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“Punto Palestrina” di Mariella Pizziconi al Teatro Porta Portese dal 27 al 29 ottobre: tra sete e organze una storia di famiglia

DiPaul Polidori

Ott 23, 2023

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Un’opera che rimembra un tempo passato, di sete e organze, di broccati e mussole, di
rocchetti, e fili colorati, di ditali e spilli.
Dal 27 al 29 ottobre in scena al Teatro Porta Portese “Punto Palestrina”, scritto e diretto da
Mariella Pizziconi.
La pièce, ambientata negli anni ’60 a Palestrina, racconta una storia di famiglia. Tre sorelle, due
nubili, l’altra separata dal marito a causa dei maltrattamenti subiti, si trovano a dover crescere
Rodolfo, il figlio molesto della quarta sorella, morta improvvisamente. Educarlo non sarà facile, ci
proverà anche la governante Nina, simpatica frascatana che lo vizierà come una mamma
arrendevole.
Le zie passeranno molti guai a causa di quel nipote scapestrato: i colpi di scena non mancheranno
dimostrando che in fondo “quando si riceve tanto amore alla fine si ridà”.
Sono sarte e ricamatrici le due sorelle più anziane, famose per il loro perfetto “Punto Palestrina”: un
omaggio della regista Mariella Pizziconi alla due zie Felicetta e Lisa.
“Da bimba piccolissima già frequentavo il laboratorio di taglio, cucito e ricamo delle mie zie Lisa
e Felicetta Pizziconi in un istituto di suore al Prenestino. Un salone immenso che si riempiva di
giovani donne intente a fare ricami sui corredi delle nobildonne romane. Le ragazze che vi
lavoravano abitavano nella borgata di Villa Gordiani ed erano povere e bisognose di lavoro.
Anche le mie zie avevano imparato il mestiere dalle suore e così che è iniziato tutto: in una Roma
in guerra e poi immersa nel boom economico in cui la loro arte è esplosa tanto da arrivare alle
più rinomate case di moda di Piazza di Spagna.
Quello era il tempo della festa per noi nipoti che, accanto alle lavoranti, venivamo arruolate per
fare gli orli a vestiti meravigliosi. Ed era uno scintillio di stoffe bellissime e chiacchiere e risate.
Non dimentico” afferma Mariella Pizziconi.
Nello spettacolo saranno utilizzati gli abiti originari delle zie, un modo per ripercorrere un tempo
colmo di ricordi.
“Lisa era la più giovane, bella e gioiosa, è stata la mia mamma artistica. Felicetta, invece, era
silenziosa e severa, una vera comandante. Mi sono rimasti i loro abiti e li farò indossare alle
attrici, così mi sembrerà di rivivere gli anni d’oro in cui loro hanno operato mentre io crescevo e
decidevo che il teatro, con le sue scenografie e i suoi costumi, dovesse essere la mia via” continua
Mariella Pizziconi.
Sul palcoscenico Simona Ciammaruconi nel ruolo di Elda, la più grande delle sorelle. Forte e
severa non riesce, tuttavia, a farsi valere con Rodolfo. Il suo rapporto con la sorella Lisa, di qualche
anno più giovane, è simbiotico e protettivo.
Rita Pasqualoni è Lisa, la mezzana, severa ma fragile, si aiuta con il fernet quando fa notte fonda
per terminare un ricamo da consegnare. Pende dalle labbra di Elda e le fa eco quando deve
rimproverare il nipote ribelle.

Felicetta è interpretata da Serena Canali: la più giovane delle tre sorelle, si è separata dal marito
violento ed è tornata a vivere con Elda e Lisa. Mal sopporta il nipote Rodolfo che ritiene essere
stato troppo viziato dalle altre due.
Rita Gianini è Nina, la governante nativa di Frascati: simpatica e vivace, è attaccatissima alle due
ricamatrici più anziane che l’hanno salvata dalla miseria, ma anche a Rodolfo che ha cresciuto e
coccolato come una madre, fin troppo arrendevole e protettiva.
Marco Guidotti è Rodolfo, il nipote capriccioso: cresciuto come un principe viziato, farà passare
alle poverette le pene dell’inferno riducendole in miseria. Accanto a Rodolfo troviamo Peggy,
interpretata da Catia Cesaroni: la fidanzata e successivamente moglie dell’uomo, ricchissima e di
10 anni più grande, è molto odiata dalle zie.
Una storia di famiglia in cui ascoltare il rumore del tempo che fu e in cui ricordare che il passato

non lo è mai davvero se si ama.

Venerdì 27 e sabato 28 ore 21
Domenica 29 ore 18

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Dir. artistica Emanuela Petroni
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