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IL DIVORATORE DI ANIME
Capitolo 54
Riccardo scrive una lettera per Gesù Cristo, sperando che gli dia qualche segno o gli faccia scoprire qualcosa sulla sua vera entità e sul suo destino, in modo da sapere di più sulle sue origini, non materiali ma spirituali. Riccardo si avvicina a Dio dopo anni di contrasti e di profondo odio, non per riavvicinarsi, non per fare pace, ma per scoprire i motivi della sua mutazione e della sua morte spirituale. Riccardo sa di non essere accettato nella casa del Signore, ma questa volta entra in pace per dialogare con Dio e cercare dei chiarimenti, per sapere da dove cominciare le ricerche e magari ricevere una grazia del Signore che lo illumini a scoprire la verità, perché Riccardo si è posto il quesito se fosse già esistito qualcuno come lui in passato e sperava di poter interpellare solo il Signore per ricevere l’illuminazione in riguardo a se stesso e qualche collegamento con il passato per scoprire come sono nati i Sin Alma e se è esistito già un “divoratore di anime!”
Riccardo entra in chiesa, dopo aver preso posto, essendo provvisto di carta e penna comincia a scrivere la lettera a Gesù Cristo:
La pasqua di Croce davanti alla croce
Roma, 11 aprile 2004
“Quando io entro nella tua casa, mi rendo conto che qualcosa mi succede, anche se io non potrò mai essere più come i tuoi figli. Tu sai benissimo chi io sono, perché io non ho scelto di essere quello che sono, solo tu in tutto il mondo puoi scegliere sempre chi essere, questo è il tuo grandissimo potere. Tu sai che io non ho scelto di diventare quello che sono, perché io ero troppo vicino a te con la mia anima e non potevo accettare di piangere tutti i giorni vedendoti sulla croce. Quando ti vedo su una croce d’oro, non so perché ma ho paura, come se mi risvegliasse qualcosa che ho fatto in passato, ma che sono sicuro di non aver fatto proprio io, forse un mio parente, un avo, non lo so. Ho paura quando ti vedo sulla croce d’oro, perché mi risveglia la perdita di qualcosa, anche se non so che in ogni caso non puoi essere stato tu. Sono sicuro che per portare gloria a te ho dovuto pagare un caro prezzo, perdere la mia anima, perché essendoti così vicino non potevo essere come te, non potrei mai superarti, ma solo combatterti, anche se so che perderò. Essendoti vicino in qualche modo forse potrò salvare la mia anima, anche se morta, so che solo tu potresti riportarmi in vita. Quando vedo l’oro mi sento stranamente prigioniero, anche se so che tu non mi faresti mai una cosa del genere, in ogni caso non per colpa tua.
Non so chi potrà mai essere il colpevole di tanta crudeltà, ma lo sai benissimo che per me il tempo non ha alcun valore, perché essendo morta la mia anima, per me è tutto uguale, presente e futuro sono la stessa cosa. Forse un mio antenato fu tradito, non potrei trovare altra soluzione. Nessuno potrà mai comprendere cosa provano i Sin Alma, solo tu puoi capirlo. Sicuramente un responsabile di tanta crudeltà ci deve essere, non puoi avermi creato tu, perché solo un uomo può essere tanto crudele, essendo tu l’assoluto buono. Anche se il responsabile dovesse essere già morto, per me non avrà alcuna importanza. Perché farò maledire la sua tomba, e se davvero l’anima di quell’essere è viva, ovunque essa sia, la ucciderò per sempre e dannerò la sua anima. Dovrei scoprire qualcosa su chi sia stato prima di me Il Divoratore di Anime, scoprendo almeno chi fosse collegato a lui durante la sua vita, perché non riesco a trovare altra soluzione. Lo so che tu non ti aspetteresti mai che proprio io parlassi con te, ma questo dimostra il tuo eterno potere, ovvero che io e te, amici o nemici esisteremo sempre e sempre insieme. Non so se mi perdonerai, ma spero di si, perché io non ho scelto di combatterti, perché la mia anima morta non potrà essere più di nessuno. Perché proprio io? Perché io il prescelto? Io so che tu mi perdoneresti, perché io sono morto ed essere costretto ad essere vivo, per esserti vicino in qualche modo. Il