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Carlo Toto
I SEGRETI DELLE ARTI MARZIALI
Ho iniziato a praticare le arti marziali nel 1986 e viaggiando nel vario scenario di questa realtà ed ho appreso le tecniche del Taekwondo, Karate Shotokan, ju-Jitsu, Krav Maga, Jeet Kune-Do, fino a penetrare lentamente e solo dopo molti anni i misteri invisibili ai profani delle nobili arti marziali. Infatti, esistono arti marziali visibili ed invisibili, esteriori ed interiori. Quelle invisibili possono essere raggiunte solo attraverso l’Iniziazione ed i suoi segreti sono incomunicabili. Di certo non bastano migliaia di libri per raccontare le arti marziali nella loro parte visibile, figuriamoci un articolo, ma spero di suscitare in voi quella curiosità necessaria capace di stimolarvi ad approfondire una realtà che da molto tempo è da sempre mal compresa.
Secondo la leggenda, tutta la storia filosofica delle arti marziali pone le sue basi su i tre grandi insegnamenti: Taoismo, Confucianesimo e Buddhismo, ma le arti marziali esistevano già da molto tempo prima. Molti suggeriscono che sia il Taoismo l’unica vera religione cinese, in quanto come vedremo più avanti, il Buddhismo è stato importato dall’India. Il Taoismo nasce con Lao-Tseu intorno al 604 a.C. che meditando in Tibet sulla condizione umana ed i misteri dell’Universo, stilò il Tao Te Ching o libro della Via. Altro personaggio importante del Taoismo è Lieu- Tsu 450 a.C. che pone come concetto del Tao, una via che supera i 5 sensi fisici e con la sua opera: “La sublime virtù del cavo e del vuoto” realizza una sorta di consigli ed orientamenti per condurre una vita uniforme alla natura.
Il Tao è il principio, l’energia (Qi) regge la natura e ci anima, realizzando l’unione tra il microcosmo(uomo/donna) ed il macrocosmo(il Tutto). Successivamente con il testo: “il Libro di Zhuanzi”, l’autore Tchouang-tseu (399-295 a.C.) contribuisce in maniera significativa all’arricchimento di questa corrente di pensiero. Queste conoscenze hanno lo scopo precipuo di formare un individuo capace di vivere in armonia secondo l’ordine naturale e le leggi dell’Universo. Per apprendere, sviluppare e mettere in essere queste conoscenze , bisogna prima approfondire i concetti dello Yin e dello Yang, dei 5 elementi (Wu xing) e del non agire (Wuwei).
La teoria dello Ying e dello Yang è antichissima e precedente alla nascita del Taoismo e fa parte del pensiero delle 100 scuole antiche. Prima della creazione dell’Universo esisteva solo il Wu Chi, che possiamo definire il potenziale nulla. Successivamente nasce la prima forza: il Tai-Chi che dividendosi crea lo Yin e lo Yang. Questi si uniscono in modo armonioso, infatti si rappresenta con un cerchio con le due metà separate da una linea curva. In ogni metà è presente una piccola quantità del rispettivo opposto: nello Yin è presente un po’ di Yang e nello Yang è presente un po’ di Yin. Nel campo del pensiero Yin è la mente femminile, intuitiva e complessa, Yang è l’intelletto maschile, lucido e razionale. Lo Yin è la quiete contemplativa, mentre lo Yang è la forze attiva. Yin e Yang sono la legge del Cielo e della Terra, lo schema di tutte le cose, i generatori del cambiamento, l’origine della nascita e della distruzione, il bene ed il male. Quando si parla di “generatori di cambiamento”, questo concetto sul piano pratico è visibile con le trasformazioni, ad esempio: l’acqua si trasforma in ghiaccio e viceversa. Ogni trasformazione ha i suoi tempi e richiede particolari condizioni ambientali e dei componenti interessati; questo principio viene applicato durante tutta l’attività delle arti marziali.
I 5 elementi sono nell’ordine: TERRA (Tu) FUOCO (Huo) METALLO (JIN) ACQUA (Shui) LEGNO (Mu). Simbolicamente rappresentano i fenomeni dell’Universo e le manifestazioni tramite l’energia Qi. Questa rappresentazione simbolica è fondamentale per accedere ai livelli più alti delle arti marziali. Solo i più abili riescono a trasportare queste nozioni teoriche all’atto prat
ico. Nei prossimi articoli lascerò alcune rivelazioni sulle applicazioni dei 5 elementi, sia sul piano teorico che pratico. Il concetto più oscuro del Taoismo è il Wuwei che indica il non agire. Questa idea merita una trattazione specifica, perché trasporta il Monaco-guerriero alla massima Ascesi, dove si manifesta tutta la sua costruzione del Tempio interiore nel mondo esteriore attraverso: l’Arte di combattere, senza combattere. Anche questa sarà trattazione specifica riservata ai prossimi articoli.
La scuola di pensiero del Confucianesimo spinge verso una dottrina umanistica che ha la sua manifestazione del sacro nelle relazioni tra individui. Nasce a partire dagli insegnamenti del filosofo Kǒngfūzǐ 551-479 a.C. conosciuto in occidente con il nome latinizzato di Confucio. Il Confucianesimo espone un pensiero dottrinale e morale su base gerarchica molto rigido che si basa su due sistemi di regole: I tre rapporti fondamentali (Sangang) e le cinque virtù (Wuchang).
