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Questa tela Potenzano la dipinge nel 2018 appositamente per le nozze di Miruna, bellissima ragazza bucurestena naturalizzata italiana, figlia del fisico Mircea Gheordunescu (alla Direzione dei servizi segreti romeni con il grado di Segretario di Stato sino al 2001), imprenditrice laureata alla Bocconi, con il suo lui, ingegnere, con la benedizione di Papa Francesco giusto presente quel giorno in Italia a Palermo.
Sull’atto di entrare in questa chiesa – che l’artista Sergio Potenzano fa brillare di luce biancazzurra – la promessa sposa, insieme al padre che la conduce a nozze, occupa il primo piano del dipinto. È cartina al tornasole della capace pittura che avvolge e travolge quest’opera di una euforia ottimizzante. In questa prospettiva la tela si fa macchina del tempo e nel contesto religioso-sacrale emana la condizione di verità e proseguimento per l’elemento fondamentale di ogni società, la famiglia. Il sogno privato si salda così al sogno collettivo dando avvio e luogo alle promesse reciproche degli sposi per l’unione religiosa indissolubile. Promesse sacre che, in quanto tali, fanno vibrare le corde più profonde, più intime, e gli affetti: l’amore, la salvezza, e l’estasi della donna madre-amante, bene assoluto e primordiale. Perciò lo sposo, non viene raffigurato. E gli invitati, pure loro, non sono rappresentati. Con tali assenze Potenzano facilita la figurazione del ritorno d’immagini di chi apre i cassetti delle sue memorie, vengono espresse la potenza e il sapore dei ricordi di famiglia: della sposa e del padre, che in questo preciso istante di rinascita sono assorti nelle scene della vita sin lì vissuta, e “non vedono” la moltitudine di amici presenti che con vera gioia gremisce la chiesa oltre ogni spazio possibile, epperó vedono all’altare il ministro del culto che celebrerà il loro matrimonio in comunione con Dio secondo il rito cattolico romano. Attraverso questa magica atmosfera degli acrilici il quadro si anima meticolosamente impregnandosi della commozione degli sposi e in essi vede un documento, la ragione di vita. L’autore mira, anche, esplicitamente o implicitamente, comunque concretamente, agli elementi della figura femminile, giocando col bianco dimostra come questa, nella realtà, abbia un ruolo essenziale, di gran lunga più importante e persuasivo di quanto appaia nell’apparenza del sociale. Potenzano innesta dunque questa occasione pittorica nel processo più grande del rapporto natura-tecnica e natura-uomo. E inoltre, coi suoi pennelli interpreta dimestichevole tutto il barocco dell’edificio di culto, la chiesa di San Giuseppe dei Teatini, tempio dell’arte e della spiritualità a Palermo, in Italia. In questa opera intitolata “Le Nozze di Miruna e Razvan” i colori di Potenzano ragionano con la poetica da palesare, sono estremamente eleganti e toccanti, e morbidi, a benefizio della consonanza col tema collocato. Questo lavoro colpisce per l’energia che deriva dalla chiara necessità dell’artista di trasmettere una pacatezza e compostezza stilistica al suo linguaggio pittorico fatto per l’occasione di una gamma cromatica e una perizia materica consapevolmente timbriche della scena.
L’Opera si trova da oggi a Milano nella collezione privata di Miruna e Razvan.
paolo battaglia la terra borgese