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Il critico d’arte Paolo Battaglia La Terra Borgese: Natura viva e natura morta

DiChiara Fiume

Feb 12, 2019

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Paolo Battaglia La Terra Borgese
‘Dentro il recinto rose in attesa’

IL CRITICO D’ARTE PAOLO BATTAGLIA LA TERRA BORGESE: NATURA VIVA E NATURA MORTA “La Natura non è mai morta, e ciò lo spiegano bene tutte le religioni quando esprimono il loro concetto di eternità. Tutto si trasforma continuando in vita. La definizione di Natura Morta dovrebbe lasciare il posto a parole più in linea con l’evoluzione dell’uomo tenuto conto di come questo abbia nel tempo modificato ed elevato la propria percezione filosofica dell’esistenza in genere, universale e una. In questo senso la Storia dell’Arte, o delle belle arti, per aiutarsi, dovrebbe occuparsi pure, anzi soprattutto, della Poesia, che di tutte è la più alta – ci spiega Paolo Battaglia La Terra Borgese – senza nemmeno trascurare la Musica, che, sebbene nella gerarchia estetica sia, per molti, meno nobile che non si creda, è certo fra tutte, perché più agisce sui sensi, la più universalmente gustata.
‘Il vento si dispiega sugli Hibiscus’ e ‘Dentro il recinto rose in attesa’, 30×100 e 90×90 centimetri di acrilici e inchiostri su tela realizzati dalla pittrice catanese Pina Mazzaglia in questo inizio del 2019 sono Nature – rileva Paolo Battaglia La Terra Borgese – vive o uccise, mai morte, estremamente semplificate nei loro elementi, che la pittrice Pina Mazzaglia converte in larghe e commentanti stesure coloristiche; tenui e sensibilissime espressioni personali di sentimenti insicuri che cercano approvazione dagli altri, o temi di smentita. Sono inchiostri gentili, oreficeria degli acrilici che nell’ampiezza delle tele individuano lo spazio delle proprie ragioni da consegnare al dubbio. In pianta fissa o da recisione, fiori o piante, costituiscono nell’artista strumenti figurativi della verità del pensiero che porta luce nell’esistenza: recidere o far vivere un sentimento nell’entusiasmo per tutte le possibilità della natura oppure come verità esistenziale in un solo modo e cioè dell’assoluta coscienza dell’amore: è per lei il tema. Queste opere sono dipinte come l’acquerello, per unire i tratti dell’inchiostro e farli digradare con morbide sfumature verso i chiari. I colori sono rotti con l’avvicendamento di quelli che meglio si intonano, e sono complementari per dare luce bianca; come il rosso col verde, l’aranciato con l’azzurro e il giallo col violetto. Ottimi i toni all’intensità di ogni singolo colore e negli effetti di chiaroscuro, che bene partecipano con le velature all’impianto prospettico lineare e aereo insieme. Grazie al loro impasto i colori sono sugosi, e in complotto con le mezzetinte generano l’impalpabilità ricercata dalla Mazzaglia con la sua pennellata ora timida, ora fiera. Fredda e calda la gamma dei colori sposa sia l’incertezza emotiva voluta rappresentare che gli sbalzi intimi dell’umore”.
Pina Mazzaglia si congeda dall’arte sacra dell’Accademia di Pittura di Catania e si forma anche come giornalista, opera a Santa Maria di Licodia in provincia di Catania. Insegna Tecniche grafiche e pittoriche, Scenografia, Storia dell’Arte, Educazione Artistica, Storia del Costume.

‘Il vento si dispiega sugli Hibiscus’

