave di Teseo).
Alla ricerca della grandezza perduta, Sebastiano Mondadori ripercorre daccapo la storia del nonno
Alberto. Una biografia che diventa memoir nella fedeltà impietosa al passato attraverso lettere
inedite, foto, aneddoti e ricordi collezionati negli anni come impronunciabili verità di famiglia.

Alberto è il primogenito, il figlio intellettuale e poeta, l’erede designato che non prenderà mai il
posto del padre, Arnoldo Mondadori. “Pazzo di idee e prodigo di impossibile”, Alberto Mondadori
ha fatto di tutto per sfuggire al suo destino di editore, senza cogliere forse quale grande editore
era nel frattempo diventato: prima alla Mondadori a fianco del padre, in una tormentata storia di
fughe e ritorni, poi dal 1958 nell’impresa del Saggiatore, la scommessa impossibile su cui giocherà
tutto se stesso. I sogni e le ossessioni, la grandezza e la grandeur finiscono per coincidere nello
sguardo smisurato del visionario e del suo mondo di feste mobili e promesse di successi accanto
alla bellissima moglie Virginia: una coppia hollywoodiana perdutamente votata all’infelicità. Un
uomo bigger than life con una vita divorata da passioni, eccessi, intense amicizie e tradimenti
improvvisi. Le visite al Vittoriale per consegnare di persona le bozze a D’Annunzio; l’avventura
giovanile nel cinema con l’inseparabile cugino Mario Monicelli; l’infatuazione per il giornalismo e
le corrispondenze di guerra; la vacanza a Cortina con Hemingway; le sbronze con Orson Welles e
con Jack Kerouac; il viaggio in Unione Sovietica con Sartre e la de Beauvoir. E poi la rivalità con
Einaudi e Feltrinelli; le riunioni con Argan e Bianchi Bandinelli, Paci e Cantoni al fianco di Giacomo
Debenedetti; gli incontri segreti con Vittorini; il lungo rapporto con Thomas Mann, Ungaretti e
Palazzeschi; la cura spasmodica per i libri e il lavoro indefesso con i suoi autori: da Buzzati ad
Arpino a Tobino, da Faulkner a Genet a Lévi-Strauss; la lunga battaglia per affermarsi come editore
di sinistra. E la maledizione dei soldi che non bastano mai. Tanti, tantissimi, fino al tracollo.
Sebastiano Mondadori Nato a Milano nel 1970 vive a Lucca dove è direttore della scuola di
scrittura creativa Barnabooth. Pronipote di Arnoldo e nipote di Alberto Mondadori, ha esordito nel
2001 con il romanzo Gli anni incompiuti vincendo il Premio Rhegium Julii per l’Opera Prima.
Successivamente ha pubblicato altri 7 romanzi e un saggio, La commedia umana: conversazioni
con Mario Monicelli, premiato con l’Efebo d’oro nel 2005. Tra i suoi romanzi:”Gli anni incompiuti,”
Marsilio, 2001; “Sarai così bellissima,” Marsilio; “Come Lara e Talita,” Marsilio, 2003; “Un anno fa
domani” Torino, Instar libri, 2009; “Miracoli sbagliati”, Miraviglia, 2013; “Gli amici che non ho”
Codice, 2014 ; “L’anno dello straniero” Codice, 2016 ; “Il contrario di padre” Manni, 2019 ; tra i
saggi “La commedia umana: conversazioni con Mario Monicelli,” Il saggiatore, 2005. Ha ricevuto
Premio Rhegium Julii per l’Opera Prima: 2001 vincitore con Gli anni incompiuti; Efebo d’oro: 2005
vincitore nella categoria “Saggistica” con La commedia umana. Conversazioni con Monicelli

Martedì letterari febbraio Marzo 2023 Stagione Invernale
Sabato 18 febbraio ore 18.00
Enrico Vanzina
Il cadavere del canal Grande (Harper Collins)
Partecipa Carlo Sburlati.

Martedì 21 febbraio ore 16.30
Marco Buticchi
Il serpente e il faraone ( Longanesi)
Partecipa Matteo Moraglia

28 febbraio Ore 18.00
Paolo Mereghetti
Il Mereghetti 30 anni di cinema (Baldini & Castoldi)

Martedì 7 marzo martedì ore 16.00
In collaborazione con lo Zonta di Sanremo,
Partecipano lo Zonta Bordighera, Ventimiglia e la Fidapa
Tonia Cartolaro
Leadhers donne e storie di straordinaria normalità ( Sandelli)

Venerdì 10 marzo ore 18.00
Bruno Morchio
La Fine è ignota ( La nave di Teseo)

Martedì 14 marzo ore 16.30
In collaborazione con ANMi ( Associazione Nazionale Marinai d’Italia)
Il Pres. Naz AnMi Ammiraglio Pierluigi Rosati

Graziella Lo Vano
La laguna taceva

martedì 21 marzo ore 16.30
Carlo Piano
Il Cantiere di Berto
Edizioni e/O

Martedì 28 marzo ore 16.30
Mauro Mazza
Lo stivale e il cupolone ( IL Timone)
Partecipano S.E. Mons. Antonio Suetta Vescovo diocesano
Carlo Sburlati

Mercoledì 29 marzo ore 18.00
Pietrangelo Buttafuoco
Son cose che passano

Venerdì 31 marzo Ore 18.00
Sebastiano Mondadori
Verità di Famiglia . Riscrivendo la storia di Alberto Mondadori. (La nave di Teseo)

L’appuntamento con i Martedì Letterari è ad aprile maggio e giugno per la stagione primaverile.

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Dir. artistica Emanuela Petroni
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