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Domani venerdì 23 febbraio ore 21.00 torna la stagione teatrale 2024 al Casinò diSanremo.Ultimi posti disponibili per Enzo Decaro in “Non è vero ma ci credo” di Peppinode Filippo

DiPaul Polidori

Feb 22, 2024

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Si ricomincia. Domani venerdì 23 febbraio riprende la stagione teatrale del Casinò di Sanremo.
Dopo il successo dei primi tre appuntamenti con Gianmarco Tognazzi, Alessandro Haber e Rocco
Papaleo, venerdì 23 febbraio 2024 ore 21.00 Enzo Decaro con la piece “Non è vero ma ci credo”
apre la rassegna 2024 seguito da Adriano Falivene, Elisabetta Mirra e Antonio Milo, Savino
Zaba, Edy Angelillo, Paolo Triestino e Emanuele Barresi. Una scelta d’autore con tematiche di
forte impatto.
E’ancora possibile prenotare. Sempre presente la promozione studenti in galleria:
biglietto a 5 euro per gruppi di dieci studenti con insegnanti e biglietto a € 4 per
gruppi di venti ragazzi con docenti.
Venerdì 23 Febbraio 2024 ore 21.00
Enzo Decaro
Non è vero ma ci credo
di Peppino De Filippo
Regia di Leo Muscato
Carlo Di Maio, Roberto Fiorentino, Carmen Landolfi, Massimo Pagano,
Gina Perna, Giorgio Pinto, Ciro Ruoppo, Fabiana Russo, Ingrid Sansone
L’anno in cui, Leo Muscato, è stato direttore artistico della compagnia di Luigi De Filippo, inaugurò
quel nuovo corso partendo proprio dal primo spettacolo che ha fatto con lui (Non è vero ma ci
credo) rispettando i canoni della tradizione del teatro napoletano, ma dando a questa storia un
sapore più contemporaneo. Il protagonista dello spettacolo assomiglia tanto ad alcuni personaggi
di Molier̀e che Luigi De Filippo amava molto. Ho mosso i primi passi nel mondo del teatro quando
avevo poco più di vent’anni. Mi ero trasferito a Roma per fare l’Università e non sapevo ancora
nulla di questo mestiere. Mi presentai a un provino con Luigi De Filippo e luimi prese a bottega
nella sua compagnia. Mi insegnò letteralmente a stare in palcoscenico, dandomi l’opportunità di
vivere la straordinaria avventura delle vecchie tournée da 200 repliche l’anno. Rimasi con lui per
due stagioni; poi mi trasferii a Milano per studiareregia. Ci siamo rivisti ventidue anni dopo, pochi
mesi prima che morisse. Mi chiese di pensare a un progetto da fare insieme. Ne pensai mille, ma
non abbiamo avuto il tempo di realizzarne uno. Ho deciso di inaugurare questo nuovo corso
partendo proprio dal primo spettacolo che ho fatto con lui, Non è vero ma ci credo. Rispettando i
canoni della tradizione del teatro napoletano, proveremo a dare a questa storia un sapore più
contemporaneo. Quella che andremo a raccontare è una tragedia tutta da ridere, popolata da una

serie di caratteri dai nomi improbabili e che sono in qualche modo versioni moderne delle
maschere della commedia dell’arte. Il protagonista di questa storia assomiglia tanto ad alcuni
personaggi di Molière che Luigi De Filippo amava molto. L’avaro, avarissimo imprenditore Gervasio
Savastano, vive nel perenne incubo di essere vittima della iettatura. La sua vita è diventata un vero
e proprio inferno perché vede segni funesti ovunque: nella gente che incontra, nella
corrispondenza che trova sulla scrivania, nei sogni che fa di notte. Forse teme che qualcuno o
qualcosa possa minacciare l’impero economico che è riuscito a mettere in piedi con tanti sacrifici.
Qualunque cosa, anche la più banale, lo manda in crisi. Chi gli sta accanto non sa più come
approcciarlo. La moglie e la figlia sono sull’orlo di una crisi di nervi; non possono uscire di casa
perché lui glielo impedisce. Anche i suoi dipendenti sono stanchi di tollerare quelle assurde manie
ossessive. A un certo punto le sue fisime oltrepassano la soglia del ridicolo: licenzia il suo
dipendente Malvurio solo perché è convinto che porti sfortuna. L’uomo minaccia di denunciarlo,
portarlo in tribunale e intentare una causa per calunnia. Sembra il preambolo di una tragedia, ma
siamo in una commedia che fa morir dal ridere. E infatti sulla soglia del suo ufficio appare
Sammaria, un giovane in cerca di lavoro. Sembra intelligente, gioviale e preparato, ma il
commendator Savastano è attratto da un’altra qualità di quel giovane: la sua gobba. Da qui
partono una serie di eventi paradossali ed esilaranti che vedranno al centro della vicenda la
credulità del povero commendator Savastano. Peppino De Filippo aveva ambientato la sua storia
nella Napoli un po’ oleografica degli anni 30. Luigi aveva posticipato l’ambientazione una ventina
d’anni più avanti. Noi seguiremo questo sua intuizione avvicinando ancora di più l’azione ai giorni
nostri, ambientando la storia in una Napoli anni 80, una Napoli un po’ tragicomica e surreale in cui
convivevano Mario Merola, Pino Daniele e Maradona. Lo spettacolo concepito con un ritmo
iperbolico condenserà l’intera vicenda in un solo atto di 90 minuti. Note di regia – Leo Muscato

La Stagione teatrale 2024 nel Teatro dell’Opera del Casinò di Sanremo. Su il sipario
Venerdì 23 febbraio 2024 ore 21.00
Non è vero ma ci credo con Enzo Decaro
Sabato 16 marzo 2024 ore 21.00
Mettici la mano di Maurizio De Giovanni
con Antonio Milo, Adriano Falivene , Elisabetta Mirra
per la regia di Alessandro D’Alatri.
Sabato 23 marzo 2024 ore 21.00
Canto anche se sono stonato con Savino Zaba
Giovedì 25 aprile 2024 ore 21.00
Que serà con Paolo Triestino, Edy Angelillo, Emanuele Barresi.
Biglietti
Platea Primo settore € 25,00
Abbonamento € 80 4 appuntamenti
Platea secondo € 20.00
Abbonamento € 60 quattro appuntamenti
Galleria € 15.00
Abbonamento € 40 quattro appuntamenti
Gruppo di 10 studenti con insegnante costo del biglietto in galleria € 5. ( superiori a 10 € 4).
Prenotazione cell. 347 7302028 e cell 333 7679409 WhatsApp. Emal info@ilteatrodellalbero.it
Servizio di Biglietteria presso botteghino del Teatro nei giorni: – martedì giovedi, venerdì sabato,
dalle ore 16.00 alle ore 20.00 – Nei giorni degli spettacoli previsti in stagione, dalle h 16.00 alle
21.00. Tel 0184 595273.
Note. Persone diversamente abili con accompagnatore : ogni due biglietti uno gratuito.
Associazioni con elenco dei soci presentato dal Presidente € 5 di sconto su abbonamenti .
compagnie teatrali con elenco portato dal rappresentante € 5 di sconto su abbonamenti.

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Dir. artistica Emanuela Petroni
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