“La Natura non è mai morta, e ciò lo spiegano bene tutte le religioni quando esprimono il loro concetto di eternità. Tutto si trasforma continuando in vita. La definizione di Natura Morta dovrebbe lasciare il posto a parole più in linea con l’evoluzione dell’uomo tenuto conto di come questo abbia nel tempo modificato ed elevato la propria percezione filosofica dell’esistenza in genere, universale e una. In questo senso la Storia dell’Arte, o delle belle arti, per aiutarsi, dovrebbe occuparsi pure, anzi soprattutto, della Poesia, che di tutte è la più alta – ci spiega Paolo Battaglia La Terra Borgese – senza nemmeno trascurare la Musica, che, sebbene nella gerarchia estetica sia, per molti, meno nobile che non si creda, è certo fra tutte, perché più agisce sui sensi, la più universalmente gustata.
‘Il vento si dispiega sugli Hibiscus’ e ‘Dentro il recinto rose in attesa’, 30×100 e 90×90 centimetri di acrilici e inchiostri su tela realizzati dalla pittrice catanese Pina Mazzaglia in questo inizio del 2019 sono Nature – rileva Paolo Battaglia La Terra Borgese – vive o uccise, mai morte, estremamente semplificate nei loro elementi, che la pittrice Pina Mazzaglia converte in larghe e commentanti stesure coloristiche; tenui e sensibilissime espressioni personali di sentimenti insicuri che cercano approvazione dagli altri, o temi di smentita. Sono inchiostri gentili, oreficeria degli acrilici che nell’ampiezza delle tele individuano lo spazio delle proprie ragioni da consegnare al dubbio. In pianta fissa o da recisione, fiori o piante, costituiscono nell’artista strumenti figurativi della verità del pensiero che porta luce nell’esistenza: recidere o far vivere un sentimento nell’entusiasmo per tutte le possibilità della natura oppure come verità esistenziale in un solo modo e cioè dell’assoluta coscienza dell’amore: è per lei il tema. Queste opere sono dipinte come l’acquerello, per unire i tratti dell’inchiostro e farli digradare con morbide sfumature verso i chiari. I colori sono rotti con l’avvicendamento di quelli che meglio si intonano, e sono complementari per dare luce bianca; come il rosso col verde, l’aranciato con l’azzurro e il giallo col violetto. Ottimi i toni all’intensità di ogni singolo colore e negli effetti di chiaroscuro, che bene partecipano con le velature all’impianto prospettico lineare e aereo insieme. Grazie al loro impasto i colori sono sugosi, e in complotto con le mezzetinte generano l’impalpabilità ricercata dalla Mazzaglia con la sua pennellata ora timida, ora fiera. Fredda e calda la gamma dei colori sposa sia l’incertezza emotiva voluta rappresentare che gli sbalzi intimi dell’umore”.
Pina Mazzaglia si congeda dall’arte sacra dell’Accademia di Pittura di Catania e si forma anche come giornalista, opera a Santa Maria di Licodia in provincia di Catania. Insegna Tecniche grafiche e pittoriche, Scenografia, Storia dell’Arte, Educazione Artistica, Storia del Costume.

“La Natura non è mai morta, e ciò lo spiegano bene tutte le religioni quando esprimono il loro concetto di eternità. Tutto si trasforma continuando in vita. La definizione di Natura Morta dovrebbe lasciare il posto a parole più in linea con l’evoluzione dell’uomo tenuto conto di come questo abbia nel tempo modificato ed elevato la propria percezione filosofica dell’esistenza in genere, universale e una. In questo senso la Storia dell’Arte, o delle belle arti, per aiutarsi, dovrebbe occuparsi pure, anzi soprattutto, della Poesia, che di tutte è la più alta – ci spiega Paolo Battaglia La Terra Borgese – senza nemmeno trascurare la Musica, che, sebbene nella gerarchia estetica sia, per molti, meno nobile che non si creda, è certo fra tutte, perché più agisce sui sensi, la più universalmente gustata.
‘Il vento si dispiega sugli Hibiscus’ e ‘Dentro il recinto rose in attesa’, 30×100 e 90×90 centimetri di acrilici e inchiostri su tela realizzati dalla pittrice catanese Pina Mazzaglia in questo inizio del 2019 sono Nature – rileva Paolo Battaglia La Terra Borgese – vive o uccise, mai morte, estremamente semplificate nei loro elementi, che la pittrice Pina Mazzaglia converte in larghe e commentanti stesure coloristiche; tenui e sensibilissime espressioni personali di sentimenti insicuri che cercano approvazione dagli altri, o temi di smentita. Sono inchiostri gentili, oreficeria degli acrilici che nell’ampiezza delle tele individuano lo spazio delle proprie ragioni da consegnare al dubbio. In pianta fissa o da recisione, fiori o piante, costituiscono nell’artista strumenti figurativi della verità del pensiero che porta luce nell’esistenza: recidere o far vivere un sentimento nell’entusiasmo per tutte le possibilità della natura oppure come verità esistenziale in un solo modo e cioè dell’assoluta coscienza dell’amore: è per lei il tema. Queste opere sono dipinte come l’acquerello, per unire i tratti dell’inchiostro e farli digradare con morbide sfumature verso i chiari. I colori sono rotti con l’avvicendamento di quelli che meglio si intonano, e sono complementari per dare luce bianca; come il rosso col verde, l’aranciato con l’azzurro e il giallo col violetto. Ottimi i toni all’intensità di ogni singolo colore e negli effetti di chiaroscuro, che bene partecipano con le velature all’impianto prospettico lineare e aereo insieme. Grazie al loro impasto i colori sono sugosi, e in complotto con le mezzetinte generano l’impalpabilità ricercata dalla Mazzaglia con la sua pennellata ora timida, ora fiera. Fredda e calda la gamma dei colori sposa sia l’incertezza emotiva voluta rappresentare che gli sbalzi intimi dell’umore”.
Pina Mazzaglia si congeda dall’arte sacra dell’Accademia di Pittura di Catania e si forma anche come giornalista, opera a Santa Maria di Licodia in provincia di Catania. Insegna Tecniche grafiche e pittoriche, Scenografia, Storia dell’Arte, Educazione Artistica, Storia del Costume.


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Dir. artistica Emanuela Petroni
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