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IL DIVORATORE DI ANIME
Capitolo 10
Un giorno passeggiando per strada, Riccardo vede un cane che dà fastidio ad un bambino. Riccardo pensando a ciò che aveva provato non voleva che quel bambino provasse il dolore che ha provato lui e che quel bambino diventasse un mostro come lui per colpa di un cane.
Così, Riccardo usando il suo coraggio e i suoi poteri diabolici si avvicinò al cane e gli disse:
“Lascialo stare! Vattene!”
Il cane sempre più furibondo si aizzò contro Riccardo; ma Riccardo aprì la bocca come un lupo e saltando addosso al cane come un orso lo morse sul collo e il cane tra i lamenti scappò con la coda tra le zampe.
Il bambino impaurito più da Riccardo che dal cane stesso non seppe proferire una sola parola sia dallo spavento che dalla meraviglia di veder un ragazzo essere più selvaggio di un cane. Riccardo si avvicinò al bambino tendendogli la mano per aiutarlo ad alzarsi da terra perché era caduto dallo spavento. Riccardo gli disse:
“Come ti chiami?”
Il bambino:
“Sergio!”
Riccardo:
“Sai, non dovresti andare in giro da solo! Quanti anni hai?”
Sergio:
“Otto!”
Riccardo:
“Sei troppo piccolo per andare in giro senza un adulto; potresti non essere sempre così fortunato ad incontrare qualcuno che ti aiuti!”
Sergio:
“Tu chi sei? Sei così strano!”
Riccardo:
“Io sono niente; perché di tante anime che ho non so se ne ho una mia!”
Sergio:
“Che significa?”
Riccardo:
“Mi sento vuoto come se mi mancasse qualcosa dentro che forse non posso più trovare! Mi capisci adesso?”
Sergio:
“Insomma!”
Riccardo:
“Ti devo dire una cosa importante! Dimenticati oggi! Non pensare più ai cani; non devi avere paura di loro; perché anche se vogliono farti paura; se tu strilli vedi che se ne vanno; perché sentono una voce più forte del loro ringhio! Vedrai che ti lasceranno in pace! Non devi temerli, perché se temi i cani adesso, da grande li odierai sempre di più e vivrai nell’inferno! Potresti arrivare al punto da diventare come uno di loro per non avere più paura e io non voglio che ti succeda questo!”
Sergio:
“Grazie, signore! Non avrò più paura, li caccerò e strillerò come mi strilla la mia mamma!”
Riccardo:
“Bravo! Adesso vai! La tua mamma ti sta aspettando a casa!”
Riccardo si rese conto di aver fatto una buona azione; anche se oltretutto aveva provato gusto a mordere quel cane. Riccardo non sapeva più se avesse ancora paura dei cani o no. Però Riccardo riflettendo pensò:
“Perché ho attaccato? Forse perché non volevo che quel bambino diventasse come me! Ciò è molto strano che io abbia avuto il coraggio di attaccare un cane! Chissà, se ho veramente superato la mia paura e sconfitto la mia maledizione?”
Però c’è una cosa su cui riflettere, ovvero Riccardo aveva difeso quel bambino per interesse del bambino o per mettersi alla prova e sconfiggere ciò che lo tormenta di più? Cosa pensare quindi di Riccardo, nemico o amico? Diavolo od eroe? Sembra strano; ma è come se fosse tutti e due insieme, possibile? Quindi la vera personalità di Riccardo qual è se è veramente possibile accettarlo? Non si sa esattamente.