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In Calabria nel comune di Altomonte abbiamo avuto il piacere di partecipare alla conferenza stampa sul film “Io e mio fratello” di Luca Lucini. Ringraziamo il sindaco di Altomonte Giampietro Coppola e tutta la giunta comunale, tutto il cast del film, tutte le personalità in vista del territorio tra cui la famiglia Barbieri e il caro amico Pasquale Arnone. La Calabria grida e vuole cultura». Con questa frase, che vuole essere anche un monito affinché la nostra regione apra il territorio ad un patrimonio ampio di conoscenze, il sindaco Gianpietro Coppola ha concluso la conferenza stampa di produzione del film “Io e mio fratello” del regista Luca Lucini. Un’occasione per ribadire – dinanzi ad un attento e folto uditorio – che «Altomonte è un punto di partenza per simili eventi e che la Calabria ha bisogno anche di queste occasioni per cercare di togliersi “appellativi stereotipati”, essendo la terra dell’accoglienza, del sapere, della vitalità culturale».
D’altro canto, la tematica è stata introdotta magistralmente dalla giornalista Giulia Fresca, non solo coordinatrice del meeting di presentazione del film ma vera e propria “anchorwoman” anche durante il finale di serata quando, presso il Teatro “Costantino Belluscio” sono state proiettate alcune clip del film dinanzi ai protagonisti presenti. Un discorso, quello introduttivo, che ha fatto da “fil-rouge” durante l’intero evento ed è stato poi declinato da tutti i partecipanti.
A cominciare da Agostino Saccà, storico direttore di Rai Fiction e di altri importanti ruoli all’interno della Tv pubblica che ora con la “Pepito Produzioni” sta cercando di promuovere «quella Calabria moderna perché antica, intrisa d’un classico ed arcaico che non muore mai e che può essere un vissuto incastonato nell’immaginario collettivo». Lo stesso Saccà ha poi lanciato un appello alle istituzioni vista la presenza di Pasquale Arnone, «uomo che sta dietro le quinte ma promoter cinematografico di lunga data e “location man” di rara umiltà e passione», ora responsabile anche della Confapi Calabria – sezione Cinema, affinché tramite la sua persona «nasca una scuola per insegnare a fare cultura sul territorio».
Quindi, Luca Lucini, il regista che «ha voluto fortemente che il film si facesse in Calabria» e che, oltretutto, ha ottenuto il punteggio più alto per l’importo ammesso e finanziabile quando ancora la Film Commission era presieduta da Giovanni Minoli. Un film che il regista, fattosi conoscere con “Tre metri sopra il cielo”, «non ha come tema l’omosessualità ma l’amore come centralità dei rapporti la cui storia si è ben coniugata con il territorio nel quale è stato girato».
Presente anche l’attrice Greta Ferro che, da molisana d’origine, ha avuto modo «d’apprezzare in modo straordinario l’accoglienza e tutto ciò che è derivato dalle riprese del film girato in Calabria». Il Commissario di Calabria Film Commission, Anton Giulio Grande, stilista che ha vestito diverse star, ha auspicato – dal canto suo – che «la sua “mission” con la giusta ambizione riesca a “sdoganare” l’immagine d’una regione che ha bisogno di crescere». Hanno partecipato alla serata anche a Paola Lavini e Marcello Arnone, interpreti del film, insieme a personaggi importanti come Gerardo Sacco, che ha donato alcune sue creazioni alle attrici; Edoardo Bruno, che ha fatto omaggio d’una sua opera alla Film Commission; Francesco Napoli, di Confapi Calabria ed il dottor Mario Balzanelli, responsabile del 118 nazionale.
In conclusione, Pasquale Arnone ha offerto delle targhe e un “Telesio d’Argento” consegnato ad Agostino Saccà, il tutto realizzato dalla gioielleria “Scintille Montesanto” di Cosenza. Quindi lo scoprimento della targa per le riprese del film, in Largo Luigi Pancaro, prima del taglio della torta per celebrare ancora di più e meglio un film riconosciuto d’interesse culturale con il contributo economico del Ministero per i Beni e le attività culturali e del Turismo, direzione generale “Cinema e audiovisivo”.
Report televisivo a cura di Emanuela Petroni con Ciadd News 24 Radio e TV di Pasquale Sciandra e Paesi Uniti della Sabina di Paolo Polidori.