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IL DIVORATORE DI ANIME – CAPITOLO 35

DiPietro Sciandra

Set 25, 2016

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Capitolo 35

Da ricordarsi che essere cristiani non è solo una scelta, ma anche una fortuna. Noi cristiani, certe volte non ci rendiamo conto cosa o chi rappresentiamo, ovvero noi siamo un unico popolo unito non solo dalla stessa confessione religiosa, ma dalla stessa cultura, tradizione, usanze, ma soprattutto, la cosa più importante che ci lega, con tutto che possa sembrare quella più difficile è che ci unisce lo stesso spirito. Lo spirito di un cristiano è uguale solo a sé, questa è veramente l’unica cosa più importante che ci unisce, dimenticando le feste e le usanze più o meno convenienti. I soldati di Dio, ovvero i crociati prima, i templari poi, erano uniti tutti dallo stesso spirito, che non era quello di arricchirsi; deliziosa conseguenza dei saccheggi, ma di liberare e di combattere uniti dallo stesso spirito per la santa causa, la liberazione della Terra Santa.

Per questo la crociata era una possibilità di salvezza, perché qualunque cosa tu avessi commesso combattendo nel nome del Signore avresti salvato la tua anima, pur essendo stato ladro, assassino, stupratore, adultero, truffatore eccetera.

La salvezza è combattere per Dio e quindi con Dio, per questo ti salvi, perché combattendo per il Signore ti unisci a lui.

Non tutte le anime sono salvabili, i peggiori individui che saranno sempre dannati senza possibilità di salvezza sono i Sin Alma. Perché per quanto i Sin Alma vogliano essere con Dio, dentro di sé lo combattono, per questo sono pericolosi, perché è come se rappresentassero male e bene insieme, facendo credere agli altri quello che vogliono, quando lo vogliono, se lo vogliono e dove lo vogliono. Questi loschi e spettrali individui che si spacciano per esseri umani, sono veramente una minaccia sociale che si muove di epoca in epoca dando l’impressione di essere sempre dei casi isolati, dei folli che appaiono e scompaiono come spettri. Ci sono dei fenomeni che non hanno spiegazione razionale, con tutto che possano sembrare assurdi, ma sono veri. Gli esseri umani potrebbero scoprire troppo tardi che per quanto si sentano padroni della Terra, in realtà sono finti padroni, perché sono ospiti e padroni di comodo; perché cosa succederebbe se fossero davvero i Sin Alma i padroni veri?

Questa domanda non ha risposta, almeno per ora!

Non voglio dire che i Sin Alma siano più degli umani normali, ma se i Sin Alma si mettessero tutti insieme, per quanto in minoranza, potrebbero veramente prendere il controllo del mondo, perché loro sono pronti a fare cose che noi nemmeno ci sogneremmo nei nostri peggiori incubi. Certe cose non hanno spiegazione. Qui non si tratta di fantascienza o di un romanzo, si tratta di non considerare dei casi di criminalità anomala come casi isolati, perché per quanto situazioni, soggetti, motivi e luoghi diversi; siano tutti collegabili come casi di Sin Alma.

La Terra è in grave pericolo! Questi esseri sono pronti a tutto, pur non avendo né bisogno di un esercito né di aiuto, perché lo spirito maligno di un Sin Alma è imprevedibile, incontrollabile, incontrastabile. Quindi noi normali non possiamo metterci alla pari con loro, perché uno solo di loro potrebbe contrastare cinque normali di noi, a seconda dei casi. Certe volte è veramente questione di destino, quando si scopre la propria vera natura, con tutto che non lo si voglia; certe volte la morte corporale è veramente una liberazione.

Tornando a parlare del Sin Alma in questione, ovvero Uomo Orso, che cresceva come un mostro che faceva parte di uno scopo comune senza sapere di chi. Uomo Orso si trovava sempre peggio a stare con gli altri, perché si rendeva sempre più conto di quanto fosse diverso dagli altri e soffriva sempre di più perché non capiva più chi o cosa fosse e che senso avrebbe più avuto la sua vita. Uomo Orso credeva che fosse impossibile che ci fosse al mondo qualcuno come lui, ma non sapeva perché continuasse a sperare di trovarlo, come in un certo senso un’anima gemella.

Così, passando altri anni, migliorato nelle tecniche di assalto, Uomo Orso girando per i posti più tenebrosi di Roma seppe di un torneo di combattimento mascherato; lui non aveva certo il problema di come mascherarsi.

Così, Uomo Orso decise di partecipare al torneo mascherato da orso, con tutto che gli orsi fossero ciò che odiasse di più, dopo quello che gli era successo da piccolo in Canada, Uomo Orso si trovava costretto ad amare gli orsi per quanto li odiasse e li temesse, perché l’unico modo per sentirsi a proprio agio vedendo un orso era essere lui stesso un orso, per vedere in un modo costretto da una forza maggiore i suoi nemici come suoi simili. Così, Uomo Orso si trovava costretto ad essere ed amare ciò che odiasse di più e non solo, ma si trovò costretto ad odiare ciò che amasse di più, ovvero il miele; che da passione gli diventò una tortura ed un punto debole da renderlo vulnerabile con il semplice contatto sulla pelle. Uomo Orso non considerava più gli orsi suoi nemici, ma anzi si sentiva il re degli orsi, difatti il suo soprannome divenne re orso; perché si credeva l’unico in grado di comandare gli orsi, perché non solo non li temeva più, ma si credeva sempre in grado di sfidarli e di batterli, e a lungo andare, ogni tanto, facendo delle gite nei parchi nazionali in Italia, sfidava un orso in un duello e con la sua tremenda aggressività riusciva a vincere. Questo fa dell’Uomo Orso un avversario temibile e difficile da battere. Crescendo, Uomo Orso era diventato un vero gigante, era molto grosso e molto alto, e come si dice, le dimensioni contano. Per quanto possa apparire umano, Uomo Orso è un nemico che nessuno vorrebbe, perché è forte, è aggressivo, è tremendo, è enorme, è feroce, è pesante, è il re orso.

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Dir. artistica Emanuela Petroni
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