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EL TIGRE E LE TIGRI
Vera storia di Pietro Sciandra
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Capitolo 1
Io sono Pietro Sciandra, nato a Roma il giorno 8 gennaio 1980. Dopo varie feste in famiglia, scoprendo di quanto fosse bello ballare; a soli 17 anni io cominciai a capire che quando non si può comunicare con le parole ma si ha troppo bisogno di comunicare; bisogna saper comunicare con il proprio corpo. Frequentando la scuola di tecnico commerciale Bachelet di Roma, durante le feste in aula magna; aula non solamente usata sempre per le riunioni di ascolto ma anche per fare feste. Appunto durante queste feste scolastiche ascoltando la musica bisognava sentirsi come una specie di solletico che obbligasse a muoversi, ballare. La musica si ascolta tramite l’udito, ovviamente, ma questo non basta; perché tramite il cuore e la passione bisogna saper trasformare la musica in movimenti. Come se chi sta sempre seduto mangiando ad un matrimonio, il cibo si accumula impedendo di muoversi; bisogna smaltire il cibo nuziale muovendosi ogni tanto; con la musica è lo stesso; non si può solo ascoltare la musica restando fermi ma smaltirla muovendosi; quindi ballare. Ma c’è una differenza sostanziale tra mangiare e ballare, la tecnica. Come muoversi?
Solitamente, bisognerebbe frequentare una scuola di ballo; ma troppo tradizionale e poco artistica perché troppo ordinaria. Come per le arti marziali; ci vuole un maestro; già perché ballare è un po’ combattere e combattere è un po’ ballare. Basta guardare gli incontri di taek won do in cui i combattenti saltellano continuamente per mantenere il ritmo del combattimento e l’attenzione sull’avversario. Da menzionare il famosissimo film “Dragon-La storia di Bruce Lee”, in cui Bruce Lee si esercita dando calci e subito dopo si vede la scena di ballo dando calci alla festa della lanterna.
Le arti marziali danno addestramento e tecniche per saper colpire, schivare, bloccare e colpire senza farsi male. Con tecniche devastanti si può vincere in una sola mossa.
Nel ballo, invece bisogna avere comunque grinta e concentrazione e sapersi comunque lasciare andare. Nel ballo la cosa più interessante è vedere i diversi stili di ballo, che la diversità di stili si può diversificare anche nelle arti marziali. Anche se gli stili di arti marziali accomunano i combattenti come gli stili di ballo accomunano i ballerini; quando gli stili di combattimento e gli stili di ballo sono unici ma perché? Perché questi stili sono personali e soprattutto dati dagli istinti e non da insegnamenti. Qui vige un po’ l’istinto primordiale della sopravvivenza. Per sapersi difendere non bisogna per forza conoscere le arti marziali. Per saper ballare non bisogna per forza imparare a ballare. Il ritmo, l’istinto, l’immediatezza, il compimento immediato associato alla musica con un gesto. Una canzone dal titolo veramente rappresentativo ed esemplare è “Rhythm is a dancer” appunto ritmo è un/una ballerino/ballerina; il ritmo è chi balla. La lingua inglese non ha sesso e flessione. Il ritmo non è un maestro di ballo, lo stile non è un maestro di arti marziali; quando si tratta di arti, bisogna metterci del proprio sapere. L’arte si basa sulla creatività e non sulla ripetizione. L’espansione mentale deve saper mettere alla prova sia il combattente che il ballerino. Agire immediatamente accomuna sia il combattente che il ballerino. Non potendo sempre saper ragionare sul momento immediato, bisogna avere un minimo di preparazione adeguata. Il combattente e il ballerino possono arricchire le proprie esperienze all’infinito. Il ballo si basa su un esempio. Il combattimento si basa su forza fisica ed addestramento. Avere riflessi può essere un vantaggio in entrambi i casi ma non necessariamente.
