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Dalai Lama: la recensione di Melinda Miceli a Susi Zucchi per la mostra avviata da Paolo Battaglia La Terra Borgese a Villa Magnisi

DiChiara Fiume

Set 27, 2017

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Continua con grande successo di pubblico la mostra/convegno Sua Santità il XIV Dalai Lama Tenzin Gyatso sulle strade dell’empatia, diretta dal critico dell’arte Paolo Battaglia La Terra Borgese che ha ammesso le opere di 21 artisti selezionatissimi a Villa Magnisi di Palermo. A corredo della caratura artistica dei lavori esposti, riportiamo la stupenda recensione della madrina d’onore dell’evento dott.ssa Melinda Miceli (nella foto) Scrittrice, giornalista e critico d’arte, 3 volte donna Siciliana dell’anno come scrittrice, saggista e critico, sulla pittrice Susi Zucchi: “Nasce a Carpi in provincia di Modena, dove vive e lavora. Susi Zucchi, artista-designer, declina una segno pittorico elegante e simbolico su tele polimateriche dove tessuti, ricami e coralli,  sembrano esondare dalla sua creatività di stilista che attinge fascinazioni dalla conoscenza diretta di tradizioni tessili esotiche quali India e Indonesia. È questa una caratteristica fondamentale per conoscere appieno la genesi del suo fare arte. La condizione  estetica in cui ci fa immergere la pittrice è quella del viaggio, che assume il valore metaforico della ricerca di se stessi, dei meccanismi psichici, dei ricordi, delle emozioni e delle motivazioni dei comportamenti. Tele dalla maglia grafica inusuale dove si uniscono su uno sfondo surreale, pizzi, tessuti, juta, frammenti di vetro e colori, scoprono intrecci e sovrapposizioni, particelle di un universo femminile che rivendica libertà. Quella libertà intima di essere corpo e di librarsi con grazia verso un sentimentalismo che va oltre le trappole della ragione. Le sue opere diafane agiscono sullo spettatore con diverse individualità e rompendo la barriera del subconscio non parlano di teorie ma si fanno sentire attraverso il pathos dell’essenza enunciata. Una visione pittorica nella quale l’involucro contiene un’anima, un’idea che esorbita dalla realtà manifesta verso il trascendentale, superando prima le barriere sociali rivendicando a se il principio e l’estremo finale. Pathos e logos dialogano in simpateia in questo teatro di sensualità che è l’universo pittorico di Susi Zucchi. Uno scenario  dove la trasformazione si equipara all’ edificazione pittorica e si fonde nella texture cromatica. La nuance di questa artista è ingegnosa, il suo bianco monocromo diventa multitonale, quasi che il chiaro e lo scuro siano la risultanza filosofico-estetica al bianco e al nero. Lo spazio si percepisce come zona in cui il femminile diviene varco e risposta tra l’uomo che vive nell’immanente e la sua proiezione al trascendente. Mirabile è l’equilibrio tra lo sfondo e il rilievo della figura antropomorfa di donna origine della vita ed intelligenza creativa. Dall’opera Le Due Metà di Susi Zucchi emergono due linguaggi femminili; il primo disinibito e svelato, armato di un potere ancestrale; il secondo, misterioso, velato e chiuso nel suo ermetismo, quasi a voler proteggere l’identità del soggetto, nel quale l’abito cristallizzato, scisso in due metà, ci riporta filosoficamente alla condizione esistenziale della donna, che non potendo inglobare in sé l’altro io maschile, da secoli vaga alla ricerca della propria identità univoca.

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Dir. artistica Emanuela Petroni
Salve, posso esserti utile ?