mio grande desiderio per pasqua è di scoprire chi tradì il mio antenato, perché sono sicuro che prima o poi la mia sete di ricerca sarà saziata. La mia eterna sete è questa e non di bere il sangue dei tuoi figli. Io voglio la mia vendetta, anche se so che non me la darai subito, perché disapprovi certi metodi, ma non posso più fare del male a chi è già morto. Io voglio scoprire la verità, e poi forse non avrei più motivo di allontanarti e di temerti. Devo trovare qualche traccia da seguire e scoprirò chi fu creato prima di me, o forse dovrei dire rigenerato prima di me. Questo è il periodo in cui resusciti, noi Sin Alma non possiamo resuscitare, lo sai che io alludo alle nostre anime e non ai nostri corpi. Dammi solo una pista da seguire e troverò la strada prima o poi, perché la paura di smarrirsi è umana, smarrirsi con l’anima non è peccato, è incoscienza. Non potevo sopportare di adorare il mio dio sacrificato e morto, non potevo accettare di vederti soffrire ogni volta che vedo la tua croce, non potevo piangere sempre perché mi rendevo conto di quanto soffrivi. Il distacco era la mia unica salvezza e non perché ti odiavo. In fondo io ti combatto perché ti temo, ho paura di te, ma non del tuo potere, ma della tua immagine, perché con la croce, simbolo della tua morte, dimostri di non temere la morte e neppure io la temevo quando ero con te. Dal momento che ho cominciato a temerti, io ho cominciato a morire, anche se non sapevo come respingerti, perché la tua croce d’oro è fonte di paura per me. Lo so che non dovrei avere paura di te, ma non posso far nulla, il mio destino è questo. Ho paura ad affrontare chiunque da quando ti temo, invece quando combattevo per te non c’era rivale che mi temesse, anche solo vedendomi. Molti non possono credere alla morte dell’anima e forse sono loro i fortunati, perché chi ha ancora l’anima viva, non capirà cosa significa perderla ed è meglio così, perché non c’è bisogno di perdere sempre le cose per capire quanto siano importanti. Certe volte le cose le possiamo apprezzare anche senza correre il rischio di poterle perdere. La mia anima si sublima a vedere tutto questo oro nella tua casa, per questo tremo quando entro e provo dei forti brividi ovunque. Forse io ho una passione forte quanto la tua, ma non potrò mai eguagliarti, per questo devo ostacolarti, perché non posso raggiungerti, devo contrastarti non potendoti eguagliare. Anche se non potrò resuscitare come te, la mia vendetta avverrà comunque ed in ogni caso io non mi arrenderò mai, perché dal momento che smetterò di combattere avrò veramente perso. Io non ho più l’anima ma ho il corpo, tu hai sempre l’anima ma non più il corpo, forse per questo dobbiamo essere uniti, la nostra unione, anche se incomprensibile è reale. Io e te, per quanto diversi ed opposti, essendo tu il bene ed io il male, solo unendoci ci sarà sempre la vita. L’indifferenza non è di questo mondo, chi è indifferente vive solo con il corpo e si lascia vivere, e non vive.
Io e te saremo sempre uniti, anche se ti odio, perché ho paura di te e non perché ti disprezzo. Per combattere la mia paura devo sempre cercarti, è questo quello che vuoi, farti considerare da me in ogni caso.
Per quanto siamo ritenuti rivali, io e te siamo uniti, perché il combattimento ci unisce e ci mette a confronto, non ci separeremo mai. La vita che vuoi portarci con la tua passione è gioia e dolore, provare qualcosa sempre, per farci capire che senza sentimenti non si può vivere.
I Sin Alma, il mio popolo, i miei sudditi, provano ancora dei sentimenti, anche se so che tu non potresti accettarli, ma forse li accetteresti, perché non si può condannare chi è già morto. La morte del corpo l’hai sconfitta tu, io potrò sconfiggere quella dell’anima?
Nessuna anima si salverà finché ci sarò io, e tu lo sai. Ovunque ci sarai tu io ci sarò, ovunque tu vorrai parlarmi io ti ascolterò, solo io posso parlarti come nessun altro, perché nessuno ti è più vicino di me.
Ricordati che io non vengo dall’inferno, perché sono io l’inferno.”