Così, accrescendo i miei istinti associati all’emotività creata dalla musica e dal ritmo in cui le parole non hanno importanza seppure solitamente incomprensibili perché in lingua straniera. Io accrescevo le mia capacità istintive e creative al tempo stesso. Ballando bisogna accrescere delle capacità parallele, istinto e creatività, arte saper creare dall’intelligenza e istinto sapersi muovere dal bisogno immediato come dall’istinto primordiale di avere il bisogno di doversi difendere. Potrebbe sembrare strano ma sapersi difendere dalla musica si impara a ballare e sapersi difendere dagli attacchi avversari si impara a combattere. Senza coraggio non si può nulla; perché difendendosi in modo passivo, ovvero allontanandosi non si impara nulla perché non si è imparato nulla. Difendendosi in modo attivo si impara a gestire la lotta e in questo caso anche il ballo. Saper gestire la lotta si sa combattere. Saper gestire il ballo si sa ballare.
Passando gli anni e crescendo acquisendo sempre maggiori capacità di intuizione e di mosse di ballo, i miei balli stavano veramente diventando leggenda. Tutti infatti avevano sempre attribuito per tradizione lo stile tigre al kung fu. Io sono il primo ad attribuire lo stile tigre al ballo. Ma perché la tigre?
Tutto cominciò in un viaggio a Foggia (Italia), nel Comune di Serracapriola luogo di nascita di mio padre che si chiama Luciano, andando dai nostri parenti. Girando per il mercato, io allora notai la mia famosissima camicia con la tigre. Una camicia costata soli 10 euro ma diventata leggendaria. Una camicia del genere non passa inosservata. Ma cosa c’è scritto?
Recandomi dopo molti anni in un ristorante cinese, finalmente io ho la traduzione in italiano grazie ad una cameriera cinese. Sulla mia camicia famosissima con la tigre c’è scritto tradotto dal cinese:
-Egemonia di draghi e tigri, egemonia significa supremazia di uno Stato su altri, ma anche guida ideale, direzione politica.
-Una persona che si rifugia tra le montagne. La persona si isola da tutto trovando pace e quiete.
Continuando ad andare a ballare sempre con tante ragazze che molto spesso erano anche in rivalità tra di loro per la mia compagnia al punto da prenotarmi o da dividermi da buone amiche in rarissimi casi o si poteva verificare persino una contesa con dispetti vari.
Delle mie ammiratrici mi scrissero dei biglietti dopo avermi visto ballare. Una mi scrisse:
“Wow come il mio ragazzo, che coincidenza!”
Un’altra mi scrisse:
“Voglio svegliarmi ogni mattina con uno spogliarello del genere.”
Ma frequentando oltre alle discoteche anche locali di spogliarello, in una sera che sembrava come le altre; le spogliarelliste si annoiavano più del solito; perché io ero l’unico cliente. Tante spogliarelliste solo per me ciò mi sembrava non un privilegio ma inadeguato. Insensato tutto questo, mettendo i miei attributi al servizio delle spogliarelliste desolate e sconfortate; io mi decisi a fare uno spogliarello per loro. Io avevo ribaltato persino la situazione in mio favore da servito a servitore essendo io l’unico uomo presente tra tutte donne nude. Io diventai il loro idolo; io ebbi varie storie non d’amore ma di sesso con loro. Il gioco era tutto lì, niente coinvolgimenti sentimentali, niente cortesie ostentate. Istinto, azione. Non serviva altro di me essendo diventato io rappresentativo.
Le spogliarelliste pur sembrando strano ma sono molto intelligenti e sanno parlare varie lingue. Si potrebbe credere che chi si spoglia non sappia fare nulla, invece ci sono spogliarelliste laureate che nella loro nazione di origine non hanno alcuna opportunità di lavoro adeguato.
In questo locale, c’era un uomo della sicurezza, il quale io menziono anche nella mia intervista al Colosseo (www.youtube.com: El Tigre al Colosseo); per l’appunto l’uomo della sicurezza si chiamava Lucky. Lui mi disse:
“Visto che sei così forte, trovati un nome d’arte!”
Mi serviva un nome che avesse a che fare con la tigre ma che non fosse il banale e prevedibile Uomo Tigre del cartone animato giapponese. Anche se in televisione era già esistito il concorrente di “Sarabanda”, ovvero El Tigre non poteva creare di certo confusione; almeno per ora.
