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La scheda:
Progetto artistico: “Zamenhof”
Organizzatore: Città Metropolitana di Palermo |Cultura, Biblioteca e Archivio Storico
Curatore: Paolo Battaglia La Terra Borgese, Critico dell’Arte
Patrocinio: Ambasciata della Repubblica di Polonia in Italia
Patrocinio: Istituto Polacco di Roma al Ministero degli Affari Esteri
Artisti: Mirella Notaro, Patrizia Piazza, Gaspare Graziano e Sergio Potenzano
Sede: Palazzo Jung, Via Lincoln, 73, Palermo
Inaugurazione: 15 dicembre 2016, ore 18
Info: cultura@provincia.palermo.it | rosa.saladino@tin.it
+39 091 6628265 |+39 091 6628981|+39 347 1216091
TESTO CRITICO di Paolo Battaglia La Terra Borgese:
Praticamente assente dall’iconografia della storia dell’arte, il ritratto di Ludwik Lejzer Zamenhof, il medico polacco conosciuto in ogni angolo del globo per aver fondato le basi dell’esperanto, diventa il soggetto assoluto in questo dipinto di Potenzano.
In tale palestra di tela 100×80 l’Artista esprime la propria creatività celebrativa per il suo “Omaggio a Zamenhof” del 2016. Acrilici stesi a spatola riprendono in pieno le sembianze del linguista e glottoteta mostrandone i tratti con ampie zone in via di dissoluzione: è il tempo che consuma ogni cosa come in un delirio: la dispersione del razionale ch’è l’ideale di una sola lingua comune a tutti, come perfetto modello verso cui tendere nella conoscenza.
E appositamente Sergio Potenzano preme fuori i suoi colori in occasione del 15 dicembre 2016, data di apertura al pubblico di una mostra dedicata all’esperanto, nel giorno di nascita di Ludwik Lejzer Zamenhof.
Il bianco, la silenziosità delle labbra e la trasparenza divengono precisanti in un’opera che ruota intorno al tropo del sentimento di amarezza di chi vede che la realtà non corrisponde alle sue speranze. La lettura che Potenzano propone dello sguardo del soggetto porta a una sorta di annebbiamento della lucidità collettiva umana. Esperienze, chi sa perché recondite dal tempo, scritte dalla spatola in armonie affascinanti e terribili nella mente di tutti noi.
Misteriose rimangono nel quadro, come grandi testimoni, le manipolazioni indefinite che concedono al fruitore la visione di ogni possibile immagine in linea coi propri sentimenti e la qualità della cultura individuale: è una denuncia nata dalla memoria commemorativa per provocarne altre verso il bene comune.
Graficamente sono rappresentati i suoni delle vocali e delle consonanti di un alfabeto ancora utopico. Sulla superficie tinta di rosso, verde e blu, i tre colori primari che, in quanto tali, invitano alla sostanza delle cose utili alle costruzioni umane, è evidente il riferimento alla fratellanza tra i popoli. Con “Omaggio a Zamenhof”, Potenzano, sembra avere imboccato il giusto viatico per la connotazione estetica delle sue imprese.
L’opera centra appieno il tema della mostra e questo ben si attaglia al complesso delle doti individuali e delle disposizioni psichiche che distinguono Sergio Potenzano e la sua arte.