I tre rapporti fondamentali sono:
1) Il principe ed i sudditi
2) Padre e figlio
3) Marito e moglie
Le cinque virtù sono:
1) Umanità (Ren)
2) Rettitudine (Yi)
3) Educazione (Li)
4) Saggezza (Zhi)
5) Lealtà (Xin)
Questi principi sono fondamentali nelle arti marziali per ottenere l’unione tra etica e tecnica e per ricercare la nobiltà di Spirito. Queste sono le regole dell’arte Cavalleresca cinese. Queste regole ricordano al praticante che non è sufficiente diventare forti fisicamente, ma bisogna continuamente edificare il Tempio interiore del Cavaliere attraverso le virtù.
Per quanto riguarda il Buddhismo, dobbiamo dare uno sguardo alla leggendaria scuola di Shaolin.
Le prime fonti sul Tempio Shaolin ci riportano al 100 a.C. quanto alcuni fedeli iniziarono la costruzione di un eremo sul monte Song. Per circa 178 anni Shaolin rimase un eremo fino a quando il Monastero del Cavallo Bianco (Bai-Ma-Shi) istituì un ritiro Spirituale estivo. Da quel momento grazie anche ai contributi dei pellegrini, l’eremo arricchì le sue finanze, ma divenne anche una preda appetibile per banditi e ladri che cercarono senza sosta di depredarlo. Proprio da questi eventi, nel 260 d.C. due esperti nell’arte marziale Kun-Su-Wei e Heng-ngai-Chan, furono incaricati di proteggerlo. Solo dal 498 d.C. il Tempio Shaolin con l’arrivo di Buddhahabhrada (Illuminato di buon auspicio) ebbe una svolta nel Buddhismo e nelle arti marziali. Due suoi discepoli si specializzarono in due stili differenti. Hui-gang nello stile interno Rou-quan (forza fluida che crea il pugno morbido) e Seng-Chou nello stile esterno Ying-quan (forza rigida che crea il pugno duro) che successivamente raggiunse il titolo di Monaco-guerriero Chan-shi e fu lui il successore di Buddhahabhrada ed inserì come prima regola di selezione per gli adepti quella di non abusare della propria forza. Da questo punto nascono le altre discipline e stili diversi nelle arti marziali. Trentadue anni dopo arrivò Bodhidharma che i suoi discepoli chiamarono Damo che fondò nel monastero Shaolin, l’Ordine Chan, versione cinese del Buddhismo Dhyana dell’India. Damo insegnò la via della santità ai monaci, insegnando loro la disciplina di mente-corpo. La meditazione seduta (zuo-Chan) insegnata da Damo si protraeva oltre le sei ore al giorno, ma i discepoli non erano abituati all’immobilità, allora il Maestro insegnò loro specifiche tecniche di respirazione combinate ad esercizi fisici provenienti da Raja-yoga e dal Prajna-yoga. Da qui nasce la leggendaria Iniziazione Tong-zi-gong.
L’Iniziazione Tong-zi-gong si basa sulla Mistica-guerriera che innalza lo Spirito e punta ad armonizzare gli opposti. Nella specifica pratica di meditazione, questo lavoro doveva portare il monaco ad armonizzare le distrazioni dell’attività esterna con la passività fisica meditativa. Ma qui non siamo ancora nel pieno sviluppo dell’arte marziale ufficiale del Tempio Shaolin, infatti, erano ancora lontane da essere un sistema di lotta integrale e per questo motivo Damo introdusse la sua conoscenza del Dhanurveda con la finalità di realizzare l’arte marziale al servizio dello Spirito che successivamente chiamò: Kung-fu. Proprio attraverso il Dhanurverda, Damo inserì l’uso delle armi come forma di addestramento attraverso una particolare Iniziazione. Damo insegnò anche gli esercizi meditativi statici (jing-gong) e dinamici (dong-gong) che diventarono il fondamento delle arti marziali Shaolin. Da questo momento in poi si diffonde la fama del Tempio Shaolin e del Buddhismo Chan. Damo però ad un certo punto lasciò il Tempio Shaolin perché fu feluso dal vedere i Monaci-guerrieri interessarsi sempre più all’arte marziale, rispetto ai suoi insegnamenti ed all’edificazione interiore. L’ultima parte della vita di Damo è avvolta nel mistero, come tale è la sapienza di chi ottiene il segreto incomunicabile.
Letture consigliate:
Isabelle Robinet, Taoist meditation, State University of New York Press, p. XVII.
Gale Encyclopedia of Religion vol 04
Duan Ping 段平, Zheng Shouzhi 郑守志 e altri, Wushu Cidian 武术词典 Wushu Dictionary, Renmin Tiyu Chubanshe,2007
Wang Xingde, 64 methodes du jeu de jambes de Shaolin, Editions Haifeng, Paris, 1992
Sri Rohininandana Das – Lo Shaolin – Mistero e Magia dei Monaci-Guerrieri – Xenia –
Roger Itier Kung-fu Wushu – Del Vecchi –
Carmona José, De Shaolin à Wudang, les arts martiaux chinois, Gui Trenadiel editeur