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Capitolo 57
Riccardo scrive una lettera a Lucia, una delle sue donne amate, per chiarire alcune cose e per scusarsi di alcuni disagi.
Roma, 25 febbraio 2003
“Cara Lucia, io non sono intenzionato a crearti disagi sul tuo posto di lavoro; volevo solo esserti, quando possibile di compagnia e parlare un pochino senza interferire con la tua attività. Mi dispiacerebbe molto rinunciare alla tua allegra compagnia, anche perché sono passato varie volte solo per chiedere come stavi, e per sapere se ti eri ripresa; perché ho saputo che hai avuto due volte la febbre e che avevi provato ad andare a lavorare con tutto che stavi male. Ero solo molto preoccupato per la tua salute e volevo essere rassicurato per come stavi.
In ogni caso mi sei mancata in questo tempo che sei stata male, mi sono consolato un pochino a mandarti i saluti durante la tua assenza. Spero che sia possibile vederci qualche volta con calma, anche perché ho molte cose da raccontarti se tu lo vorrai. Nel peggiore dei casi spero che almeno un’occasione me la darai, farò di tutto per non deluderti devi fidarti, voglio ogni bene per te e ci sono voluti tutti questi anni per scoprirlo. Quando eravamo nella stessa scuola tante occasioni non le abbiamo avute per mancanza di tempo, non siamo riusciti a parlare il tempo dovuto; ma se tu pensi che sia il caso di recuperare sarò felice.
Mia cara Lucia, quando penso a te mi rivengono in mente i giorni in cui frequentavamo la stessa scuola; non ho mai dimenticato la tua dolce simpatia ed il tuo tenero viso da dolce fanciulla celestiale. Per me sei come un angelo sceso sulla Terra, e non potrei mai sapere del perché tu sia qui, ma a me non importa, ciò che mi importa è sapere che sono fortunato a ricevere il tuo amore.
Cara Lucia, certe volte la notte non dormo pensando a te, quando mangio il cibo mi sembra più buono perché penso a te. Mia dolce Lucia, sei tenera come una gattina, io posso darti tutta la mia protezione, perché sei incantevole con il tuo sguardo da bambina innocente. Dimostri una grande gioia di vivere, anche se comprendo che la stanchezza provocata dal tuo lavoro ti logori molto e ti impedisca di manifestare al massimo la tua sincera dolcezza. Non c’è nulla che riuscirei mai a nasconderti, perché sarebbe come dire bugie ad un angelo; al quale non si può mentire. Quando ti siedi, mi sembri una farfalla che si posa su un fiore, talmente la grazia e la delicatezza dei tuoi movimenti con tanto garbo.
Quando ammiro la luna penso ai tuoi brillanti occhi che sembrano brillare ed illuminare il mio cammino quando mi dirigo verso di te. Sai essere così spontaneamente delicata, gentile, simpatica, un’immagine che potrebbe non sembrare di questo mondo. Certe volte mi sembri così surreale con il tuo fascino da sirena incantatrice, perché quando parli, non riesco a darti torto, perché sentire la tua angelica voce sembra portatrice di eterna ragione. Qualunque cosa tu mi dica per me è uguale, ma non perché non mi importi nulla, ma perché la tua voce è soave come un canto che ti sembra così bello che anche quando non lo senti e non sai riprodurlo, basta pensare alla tua bocca per rivivere i momenti delle tue confortanti parole, come se la tua voce fosse così delicata ad andare al mio cuore che solo pensando a ciò che mi dici mi riviene in mente la tua voce. Ovunque io sia, pensando alla tua voce mi sembra che mi parli come se tu mi dicessi di nuovo quelle cose.
Mia incantevole Lucia, io ti appoggerò ovunque e comunque, conta sul mio aiuto; perché nessuno più di te merita le mie attenzioni.”