Continuando ad andare a ballare, a frequentare i locali di spogliarello; emanando io sempre più energia, grinta, sicurezza, istinto, immediatezza, scatto e fascino; le mie storie d’amore non si riuscivano più a contare.
Tramite mio padre, per una cerimonia di templari, essendo mio padre cavaliere templare; io conobbi la presidentessa Emanuela Petroni di ANIME DI CARTA (www.animedicarta.net). Approcciando alle sue serate di spettacoli teatrali e feste varie; tra cui io conobbi anche il famoso Pino Ferrara oramai morto che interpretava Fausto, l’amico fascista di nonno Libero in “Un medico in famiglia”.
Spiegando i miei interessi e le mie capacità, con Emanuela Petroni si avvaleva una collaborazione sempre maggiore.
Dopo aver partecipato al provino per “Avanti un altro!” per presentarmi come concorrente; io ebbi una notizia incredibile. Io ero stato preso perché reputato raro per i miei capelli rossi. Io recitai anche una mia poesia al provino. Io ero fuori di testa dalla gioia. Già da quando io ballavo nell’aula magna della scuola Vittorio Bachelet; io pensavo un grande mio sogno di ballare in televisione. Il mio sogno si stava avvicinando ad avverarsi. Il 25 settembre 2014 mi reco a MEDIASET per “Avanti un altro!”
Io ebbi l’intuizione di far sapere alla redazione il mio nome d’arte per farlo mettere sul cartellino e non il mio nome di battesimo. Io fui ringraziato. La trasmissione con me presente come concorrente fu trasmessa il 5 ottobre 2014. Io mi resi conto solo il giorno dopo di essere stato in televisione davanti a Paolo Bonolis. Io non avevo minima idea a cosa rispondevo. Io arrivai a rispondere alla quarta domanda per pura fortuna. Ma per il regolamento, 2 risposte sbagliate su 4 comportano l’eliminazione. L’esperienza in cui essendo io stato El Tigre concorrente di “Avanti un altro!” mi aveva dato una grande opportunità al di fuori della vincita fuori dalla mia portata. In una mia intervista io racconto questo mio episodio. (www.youtube.com: Rete Zero Rieti El Tigre).
Un’altra grande occasione si presenta il 31 ottobre 2014 in cui io interpreto El Tigre in uno spettacolo di Emanuela Petroni chiamato CENA CON DELITTO (www.youtube.com: halloween 2014 cena con delitto), in cui il mio personaggio è inserito nel copione.
Ma il 2015 mi dà una opportunità ancora più grande, grazie ad Emanuela Petroni; ovvero uno dei miei sogni che credevo irrealizzabile, rendermi partecipe di un video musicale. Io interpreto addirittura tre personaggi nel video musicale “Siamo in Italia” (www.youtube.com: Siamo in Italia i dei degli olimpo) con I Dei Degli Olimpo.
Mi si dà sempre maggior fiducia nelle mie capacità. Io sto diventando un personaggio internazionale essendo visto questo video in varie parti del mondo intero.
Oramai io appartengo all’associazione ANIME DI CARTA. Mi si vede ballare su un canale televisivo di SKY solo per abbonati. Io vengo intervistato su RAI TRE nel 2015 a Cantalupo in provincia di Rieti (Italia) per il congresso annuale di artisti Arte R.I.E. (rassegna d’ipotesi espressive).
Nel 2015 mi si presenta ancora una grande opportunità grazie all’intervento di Emanuela Petroni, ovvero io sognavo di andare un giorno al cinema a vedere un film in cui nel film ci sono io; grazie alla mia apparizione nel film “Ovunque tu sarai” questo si è verificato. Io interpreto l’uomo con il cappello da cowboy nel locale ed anche il tifoso con la felpa con la faccia di tigre allo stadio.
DRAGON – LA STORIA DI BRUCE LEE
EL TIGRE DI “SARABANDA”
PINO FERRARA
UOMO TIGRE