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Oltre cento opere tra dipinti e sculture per una grande mostra celebrativa su Alessio Paternesi, tra i più
celebrati artisti del panorama dell’arte italiana e orgoglio della Tuscia viterbese, a un anno dalla sua
scomparsa.
Il museo del Palazzo Doebbing torna a occupare uno spazio importante nel panorama dell’arte con questa
Antologica dedicata al maestro di Civita Castellana, amico di Sebastian Matta: “Alessio Paternesi: di
terra, di luce, di aria. Antologica”, dal 9 marzo al 3 novembre.
“La mostra nasce dal desiderio di mettere in dialogo i profondi legami che uniscono l’opera di Alessio
Paternesi alla terra di Tuscia, luogo dei suoi natali dove, dopo aver lungamente peregrinato
per il mondo, il maestro era tornato a vivere quasi come in una culla filiale”, spiega il direttore del Museo
di Palazzo Doebbing Pietro Paolo Lateano. “Di questi luoghi, così ricchi di cultura antica, le creazioni
contemporanee dell’artista sono permeate e profondamente riconoscibili.
Paternesi ha usato con grande abilità tutte le tecniche artistiche ad iniziare dalla materia plastica, la terra
delle crete di Tuscia, declinando i suoi modelli nelle forme apparentemente semplici, ma infinitamente
cariche di espressività, delle erme o dei bronzetti.
Si coglie nella sterminata produzione di Paternesi una ricerca continua verso la perfezione, anelito di
immortalità e profondo attaccamento alla realtà terrena. Le sue opere sono la dimostrazione di una
pluralità di stili e tecniche pienamente padroneggiate che troviamo solo in Picasso.
In “Di terra, di luce, di aria” per la prima volta si espone tutto il paradigma creativo del maestro, con
creazioni che vanno dalla grafica alla scultura in argilla o in bronzo, dagli altorilievi fino alla pittura ad
olio ed acrilico. Opere di dimensioni variegate, a testimonianza di una scacchiera compositiva che accosta
tutti gli assiomi figurativi di cui Paternesi dispone.”
La mostra “Di terra, di luce, di aria” si completa con due opere eccezionali, ad oggi inedite, che Alessio
Paternesi ha donato negli anni settanta del secolo scorso a Sutri.
Le due opere saranno conservate nell’auditorium del museo di Palazzo Doebbing che, in occasione di
questa Antologica, verrà intitolato al maestro.
“I lavori di Paternesi, ricchi di atmosfera, struggenti, dove l’intensa vibrazione cromatica tanto somiglia ai
nostri paesaggi sutrini, sono opere di rara poesia che coniugano l’elegante raffinatezza di una narrazione
con un solido virtuosismo tecnico”, dichiara il sindaco di Sutri Matteo Amori.
“Trasparenze, velature, forti sovrapposizioni, tracciano un racconto di una storia d’amore con il luogo,
con magiche foreste inghiottite dalla nitidezza di una tavolozza coloristica di pigmenti puri.
Le infinite gradazioni di verde dei suoi “Giardini incantati”, le sculture, la grafica, tutte esposte per la
prima volta insieme in questa Antologica, sono la testimonianza di un ritrovamento, di un riconoscimento
di territori già abitati, di paesaggi familiari.
Il colore, la materia declinate in tutte le forme, concorrono a produrre un nuovo capitolo nella millenaria
storia di Sutri, complessa e poetica come quella di Paternesi.
Paternesi è figlio della Tuscia e le sue opere vogliamo restino a paradigma del lavoro e dell’affetto
vicendevole che nutriva per Sutri e che tutti i Sutrini tributano alla sua figura di uomo e di artista.
Per il pubblico specializzato o per semplici appassionati, la mostra è un’occasione imperdibile.”
La mostra “Alessio Paternesi: di terra, di luce, di aria. Antologica”, ideata da Claudia Mercuri, consigliere
alla Cultura del Comune di Sutri, e organizzata da Archeoares con il patrocinio della Regione Lazio, della
Provincia di Viterbo, della Camera di Commercio di Rieti e Viterbo e del Comune di Civita Castellana,
sarà inaugurata sabato 9 marzo, alle ore 17:00; resterà visitabile dal giovedì alla domenica, dalle 10:00
alle 13:00 e dalle 15:00 alle 18:00, fino a domenica 3 novembre 2024.